Inviare un messaggio

In risposta a:
ELEZIONI USA. 7 NOVEMBRE ....

USA 2020: JOE BIDEN 46MO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA. Kamala Harris entra nella storia: è la prima vicepresidente donna della storia americana.

Da New York a Washington esplode l’entusiasmo in strada per la vittoria di Joe Biden. I clacson a tutto spiano festeggiano il 46mo presidente americano fra le grida di gioia dei passanti sui marciapiedi.
sabato 7 novembre 2020 di Federico La Sala
Elezioni Usa 2020, Joe Biden conquista la Pennsylvania ed è presidente
Secondo le proiezioni di Cnn. Biden è presidente eletto anche secondo l’Associated Press e Nbc.
di Redazione ANSA (07 novembre 2020) *
Joe Biden (IL PROFILO) conquista la Pennsylvania ed è il 46mo presidente degli Stati Uniti, secondo le proiezioni di Cnn. Joe Biden è presidente eletto anche secondo l’Associated Press e Nbc. Kamala Harris entra nella storia: è la prima vicepresidente donna della storia americana.
"Il (...)

In risposta a:

> USA 2020: JOE BIDEN 46MO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA. -- Joe il cattolico nel paese dilaniato. Biden adopera lemmi religiosi per addomesticare conflitti irrisolvibili (di Ettore Bucci).

lunedì 25 gennaio 2021

      • CONTINUAZIONE E FINE

Joe il cattolico nel paese dilaniato

di Ettore Bucci (Jacobin, 22 Gennaio 2021)

Obama poteva tradurre in ottimismo liberale le aspirazioni degli afrodiscendenti. Invece, analizzando la sua cerimonia di insediamento, si capisce che Biden adopera lemmi religiosi per addomesticare conflitti irrisolvibili

      • For we must consider that we shall be as a city upon a hill. The eyes of all people are upon us.
      • J. Winthrop, A Model of Christian Charity

      • [...]

Tali temi sono stati parzialmente anticipati a Biden nella messa alla Cathedral of St. Matthew cui ha preso parte la mattina dell’insediamento con la famiglia, le alte cariche istituzionali e la leadership repubblicana del Congresso - che ha usato l’invito per evitare il saluto a Trump prima della partenza per Mar-a-Lago. A officiare la celebrazione, ancora, un gesuita: Kevin O’Brien. Questi ha raccontato così il suo sermone sulla riconciliazione:

      • Abbiamo molto da attenderci come paese da voi e Kamala Harris. Ogni giorno, vi sforzerete di sanare le ferite della nostra nazione, riconciliare i diversi e unirci. Conoscete molto bene le sfide e i costi di tale impegno. La mia più profonda preghiera per voi oggi, come sacerdote, cittadino e amico, è che possiate sempre ricordare che il Signore è vicino e non importa il rumore e la furia attorno a voi, Dio vi dona pace, una pace profonda che vi sosterrà.

L’intervento di Biden ha raccolto tali suggestioni: oltre a ribadire il concetto di riconciliazione per una «One Nation» chiamata a sanare le proprie ferite come dopo una guerra civile, c’è l’appello all’unità di fronte all’epidemia, con la promessa, «as the Bible says», che al pianto della notte seguirà la gioia del mattino. Un’agenda di tolleranza in cui spicca la citazione da Agostino, «a Saint of my Church», tratta dal p. 24 del lib. XIX del De Civitate Dei (Il fine del Bene e la Pace in Dio) sulla «città dei Giusti»:

      • [Agostino] scrisse che il popolo era una moltitudine definita dall’oggetto comune del suo amore. Definita dall’oggetto comune del suo amore. Quale è l’oggetto comune che noi Americani amiamo, che ci definisce Americani? Penso che lo sappiamo. Opportunità, sicurezza, libertà, dignità, rispetto, lealtà e, si’, verità.

A unire l’ex vice di Obama e Agostino è il fulcro di una solida costituzione civile nella concordia tra ragionevoli, da instaurarsi nella corresponsabilità. Subito, infatti, Biden rimarca l’importanza della verità per la responsabilità pubblica:

      • C’è verità e ci sono menzogne, menzogne dette per potere e profitto. E ciascuno di noi ha il compito e la responsabilità come cittadini, come Americani, specie come leaders, leaders che hanno giurato di onorare la nostra Costituzione e proteggere la nostra nazione, di difendere la verità e sconfiggere la menzogna.

È probabile che tale citazione non sia emersa uno studio teologico dei ghost-writers, quanto dalla citazione agostiniana che il Papa dà in È l’amore che apre gli occhi (2014). Ultimo elemento di relazione col pontefice è la richiesta di una preghiera silenziosa per i morti di Covid: pur usuale nella retorica politica e comprensibile per la modalità con cui il predecessore ha trattato il tema, impossibile non ripensare alla preghiera silenziosa, a capo chino su piazza San Pietro, chiesta la sera dell’elezione da Francesco in diretta mondiale. Entrambe auto-limitazioni dell’immagine onnipotente del «pio padre-sovrano» e tentativo, in un discorso improntato all’umiltà e al ricordo (dei defunti in un caso, del capo spirituale neo-eletto che chiede una benedizione popolare in un altro) di inoculare una responsabilizzazione individuale. A concludere l’insediamento è stato il reverendo Sylvester Beaman, metodista, amico di famiglia Biden.

America United

Cosa raccogliere da tali riferimenti? È superficiale dire che tali parole emergono solo dal discorso di attori religiosi o che siano significativi solo perché pronunciate nell’investitura. Il punto è che questa investitura, dopo un’amministrazione uscente tanto irrituale, ad appena due settimane dal traumatico attacco a Capitol Hill, racconta la consapevolezza non scontata della fragilità del corpo sociale e delle istituzioni.
-  Mentre Obama poteva tradurre in ottimismo liberale le aspirazioni di varie generazioni afrodiscendenti, Biden deve farsi almeno soggetto capace di comprendere i cambiamenti in atto, provvedendo a una riconciliazione tutta da dimostrare, connessa a un’agenda che, rivolta a un Congresso a maggioranza democratica, deve confrontarsi col peso di lobbies e desideri di mero «ritorno» al liberalismo degli anni di Obama.
-  L’insurrezione di gennaio pare abbia cambiato le carte in tavola, ma nulla è scontato: il desiderio di riconciliazione traslato in lemmi religiosi può significare anestetizzazione del conflitto, oblio per il trumpismo non tramontato, riscrittura di regole del gioco insufficienti. È presto per capire se il composito establishment democratico sia all’altezza di una ri-legittimazione del sistema nel quadro in cui, come scrive Arnaldo Testi, una neonata presidenza a (possibile) trazione rooseveltiana-populista prova a disfarsi del regime politico-sociale conservatore repubblicano. Intanto, il discorso pubblico religioso e, in particolare, una certa retorica di matrice cattolica - spesso su bocche gesuite - è a disposizione di tale tentativo in una inusuale modalità militante.

*Ettore Bucci, perfezionando in storia contemporanea presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, è cultore della materia in storia del pensiero e delle istituzioni politiche presso l’Università di Pisa e membro del Centro Universitario Cattolico della Conferenza Episcopale Italiana.


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: