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Pacs

Don Andrea Gallo risponde su "la Voce di Fiore" alla lettera di Blondet

Dal forum: Pacs, Don Gallo contro la Chiesa: intollerante* - a cura di pfls
sabato 27 maggio 2006 di Vincenzo Tiano
Egregio sig. Blondet
ho letto la sua lettera aperta....a me sembra uno scritto molto chiuso. Prima di tutto ci sono alcune inesattezze e perfino falsità. Il tema delle ragazze albanesi era stato trattato da una speciale trasmissione condotta, alla RAI, da Gad Lerner, alla presenza del Cardinale Tonini, il quale mi aveva "assolto" alla presenza di molti teologi e religiosi. Caro maurizio, forse Lei dimentica che in Italia vige una Legge per l’interruzione di gravidanza e nella nostra amata (...)

In risposta a:

> Don Andrea Gallo risponde alla lettera di Blondet

sabato 27 maggio 2006

Carissimi tutti,

ringraziandovi per la vostra accorata partecipazione a questo furum e rivolgendo un pensiero cordiale al nostro don Andrea, vi informo che il sindaco di San Giovanni in Fiore presenterà una performance teatrale, il primo giugno, dal titolo Lectura Prendentis. Ecco un’anticipazione del testo che leggerà in cattedrale, con tono beniano e benevolo.

La chiappa sollevò dal nero cesso quel purgator, reggendola agli appigli del bagno ch’elli usava giammai da fesso.

Poi cominciò: «Tu vuo’ ch’io mi ripigli disperato dolor ch’ancor mi preme già pur premendo, prima ch’io m’assottigli.

Ma se le mie parole esser sì ritorte che frutti infamia al banditor ch’io sono, parlar e lagrimar vedrai le porte.

Io non so chi tu se’ né per che modo venuto se’ qua giù; ma Caparezza mi sembri veramente quand’io t’odo.

Tu dei saper ch’i’ fui già socialista, e questi è l’arcingordo Orlandi: or ti dirò perch’ i’ son sceso in pista.

Che per l’effetto de’ suo’ regali fidandomi di lui io fui preso e poscia lesso dir farò a’ rivali;

però quel che non puoi avere inteso, cioè come la faccia mia fu nuda, udirai, e saprai s’e’ m’ha offeso.

Nel breve pertugio dentro da la Chiazza la qual per me ha ’l titol de la cuenta, e mi conviene ancor ch’altrui si piazza,

m’avea mostrato per lo suo forame più lune già, quand’io feci ’l mal sonno che del futuro mi squarciò ’l velame.

Questi pareva a me maestro e donno, lodando il lupo e ’ lupicini al monte per che i florensi veder Garga non ponno.

Con cagne magre, studiose e conte Mascari con Zaretta e Piticanni s’avea messi dinanzi da la fronte.


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