Nel 1994 il colonnello era a capo delle milizie Hutu che uccisero 800.000 civili
La sentenza è la prima comminata per un responsabile del genocidio dal tribunale dell’Onu
Ruanda, condannato Bagosora
guidò il massacro dei Tutsi
ARUSHA - Il Tribunale penale internazionale per il Ruanda ha condannato oggi all’ergastolo il colonnello Théoneste Bagosora, considerato il "cervello" del genocidio dei Tutsi nel 1994. E’ la prima condanna di un responsabile del massacro ruandese comminata dalla corte riunita in Tanzania.
Bagosora, 67 anni, è accusato di essere stato a capo delle truppe e delle milizie Interahamwe Hutu che sterminarono 800.000 persone, tra membri della minoranza Tutsi e moderati Hutu.
Il colonnello era capo di gabinetto del ministero della Difesa negli anni del genocidio. Secondo l’accusa, Bagosora nel 1993, dopo aver chiuso il negoziato con i ribelli Tutsi del Fronte patriottico ruandese (Fpr, oggi al potere a Kigali) annunciò che sarebbe tornato nel suo Paese per "preparare l’apocalisse". Parole che il militare nega di aver mai pronunciato, proclamandosi innocente e rifiutando di definire quello ruandese un "genocidio".
La stessa corte - istituita alla fine del 1994 ad Arusha, in Tanzania - ha riconosciuto colpevoli degli stessi capi di imputazione altri due accusati, il maggiore Aloys Ntabakuze ed il colonello Anatole Nsengiyumva, entrambi condannati all’ergastolo. Il tribunale ha invece assolto il generale Gratien Kabiligi, ex capo delle operazioni militari e ne ha ordinato l’immediato rilascio.
Le uccisioni di massa iniziarono il 7 aprile 1994, all’indomani dell’abbattimento dell’aereo che trasportava i presidenti del Ruanda e del Burundi, colpito da un missile mentre si preparava ad atterrare nella capitale ruandese di Kigali. Bagosora, estremista hutu, dichiarò immediatamente che l’esercito aveva assunto il controllo della situazione. Poche ore dopo, truppe governative e squadroni della morte iniziarono ad uccidere i Tutsi. Il massacro durò cento giorni.
L’atto di accusa a carico di Bagosora affermava che l’ex capo di gabinetto del ministero della Difesa era contrario alle concessioni fatte dal suo governo ai ribelli Tutsi durante i colloqui di pace che si tennero in Tanzania nel 1993. Secondo l’Onu il genocidio fu organizzato nel dettaglio con tanto di liste di esponenti tutsi e leader dell’opposizione individuati come bersagli da assassinare.
* la Repubblica, 18 dicembre 2008