COSMOLOGIA, ANTROPOLOGIA E STORIA.
"L’INFINITO" E "QUESTO" ATTUALE PRESENTE STORICO: UNA LEZIONE DI "GRAMMATICA DELLA FANTASIA".
Note in memoria di Giacomo Leopardi e di Gianni Rodari...
UMANITÀ, UMILIAZIONE, E FILOLOGIA. Come c’è amore (charitas) e "amore" (caritas), patria e "patria", famiglia e "famiglia", c’è anche scuola e "scuola" - e la "scuola" che propone l’umiliazione come "un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità" è proprio di una politica e di una pedagogia che ha perso ogni legame con il messaggio costituzionale ed evangelico.
"L’ ACCA IN FUGA" (Gianni Rodari). La "fatina #muta" è fuggita - e la filologia non lo sa! "La fatina muta potrà servire al lettore per cogliere intuitivamente la realtà complessa di questo strano fenomeno: quello di un suono assente" (Pietro Barbetta, "Chi ricorda la fatina muta?", Doppiozero, 20 novembre 2022) ... ha il #filo di M_Arianna, la Terra-Madre (Eleusis2023 - Demetra).
"QUESTO" PRESENTE STORICO E L’INFINITO SILENZIO. Un’antica esortazione: "Cercate l’antica madre" (Virgilio): riprendere il cammino (Dante2021) e il lavoro di Freud sul gioco del #rocchetto ("Al di là del principio di piacere") e portarsi fuori dall’ecolalico labirinto e dalla edipica #caverna platonica:
A) L’INFINITO - E "QUESTO" ERMO COLLE...:
"Sempre caro mi fu quest’ermo colle / e questa siepe che da tanta parte / dell’ultimo orizzonte il guardo esclude./ Ma sedendo e mirando, interminati/ spazi di là da quella, e sovrumani / silenzi, e profondissima quïete/ io nel pensier mi fingo; ove per poco/ il cor non si spaura. E come il #vento / odo stormir tra queste piante, io quello / infinito silenzio a questa #voce / vo comparando: e mi sovvien l’eterno, /e le morte stagioni, e la presente /e viva, e il suon di lei. Così tra questa/ immensità s’annega il pensier mio: /e il naufragar m’è dolce in questo mare" (Giacomo Leopardi, "L’Infinito").
B) IL PROFETA ELIA E "IL SUSSURRO DI UNA BREZZA LEGGERA" - "IL SUONO DI UN SOTTILE SILENZIO" (Michel Masson):
“Gli disse [Dio a Elia]: ‘Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore’. Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva: ‘Che cosa fai qui, Elia?’”. (1 RE 19, 11-13).