Difesa civica

San Giovanni in Fiore, costituito il comitato per il difensore civico. Proverà a fermare gli abusi d’una pubblica amministrazione piena di procedimenti, anche penali

sabato 28 gennaio 2006.
 

Già su "il Crotonese" (www.ilcrotonese.it)

Il comportamento negli uffici comunali di San Giovanni in Fiore ha convinto un gruppo apartitico a costituire un comitato per l’istituzione del difensore civico. Dalla città e da molte università italiane con studenti del luogo, è partita una spinta e una rete di solidarietà per raccogliere le istanze di cittadini in contesa con l’amministrazione pubblica. Molti studenti florensi, soprattutto iscritti alla facoltà di giurisprudenza, hanno deciso di coalizzarsi con alcuni residenti a San Giovanni in Fiore, per fornire consulenza, assistenza e intervento a persone lese dal potere pubblico. “L’obiettivo è di sensibilizzare la città - spiega uno degli ideatori, Antonio Iaquinta - perché si prema addosso alla politica al fine di ottenere, poi, il difensore civico comunale”. “Nello stesso tempo - prosegue Iaquinta - possiamo dare l’esempio di un’azione utile alla collettività, disinteressata, invitando tutti a partecipare a questa importante iniziativa a favore dei nostri diritti”. In passato, quando Succurro era sindaco, nella discussione sulla modifica dello statuto comunale, Giovanni Greco e Saverio Basile, allora entrambi del movimento politico Risveglio florense, s’erano molto battuti - e sbattuti - per disciplinarne i poteri d’intervento e le strutture operative all’interno di quella fonte normativa. Il risultato fu, nonostante i rigorosi studi e le proposte articolate dei due consiglieri pro Crotone, che la maggioranza di centrosinistra, senza troppe sottigliezze, bocciò di forza l’idea, argomentando che “l’unica difesa possibile per i cittadini s’individua nei consiglieri comunali”. Di seguito, i membri del consiglio non costituirono un tramite fra cittadino e amministrazione pubblica, se non, spesso, per la concessione di licenze edilizie veloci e per vicende non collegate alla sfera del diritto. Fu aggirata, insomma, la questione più importante: la presenza d’un garante dell’utenza comunale, capace di replicare giuridicamente in caso di mancanze o violazioni di funzionari e dirigenti. Nella scorsa campagna elettorale, il movimento del filosofo Gianni Vattimo riprese il problema, cogliendone aspetti e implicazioni più generali. “A San Giovanni in Fiore esiste una pericolosa illegalità”, dice Vincenzo Mauro, pediatra tra i fondatori del comitato per la difesa civica comunale. E Vincenzo Tiano, giovane giurista domiciliato a Bologna e membro del comitato, ne illustra la situazione in Italia, rilevando quanto la maturità politica di istituzioni nel centro-nord abbia determinato efficaci sistemi di tutela dei diritti davanti alla pubblica amministrazione. Sino alle elezioni, l’attuale sindaco di San Giovanni in Fiore, Antonio Nicoletti, assicurò, a riguardo, un cambiamento di prospettiva. A oggi, però, nonostante la buona volontà dichiarata, non sembra che lui e i collaboratori di giunta abbiano messo mano su anomali procedimenti dell’Ufficio tecnico comunale né che abbiano manifestato una qualche forma di tutela verso dipendenti pubblici, stranamente impiegati per compiti diversi da quelli della loro professione. Ad oggi, per l’Ufficio tecnico, le cause pendenti fioccano e interessano perfino faccende di rilievo penale. Questa situazione non implica qualcosa, sino all’ultimo grado di giudizio. Comunque, non è affatto una buona presentazione per il Municipio di San Giovanni in Fiore. Tanti, ormai, cominciano a pensare che le resistenze politiche all’istituzione del difensore civico nascano soprattutto dall’intenzione di evitare argini e controlli per tecnici comunali, accusati, senza esiti, da diversi comitati rionali.

Emiliano Morrone


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