Ho appena letto un’intervista del vicedirettore del giornale rilasciata a Luca Oliverio, esperto di comunicazione. Vincenzo Tiano ha messo bene in evidenza, nelle sue risposte, le funzioni e i poteri del difensore civico, istituito con legge dello Stato. Ha sviluppato un discorso tecnico, in modo semplice, diretto ed efficace. Il difensore civico assiste il cittadino quando la pubblica amministrazione non si comporta correttamente nei suoi confronti. Credo che, con altrettanta semplicità, occorra spiegare, di là da tutto, perché averlo a San Giovanni in Fiore è cosa assolutamente necessaria. Parto dalle convocazioni del consiglio comunale, spesso e volentieri in palese violazione delle regole. Nella storia amministrativa e politica della città florense, abbiamo assistito, non molto lontano nel tempo, a una convocazione consiliare tardiva verso Gianni Vattimo. Dolosamente tardiva? Involontariamente tardiva? Tardiva. Il fatto, legato all’approvazione del bilancio comunale, poteva certamente comportare lo scioglimento del consiglio e il ritorno alle urne. In sostanza, quando si convoca un consiglio comunale, non si può pensare che si stanno invitando degli amici per una partita a carte. Di conseguenza, non si può rimediare con scuse e pretesti. Le convocazioni istituzionali debbono avvenire secondo le regole e non sulla base di prassi da bar, come è stato nel caso appena ricordato. Punto secondo: non si può evitare di inserire nell’ordine del giorno d’un consiglio la richiesta presentata nei termini da un suo membro. Ciò è avvenuto di recente e, guarda caso, ha interessato un consigliere del movimento politico "Vattimo per la città". Il presidente del consiglio comunale di San Giovanni in Fiore, l’avvocato Franca Migliarese Caputi, ha - dolosamente?, involontariamente? - omesso di aggiornare l’ordine dei lavori consiliari secondo una richiesta regolarmente presentata da Marco Militerno, del gruppo di Vattimo. Punto terzo: il suo predecessore, si noti, uno che occupava un ruolo istituzionale, aveva due fabbricati abusivi nei pressi di San Giovanni in Fiore. Punto quarto: presso l’Ufficio tecnico comunale, è prassi consolidata che si ricorra ad anomali procedure, con date sballate circa la produzione di atti ufficiali. E non è tutto. Ci sono imprenditori ben protetti che hanno potuto costruire, coperti dall’Ufficio tecnico, scaduta la prescritta licenza edilizia. Questo, si dirà, è un fatto italiano. Dunque, si dirà, bisogna farci la mano, abituarsi, convenire e, in ultimo, considerarlo non illegittimo, legittimo. Punto quinto: i teorici dell’inutilità del difensore civico debbono argomentare in qualche modo la loro posizione. Fin qui, il loro punto di forza è stato il seguente. Il ruolo del difensore può essere tranquillamente svolto da un consigliere comunale. Perché, se è così, lo Stato ha istituito una figura di controllo con un suo ufficio, distinta, autonoma e perfino dotata di poteri di commissariamento, laddove un ente pubblico non rispetti alcuni obblighi fondamentali? Sarebbe interessante avere una risposta chiara, puntuale e non tardiva. Punto sesto: perché molti documenti sono irreperibili in municipio o hanno protocolli dolosamente o involontariamente tardivi? Si dice che in diritto penale esiste il fatto, in diritto civile la prova e in diritto amministrativo il nulla. Oggi, i dirigenti comunali, con molto potere discrezionale, sono responsabili degli atti dei loro uffici. Bene. A San Giovannni in Fiore, solo a titolo d’esempio, un tizio ha potuto edificare un fabbricato in una zona dove non è permesso ad altri. Ciò è avvenuto con la firmetta del responsabile dell’ufficio di competenza. La questione è arrivata in consiglio comunale, in seguito alle proteste d’un comitato. In ultimo, i consiglieri hanno discusso così tanto da arrivare alla Juventus, al Milan e alla metafisica del campionato di calcio. L’edificio è sorto tranquillamente, beatamente e dannosamente, alla faccia del potere di controllo dei consiglieri. Io penso che di queste cose concrete bisogna parlare, capendo che il difensore civico sarebbe un forte ostacolo ad una tale, diffusa illegalità. Un difensore civico può sempre scrivere alla magistratura ordinaria. Se lo fa, non è come se lo facessimo io, Vincenzo Tiano o Federico La Sala. Marco Travaglio docet. A me pare, francamente, che la questione sollevata da Vincenzo Tiano, circa la necessità e l’urgenza del difensore civico, non sia sentita dai cittadini, i quali dovrebbero essere i primi a unirsi al comitato. Se così non è, significa solo che la gente sta bene nell’illegalità. Dispiace, non riesco a trovare altre spiegazioni. A meno di non ricorrere, come i famosi consiglieri, alla Juve, al Milan e alla metafisica del campionato. Tardivi sì ma non ritardati.
Emiliano Morrone
Caro Beppe,
intanto grazie per i suggerimenti. Il problema, a mio avviso, sta nell’emigrazione, come indica, con altri termini, l’amico prof Federico La Sala. Chi è partito da San Giovanni in Fiore non ritiene perfettamente inevitabile e naturale l’illegalità diffusa e garantita dall’organizzazione politico-sociale sul posto, che ho sempre definito mafiosa. La mafia non è solo quella che spara, mura, scioglie e uccide. La mafia si serve del ricatto. La Arendt parlava di terrore e propaganza a proposito del totalitarismo. Anche a San Giovanni in Fiore esiste una simile strategia. La gente è toccata nell’economia: quanti non hanno votato Gianni Vattimo per timore che ci fosse una ritorsione sui figli, già sistemati da precari o sulla via di un’assistenza a tempo determinato? Vedi, io penso che gli emigrati, i quali hanno dovuto faticare per entrare nel mondo del lavoro, sono abituati a ben altri sistemi civili con cui è ordinata la società. Quindi, si rendono conto che nella città d’origine ci sono anomalie insopportabili e che le stesse determinano una progressiva degenerazione, come è stato recentemente scritto sul Corriere della Sera, in ambito morale, culturale e politico. Per me, il metodo dei volantini non è la chiave di volta. La gente sa perfettamente che esistono ingiustizie e potentati. Oggi, non siamo più nell’ignoranza degli inizi della Repubblica: l’istituto del difensore civico è conosciuto, t’assicuro. Credo che il problema risieda principalmente nella cattiva volontà dei giovani rimasti in città. Molti di loro hanno subito quello che Alfonso Iacono chiama processo di naturalizzazione. Gli sta bene e non sopportano, come i meno giovani, che gli vengano cambiate le carte. Tutto sommato, molti di loro sono candidati a succedere ai padri nella diretta gestione della cosa pubblica. Secondo me, se davvero si vuole il difensore civico, bisogna che si muovano anzitutto loro. Vincenzo Tiano e io siamo, per esempio, emigrati in Italia. E non siamo così decrepiti. Potremmo non interessarci alle vicende di San Giovanni in Fiore e vivere solo coi nostri obiettivi personali. Perché ci sia il difensore civico non occorrono dimostrazioni o persuasioni. Personalmente, sono stanco di convincere i miei concittadini. Anzi, argomentare troppo è un errore. Quando Gianni (Vattimo) arrivò a San Giovanni in Fiore, ci chiedevano di mostrare la sua sangiovannesità. Dovevamo provare che non era pericoloso, che avrebbe rispettato lo stato delle cose, secondo molti, e che avrebbe agito lasciandosi condizionare dalle masse. Dove stava - e dove si trova - realmente il pericolo? Perché il nostro sindaco non dice una parola sul difensore civico? Non è forse l’autonomia e l’estrema attenzione alle necessità sociali che ci permette di esprimere un giudizio positivo su un rappresentante istituzionale? E quella politica annunciata dal sindaco, di trasparenza e tutela dei cittadini, solo promessa in seguito alla campagna elettorale dei vattimiani sui diritti, dove è andata a finire? Se i giovani sul posto non si attivano e pensano che il top dell’esistenza sia credere di fare opinione - con tutto il rispetto - su Ebeteinfiore, non accadrà mai qualcosa di nuovo. Perché, dobbiamo chiederci, chi vive a San Giovanni in Fiore non fa niente? Quali le iniziative locali per migliorare il rapporto fra utente e pubblica amministrazione? In attesa di risposta, saluto tutti con sincera cordialità.
Emiliano Morrone
Sono ottimista Emiliano, i cittadini ancora non sanno. I politici dovrebbero sapere di più. Ad esempio Giovanni Iaquinta (Ds) che è un letterato. Non può non conoscere il Difensore civico, che oramai esiste dal 1991. Se lo ignora, gli ricordo il defensor plebis o civitatis dell’antica Roma. Se non lo considera imporante, ci dica perchè e quali le priorità. E’ facile mettersi sulla bocca parole come "dalla parte dei deboli, dei poveri". Chi sono i frustrati e i frustratori? Chi gli sfruttati e gli sfruttatori? Chi i deboli e i forti? Cittadini, fate sentire la vostra voce. Per non essere sempre sudditi del sistema.
Vincenzo Tiano
Complimenti sinceri per tutto quello che stai facendo a difesa dei diritti, della legalità e dell’emancipazione. Qualcuno potrebbe dirci che ce la suoniamo e cantiamo fra di noi. Non è da sottovalutare il tuo impegno, il tuo insistere, lottare, cercare. Sono proprio contento di avere un vicedirettore come te. E non mi vergogno di scriverlo publicamente. Ho appena sentito Federico La Sala. Mammasantissima, mi pare che i nostri discorsi filino. Spero solo che quei matti dei fratelli Zappone combinino qualcosa di buono al Mugello. Non ho dubbi, sono unici. Questo per significare che la nostra Voce è ufficialmente accreditata al Mugello., dove seguirà la gara di Moto Gp del prossimo 4 giugno. Insomma, legalità, arte, cultura, politica, giustizia, difesa dei più deboli, eventi, scambi, confronti: questa è la Voce di Fiore. Io lo debbo ai miei più stretti collaboratori e soprattutto a te, Vincenzo. Grazie.
emiliano
Ciò che faccio mi piace, questo importa. Ne approfitto, finchè dura. Per adesso (in questo specifico periodo della mia vita) ho voglia di dire la mia, poi può darsi mi ritirerò nel silenzio. Grazie a te, Emiliano per lo spazio che mi hai dato e la fiducia che dimostri, al punto da darmi la vicedirezione del giornale, pur non essendo io giornalista. La gente potrebbe pensare alla voce come un’organizzazione, una struttura, relazioni serrate. Nulla di tutto ciò: facciamo a distanza, sentendoci raramente e per fortuna essendo coordinati senza volerlo. Se la gente pensa che ce la cantiamo e suoniamo, poco importa. Se Saverio Basile pubblica un tuo articolo sostituendo la parola giurista a me riferita con quella di avvocato credendo che i due termini siano sinonimi, tanto meglio: la gente penserà ad una laurea onoris causa che ho preso all’Università morronea-mediterranea! Soprattutto mi citi spesso e ti ringrazio. L’importante è non avere padroni e non fare il lustrascarpe. "Io scriverò se vuoi perché cerco un mondo diverso/ con stelle al neon e un poco d’universo/ io scriverò sul mondo e sulle sue brutture /sulla mia immagine pubblica e sulle camere oscure /sul mio passato e sulle mie paure. Questo è Rino Gaetano, oggi è anche la sua festa perchè in questa data lasciò il mondo: lo ricordiamo con amore.
Grazie emilià
vincenzo