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Difensore civico

Perché serve il Difensore civico a San Giovanni in Fiore. Storie di normale illegalità mafiosa. San Giovanni in Fiore: la cupola della Sila - di Emiliano Morrone

venerdì 2 giugno 2006 di Emiliano Morrone
Ho appena letto un’intervista del vicedirettore del giornale rilasciata a Luca Oliverio, esperto di comunicazione. Vincenzo Tiano ha messo bene in evidenza, nelle sue risposte, le funzioni e i poteri del difensore civico, istituito con legge dello Stato. Ha sviluppato un discorso tecnico, in modo semplice, diretto ed efficace. Il difensore civico assiste il cittadino quando la pubblica amministrazione non si comporta correttamente nei suoi confronti. Credo che, con altrettanta semplicità, (...)

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> Perché serve il Difensore civico a San Giovanni in Fiore. Storie di normale illegalità mafiosa. San Giovanni in Fiore: la cupola della Sila - di Emiliano Morrone

sabato 3 giugno 2006

Caro Beppe,

intanto grazie per i suggerimenti. Il problema, a mio avviso, sta nell’emigrazione, come indica, con altri termini, l’amico prof Federico La Sala. Chi è partito da San Giovanni in Fiore non ritiene perfettamente inevitabile e naturale l’illegalità diffusa e garantita dall’organizzazione politico-sociale sul posto, che ho sempre definito mafiosa. La mafia non è solo quella che spara, mura, scioglie e uccide. La mafia si serve del ricatto. La Arendt parlava di terrore e propaganza a proposito del totalitarismo. Anche a San Giovanni in Fiore esiste una simile strategia. La gente è toccata nell’economia: quanti non hanno votato Gianni Vattimo per timore che ci fosse una ritorsione sui figli, già sistemati da precari o sulla via di un’assistenza a tempo determinato? Vedi, io penso che gli emigrati, i quali hanno dovuto faticare per entrare nel mondo del lavoro, sono abituati a ben altri sistemi civili con cui è ordinata la società. Quindi, si rendono conto che nella città d’origine ci sono anomalie insopportabili e che le stesse determinano una progressiva degenerazione, come è stato recentemente scritto sul Corriere della Sera, in ambito morale, culturale e politico. Per me, il metodo dei volantini non è la chiave di volta. La gente sa perfettamente che esistono ingiustizie e potentati. Oggi, non siamo più nell’ignoranza degli inizi della Repubblica: l’istituto del difensore civico è conosciuto, t’assicuro. Credo che il problema risieda principalmente nella cattiva volontà dei giovani rimasti in città. Molti di loro hanno subito quello che Alfonso Iacono chiama processo di naturalizzazione. Gli sta bene e non sopportano, come i meno giovani, che gli vengano cambiate le carte. Tutto sommato, molti di loro sono candidati a succedere ai padri nella diretta gestione della cosa pubblica. Secondo me, se davvero si vuole il difensore civico, bisogna che si muovano anzitutto loro. Vincenzo Tiano e io siamo, per esempio, emigrati in Italia. E non siamo così decrepiti. Potremmo non interessarci alle vicende di San Giovanni in Fiore e vivere solo coi nostri obiettivi personali. Perché ci sia il difensore civico non occorrono dimostrazioni o persuasioni. Personalmente, sono stanco di convincere i miei concittadini. Anzi, argomentare troppo è un errore. Quando Gianni (Vattimo) arrivò a San Giovanni in Fiore, ci chiedevano di mostrare la sua sangiovannesità. Dovevamo provare che non era pericoloso, che avrebbe rispettato lo stato delle cose, secondo molti, e che avrebbe agito lasciandosi condizionare dalle masse. Dove stava - e dove si trova - realmente il pericolo? Perché il nostro sindaco non dice una parola sul difensore civico? Non è forse l’autonomia e l’estrema attenzione alle necessità sociali che ci permette di esprimere un giudizio positivo su un rappresentante istituzionale? E quella politica annunciata dal sindaco, di trasparenza e tutela dei cittadini, solo promessa in seguito alla campagna elettorale dei vattimiani sui diritti, dove è andata a finire? Se i giovani sul posto non si attivano e pensano che il top dell’esistenza sia credere di fare opinione - con tutto il rispetto - su Ebeteinfiore, non accadrà mai qualcosa di nuovo. Perché, dobbiamo chiederci, chi vive a San Giovanni in Fiore non fa niente? Quali le iniziative locali per migliorare il rapporto fra utente e pubblica amministrazione? In attesa di risposta, saluto tutti con sincera cordialità.

Emiliano Morrone


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