"Legami danneggiati", Michael Eigen
"Quando pensiamo a legami danneggiati, pensiamo a vincoli reciproci, all’attaccamento madre-bambino, alle connessioni con se stessi, con l’altro, con l’universo. Nessuno sfugge al danneggiamento di questi legami o della propria capacità di instaurarne" (p.11). "C’è nella terapia un aspetto ’osmotico’ che non deve essere trascurato. Le persone sono sensibili e avvertono l’impatto reciproco ma spesso non sanno che farne. Il terapeuta è una sorta di specialista nel lasciare entrare l’altro, sentirne l’impatto, percepire le immagini e i pensieri cui il contatto con l’altro dà origine. Il paziente percepisce non solo il terapeuta, ma anche l’effetto che egli stesso esercita sul terapeuta. Cosa ne fa il terapeuta di questo impatto? Fino a che punto può lascarlo crescere? Dove lo porterà? ... Dove cominciano gli scambi emotivi?" (p. 5).
"Per Freud era senso comune che le cure materne mirino ad alleviare il malessere del bambino. Ferenczi descrive la madre che smussa la pulsione di morte e riconcilia il bambino con la vita. Bion raccoglie questo filo e sviluppa il concetto kleiniano di identificazione proiettiva come mezzo per costruire il senso di contatto" (p.47). "La capacità di sognare è alleata della capacità di provare sentimenti ed elaborarli" (p.48). "Una relazione che sopravvive alle vicissitudini è affine all’oggetto di Winnicott (1989) che sopravvive alla distruzione, o al sé di Bion (1970) che si muove tra frammentazione e sicurezza" (p.71).
"Ricerca e proiezione vanno insieme. La ricerca dell’altro è parte integrante della personalità che proietta (Bion, 1922, p.56). Ricerca e proiettare costituiscono una sorta d’impulso a comunicare il sé e toccare la realtà. Ci si protende nello spazio esterno per trovare lo spazio interno di un’altra persona. L’immagine dei segnali inviati nello spazio nella speranza che il messaggio sia raccolto da altri esseri viventi si applica bene a quanto avviene ogni secondo fra di noi con rapidità vertiginosa. Cerchiamo di comunicare la nostra capacità di comunicare e, allo stesso tempo, tentiamo di comunicare noi stessi" (p. 80).
* Cfr. Michael Eigen, "Legami danneggiati", Astrolabio Ubaldini Edizioni, 2007.