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ANTROPOLOGIA, FILOSOFIA E PSICOANALISI: APPRENDERE DALLA "METAFISICA" DELL’ESPERIENZA...

LA NASCITA DELL’ESSERE UMANO E IL GIOCO DEL ROCCHETTO. Al di là del giogo di Edipo e Giocasta - di Federico La Sala

"LA FRECCIA FERMA". La connessione emersa tra il gioco del rocchetto del nipotino di Freud e la metafisica greca, e l’ipotesi marxiana che noi siamo ancora fermi nell’orizzonte dei greci ... non mostra noi stessi ancora fanciulli?!
giovedì 20 luglio 2023
FILI DI ’FUGA’ INTORNO A UN ROCCHETTO. Tracce per una discussione...*
Freud, in Al di là del principio di piacere (1920), riporta il caso di un bambino di un anno e mezzo che non piangeva mai quando la sua mamma lo lasciava per alcune ore, "sebbene fosse teneramente attaccato a questa madre che non solo lo aveva allattato di persona ma lo aveva allevato e accudito senza aiuto esterno".
"Ora questo bravo bambino aveva l’abitudine - che talvolta disturbava le persone che lo circondavano - di (...)

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> IL GIOCO DEL ROCCHETTO E LA NASCITA DELL’ESSERE UMANO. Al di là del gioco di Edipo e Giocasta --- "L’Enfant et les sortilèges" (Maurice Ravel-Colette): un saggio psicoanalitico in musica (di Franca Munari).

giovedì 31 marzo 2022

PSICOANALISI ANTROPOLOGIA FILOSOFIA E FIABA. TRACCIA PER UNA SECONDA RIVOLUZIONE COPERNICANA... *


L’Enfant et les sortilèges: un saggio psicoanalitico in musica

Opera in due parti di Maurice Ravel su libretto di Colette

di Franca Munari (Centro Veneto di Psicoanalisi)

      • [Foto] L’Enfant et les sortilèges di Ravel

L’Enfant et les sortilèges è un’opera composta da Maurice Ravel fra il 1919 ed il 1925, su libretto di Colette. Si tratta della seconda ed ultima opera lirica di Ravel. Capolavoro di orchestrazione, L’Enfant et les sortilèges viene spesso eseguita in forma di concerto anche per le difficoltà della sua messa in scena. Fu rappresentata per la prima volta il 21 marzo 1925 nella Salle Garnier del Grand Théâtre di Montecarlo, orchestra diretta da Victor de Sabata, coreografia di George Balanchine, regia di Raoul Gunsbourg.

E’ composta da una successione di quadri indipendenti costituiti da una moltitudine di generi musicali, dal jazz al foxtrot passando per il ragtime, la polka, il valzer ed infine un coro di musica sacra. Con quest’opera Ravel ebbe modo di dimostrare le sue capacità di compositore e di orchestratore, che gli consentirono di tradurre in suoni tutte le onomatopee contenute nel libretto di Colette, utilizzando spesso come strumenti oggetti inconsueti come la grattugia per il formaggio, la raganella a manovella, la frusta, i crotali, un ceppo di legno, o strumenti desueti come eoliofoni, flauto a coulisse ed il nuovissimo, per l’epoca, e originale luthéal. Più vicino alle attuali commedie musicali che ad un’opera, L’Enfant et les sortilèges è un lavoro senza precedenti nel repertorio di Ravel: esprime la sensibilità del compositore e nello stesso tempo rivela il suo gusto per l’incantesimo e la minuziosità della sua orchestrazione.

Straordinaria l’animazione - e raramente questa parola fu più appropriata - degli oggetti concreti di Colette e la loro trasposizione in musica di Ravel. Walt Disney con le sue Silly Simphony (1929-1939) e poi con Fantasia (1940) era ancora di là da venire.

Il libretto.

C’è un bambino nella sua stanza

Il Fanciullo, sei o sette anni, siede al tavolino

Non ho voglia di fare i compiti
-  Ho voglia di andare a passeggiare.
-  Ho voglia di mangiare tutti i dolci.
-  Ho voglia di tirare la coda al gatto.
-  E di tagliare quella dello scoiattolo

Ho voglia di sgridare tutti!
-  Ho voglia di mettere la mamma in castigo.

Nella descrizione della madre che entra nella stanza, madre di cui si vede solo la parte inferiore del corpo le indicazioni di scena dicono:
-  “S’apre la porta. Entra la Madre, o piuttosto quello che ne permettono di vedere il soffitto molto basso e le proporzioni della scena, ove tutti gli oggetti sono di dimensioni esagerate per mettere in evidenza la piccolezza del Fanciullo: cioè una giubba, la parte inferiore d’un grembiule di seta, la catenella d’acciaio da cui pende un paio di forbici, e una mano. Questa mano s’alza, interroga con l’indice.”

La madre sgrida e punisce il bambino che non ha fatto i compiti e ha sporcato di inchiostro il tappeto, dandogli solo tè senza zuchero e pane secco per merenda.

Quando la madre se ne va il bambino “Con un manrovescio fa saltare la teiera e la tazza, che vanno in pezzi. S’arrampica sulla finestra, apre la gabbia dello Scoiattolo e con la sua penna di ferro punge la bestiola che, ferita, stride e scappa via; poi tira la coda al Gatto, che soffia e si nasconde sotto una poltrona. Impugna l’attizzatoio come una spada, sparpaglia il fuoco, rovescia il bricco. S’avventa contro le figurine della tappezzeria lacerandole. Apre la cassa dell’orologio e si aggrappa al bilanciere d’ottone, che si stacca e gli resta fra le mani. Poi fa a pezzi quaderni e libri.

Gli oggetti maltrattati gli si rivoltano contro.

      • [Foto] L’enfant et les sortilèges par l’opéra de Lyon (1999)

IL FUOCO

Saltellando fuori del camino, sottile, scintillante di pagliuzze d’oro:

Indietro!
-  Io riscaldo i bravi bambini, ma brucio i cattivi!
-  Piccolo barbaro impudente,
-  tu hai insultato tutti gli Dei protettori,
-  che stanno fra l’infelicità e la tua
-  fragile barriera.
-  Ah! Tu hai brandito l’attizzatoio,
-  rovesciato il bollitore,
-  sparpagliato i fiammiferi, attenzione!
-  Attenzione al Fuoco che danza!
-  Tu fonderai come un fiocco
-  sulla sua lingua scarlatta!
-  Ah! Attenzione! Io riscaldo i bambini buoni!
-  Attenzione! Brucio quelli cattivi!
-  Attenzione! Attenzione! Attento a te!

IL FANCIULLO

Ho paura, ho paura!

A questo punto compaiono la gatta e il gatto di casa che la corteggia.

Approcci, ripulse, schermaglie

IL GATTO E LA GATTA

nhou! Mòrnàou, nàour, moàou!
-  Monhin! Méràhon!

In realtà i gatti hanno un vero e proprio amplesso, la musica lo descrive chiaramente, e nella realizzazione scenica il bambino li guarda attonito e anche spaventato.

      • [Foto] L’enfant et les sortilèges par l’opéra de Lausanne (2014)

Uscito in giardino il bambino viene rimproverato dalle bestie per aver separato le coppie della libellula e del pipistrello, e perché i piccoli del pipistrello sono rimasti senza madre.

IL FANCIULLO

Senza madre!...
-  [Guardando il gatto e la gatta che si fanno le coccole e le altre coppie di animali]
-  Si amano. Sono felici. Non si curano di me...
-  Si amano... non si curano di me... io sono solo...
-  Mamma!...

LE BESTIE

Ah! c’è il Bambino col coltello!
-  C’è il Bambino con il bastone!
-  Il bambino cattivo della gabbia!
-  Il bambino cattivo della reticella!
-  Quello che non ama nessuno
-  e che nessuno ama.
-  Dobbiamo fuggire?
-  No! Bisogna castigarlo.
-  Io ho i miei artigli!
-  Io ho i miei denti!
-  Io le mie ali dotate di unghie!
-  Uniamoci, uniamoci! Ah!

Gli oggetti attaccati diventano persecutóri

      • [Foto] L’enfant et les sortilèges par l’opéra de Lyon (1999)

Si fanno tutte addosso al Fanciullo per ferirlo; nella lotta si feriscono anche fra loro. Il Fanciullo cade a terra malconcio. Quasi nello stesso tempo un piccolo scoiattolo, ferito nella mischia, gli cade accanto con un grido acuto. Il Fanciullo si toglie un nastro dal collo e fascia la zampa ferita dello Scoiattolo, poi ricade senza forze. Silenzio e stupore delle bestie

LE BESTIE

(esitando, in sordina)

ma...mma

LE BESTIE

È buono, il bambino, è bravo, molto bravo, è
-  così bravo e così buono.
-  Ha medicato la ferita, tamponato il sangue.
-  È bravo, così bravo, così dolce.
-  È buono il bambino, è bravo, molto bravo.
-  È così dolce

IL FANCIULLO

(tendendo le braccia)

Mamma!

(Una luce si accende dietro i vetri nella casa. Nello stesso tempo la luna, non velata da nubi, e i riflessi rossi e d’oro del sole tramontato, inondano il giardino di limpida chiarezza. Canto di usignoli, mormorio di alberi e di bestie. Le bestie, ad una ad una, ritirano al Bambino il loro aiuto diventato inutile, sciolgono armoniosamente, con rimpianto, il loro gruppo che si era stretto attorno a lui, ma continuano a scortarlo, anche se da un po’ più lontano: gli fanno festa con lo sbatter delle ali, con capriole di gioia, e poi, fermando all’ombra degli alberi il loro benevolo corteo, lasciano il Bambino solo. In piedi, luminoso e biondo, in un alone di luna e di aurora, tende le sue braccia verso ciò che le bestie hanno chiamato «Mamma!»)

La dichiarazione del bambino relativa alla sua sofferenza per l’esclusione edipica: “Si amano. Sono felici. Non si curano di me...” sembra far infuriare tutti gli animali che ha attaccato, fino a quando lui non fascia con la sua sciarpa la zampa dello scoiattolo che nel parapiglia si è ferito. Le bestie si arrestano vedendo che lo ha fatto e lo aiutano cercando di riportarlo a casa dove potranno aiutarlo.

Questa “favola” e il lavoro di Melanie Klein su di essa, Situazioni d’angoscia infantile espresse in un’opera musicale e nel racconto di un impeto creativo mi tornano sempre alla mente quando lavorando mi accade di assistere ad una situazione o una fase di distruttività rabbiosa, e in qualche modo disperata, di un paziente, adulto o bambino.

Melanie Klein non vide questa rappresentazione, ma lesse la recensione della sua messa in scena berlinese, dove portava il titolo di La parola magica, fatta da Eduard Jakob sul Berliner Tageblatt dal quale prese il contenuto dell’opera e presentò questo lavoro, alla Società britannica di psicoanalisi il 15 maggio 1929. (Munari 2021)

      • “I risultati del mio lavoro mi hanno indotta a concludere che la fase in cui il sadismo è al suo culmine in tutte le zone erogene da cui trae origine, precede il primissimo stadio anale, e che essa assume un’importanza speciale per il fatto di coincidere con lo stadio di sviluppo nel quale compaiono per la prima volta le tendenze edipiche. Ciò vuol dire che il conflitto edipico esordisce sotto il dominio assoluto del sadismo. La mia tesi che la formazione del Super-io si conforma strettamente fin dal principio alle tendenze edipiche e che pertanto l’Io cade sotto il potere del Super-io già in età molto precoce spiega, a mio parere, perché questo potere ha una forza tanto tremenda da far sì che, quando gli oggetti sono introiettati, gli attacchi sferrati contro di essi con tutte le armi del sadismo suscitino nel soggetto la paura di subire attacchi dello stesso tipo da parte degli oggetti esterni e di quelli interiorizzati.”(Klein 1929, 341)

La cosa straordinaria è la costanza nella clinica del ritrovamento e della ripetizione della costellazione di questi temi a contenuto distruttivo, ovviamente diversamente declinati e diversamente rappresentati in scene a seconda del soggetto, seguiti da elementi intensamente persecutori, fino, attraverso il lavoro analitico, a una riparazione finalmente possibile. Proprio come in questa favola, in cui Colette si fa letteralmente “psicoanalista di bambini”, così la definisce Julia Kristeva nel volume a lei consacrato, di Il genio femminile (2002).

Bibliografia

Colette (19) L’enfant et les sortilèges. Trad. it. del libretto. L’orchestra virtuale del Flaminio. flaminioonline.it

Klein M. (1929) Situazioni d’angoscia infantile espresse in un’opera musicale e nel racconto di un impeto creativo. In Scritti 1921-1958, Boringhieri, Torino.

Kristeva J. (2002) Le génie féminin, t. III: Colette, Paris, Gallimard, 2004

Munari F. (2021) Favole: L’enfant et les sortilegès. Le trame dell’edipo. Centro Veneto di Psicoanalisi, 23 gennaio 2021

Ravel M. Colette L’enfant et les sortilèges. Par Opera de Lyon. youtube

Ravel M. Colette L’enfant et les sortilèges. Par Opera de Lausanne. youtube


NOTA: RIPARTIRE DAL BAMBINO. ...

Ricordando il lavoro su "Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe" (Bruno Bettelheim, 1976), un gran plauso a Franca Munari per la ripresa della riflessione su "L’Enfant et les sortilèges", opera composta da Maurice Ravel fra il 1919 ed il 1925, su libretto di Colette (pseudonimo di Sidonie-Gabrielle Colette) intitolato inizialmente "Divertissement pour ma fille"!

Tenendo ferme acquisizioni già presenti nel "lavoro di Melanie Klein su di essa" (1929), Munari formidabilmente così commenta: "La cosa straordinaria è la costanza nella clinica del ritrovamento e della ripetizione della costellazione di questi temi a contenuto distruttivo, ovviamente diversamente declinati e diversamente rappresentati in scene a seconda del soggetto, seguiti da elementi intensamente persecutori, fino, attraverso il lavoro analitico, a una riparazione finalmente possibile. Proprio come in questa favola, in cui Colette si fa letteralmente “psicoanalista di bambini”, così la definisce Julia Kristeva [...]".

Detto questo, a ben vedere, c’è solo da ripartire dal Bambino e (almeno e ancora!) del gioco del rocchetto ... dare il via a una seconda rivoluzione copernicana non solo in filosofia, ma anche in psicoanalisi! Se non ora, quando?!

Freud (come Mosé) non ha cercato di nascere a sé stesso oltre sé stesso e salvarsi dalla claustrofilia?!

Federico La Sala


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