Difensore civico

Perché serve il Difensore civico a San Giovanni in Fiore. Storie di normale illegalità mafiosa. San Giovanni in Fiore: la cupola della Sila - di Emiliano Morrone

venerdì 2 giugno 2006.
 

Ho appena letto un’intervista del vicedirettore del giornale rilasciata a Luca Oliverio, esperto di comunicazione. Vincenzo Tiano ha messo bene in evidenza, nelle sue risposte, le funzioni e i poteri del difensore civico, istituito con legge dello Stato. Ha sviluppato un discorso tecnico, in modo semplice, diretto ed efficace. Il difensore civico assiste il cittadino quando la pubblica amministrazione non si comporta correttamente nei suoi confronti. Credo che, con altrettanta semplicità, occorra spiegare, di là da tutto, perché averlo a San Giovanni in Fiore è cosa assolutamente necessaria. Parto dalle convocazioni del consiglio comunale, spesso e volentieri in palese violazione delle regole. Nella storia amministrativa e politica della città florense, abbiamo assistito, non molto lontano nel tempo, a una convocazione consiliare tardiva verso Gianni Vattimo. Dolosamente tardiva? Involontariamente tardiva? Tardiva. Il fatto, legato all’approvazione del bilancio comunale, poteva certamente comportare lo scioglimento del consiglio e il ritorno alle urne. In sostanza, quando si convoca un consiglio comunale, non si può pensare che si stanno invitando degli amici per una partita a carte. Di conseguenza, non si può rimediare con scuse e pretesti. Le convocazioni istituzionali debbono avvenire secondo le regole e non sulla base di prassi da bar, come è stato nel caso appena ricordato. Punto secondo: non si può evitare di inserire nell’ordine del giorno d’un consiglio la richiesta presentata nei termini da un suo membro. Ciò è avvenuto di recente e, guarda caso, ha interessato un consigliere del movimento politico "Vattimo per la città". Il presidente del consiglio comunale di San Giovanni in Fiore, l’avvocato Franca Migliarese Caputi, ha - dolosamente?, involontariamente? - omesso di aggiornare l’ordine dei lavori consiliari secondo una richiesta regolarmente presentata da Marco Militerno, del gruppo di Vattimo. Punto terzo: il suo predecessore, si noti, uno che occupava un ruolo istituzionale, aveva due fabbricati abusivi nei pressi di San Giovanni in Fiore. Punto quarto: presso l’Ufficio tecnico comunale, è prassi consolidata che si ricorra ad anomali procedure, con date sballate circa la produzione di atti ufficiali. E non è tutto. Ci sono imprenditori ben protetti che hanno potuto costruire, coperti dall’Ufficio tecnico, scaduta la prescritta licenza edilizia. Questo, si dirà, è un fatto italiano. Dunque, si dirà, bisogna farci la mano, abituarsi, convenire e, in ultimo, considerarlo non illegittimo, legittimo. Punto quinto: i teorici dell’inutilità del difensore civico debbono argomentare in qualche modo la loro posizione. Fin qui, il loro punto di forza è stato il seguente. Il ruolo del difensore può essere tranquillamente svolto da un consigliere comunale. Perché, se è così, lo Stato ha istituito una figura di controllo con un suo ufficio, distinta, autonoma e perfino dotata di poteri di commissariamento, laddove un ente pubblico non rispetti alcuni obblighi fondamentali? Sarebbe interessante avere una risposta chiara, puntuale e non tardiva. Punto sesto: perché molti documenti sono irreperibili in municipio o hanno protocolli dolosamente o involontariamente tardivi? Si dice che in diritto penale esiste il fatto, in diritto civile la prova e in diritto amministrativo il nulla. Oggi, i dirigenti comunali, con molto potere discrezionale, sono responsabili degli atti dei loro uffici. Bene. A San Giovannni in Fiore, solo a titolo d’esempio, un tizio ha potuto edificare un fabbricato in una zona dove non è permesso ad altri. Ciò è avvenuto con la firmetta del responsabile dell’ufficio di competenza. La questione è arrivata in consiglio comunale, in seguito alle proteste d’un comitato. In ultimo, i consiglieri hanno discusso così tanto da arrivare alla Juventus, al Milan e alla metafisica del campionato di calcio. L’edificio è sorto tranquillamente, beatamente e dannosamente, alla faccia del potere di controllo dei consiglieri. Io penso che di queste cose concrete bisogna parlare, capendo che il difensore civico sarebbe un forte ostacolo ad una tale, diffusa illegalità. Un difensore civico può sempre scrivere alla magistratura ordinaria. Se lo fa, non è come se lo facessimo io, Vincenzo Tiano o Federico La Sala. Marco Travaglio docet. A me pare, francamente, che la questione sollevata da Vincenzo Tiano, circa la necessità e l’urgenza del difensore civico, non sia sentita dai cittadini, i quali dovrebbero essere i primi a unirsi al comitato. Se così non è, significa solo che la gente sta bene nell’illegalità. Dispiace, non riesco a trovare altre spiegazioni. A meno di non ricorrere, come i famosi consiglieri, alla Juve, al Milan e alla metafisica del campionato. Tardivi sì ma non ritardati.

Emiliano Morrone


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