Dove osano i Cardinali
di Gianfranco Pasquino *
Totalmente incuranti della qualità delle disposizioni contenute nel disegno di legge Bindi-Pollastrini, che sono assolutamente liberali e nient’affatto disgregatrici della famiglia classica, fondata sul matrimonio, non soltanto alcuni cardinali italiani e i loro ossequienti seguaci politici, ma lo stesso Papa, ritornano in campo con insistenza e con veemenza. Non argomentano, intimano e pretendono di dettare addirittura i comportamenti di voto dei parlamentari.
Altro che Tevere più stretto! Si tratta di una vera e propria inondazione che minaccia di lambire Montecitorio e Palazzo Madama.
È evidente che, al di là del merito specifico, che considerano irrilevante, del disegno di legge sul riconoscimento delle convivenze, la Curia romana e il suo Papa stanno perseguendo un disegno molto più ambizioso, decisamente politico e nient’affatto pastorale.
La premessa del grande disegno è stata rappresentata da quella che considerano, erroneamente, una loro grande vittoria nel referendum che voleva abolire la pessima legge sulla fecondazione assistita e sull’uso per ricerca delle cellule staminali, anche se interpretare l’astensionismo come segnale forte e inequivocabile di consenso appare una notevole forzatura della situazione. Poi, è venuto, direttamente dal Vicariato di Roma lo schiaffo a Piergiorgio Welby con il diniego, a fronte di una sua esplicita richiesta, di una cerimonia religiosa. Qui, il segnale era diretto, senza nessuna traccia né di pietas né di caritas, davvero urbi et orbi. Pressappoco così: «sappiano tutti che a nessuno che abbia chiesto e ottenuto di porre fine alle sue sofferenze in punto di morte verrà concesso un funerale religioso». Adesso, la battaglia è diventata campale poiché la Chiesa e il suo Papa saggiano la consistenza, l’ossequienza e la fedeltà delle loro divisioni (in senso belliche) politiche e parlamentari. Non soltanto al di là del Tevere qualcuno, grazie ai lunghi incontrastati anni di guida dei vescovi italiani ad opera del Cardinale Camillo Ruini, ha deciso che non è soltanto opportuno, ma addirittura doveroso, dettare le posizioni che tutti i cattolici, in special modo se "adulti", dovrebbero seguire. La Chiesa Cattolica Romana ha stabilito che la sfida debba essere portata alla stessa laicità dello Stato italiano e che verrà condotta facendo leva sui politici a lei vicini (che, purtroppo, non sono soltanto quelli di "destra").
Non potendo più fare affidamento su un partito che, in buona, ma mai totale o incondizionata, misura, sapeva svolgere la mediazione necessaria fra valori, come fu, salvo qualche sbandamento (vedi: divorzio) la Democrazia Cristiana (ma quelli erano altri politici e, forse, anche altri Papi...), la Chiesa ha deciso non soltanto di esaltare il suo ruolo pubblico, che nessuno negherebbe, anzi, nessuno in Italia ha mai negato, ma di fare politica in prima persona. Sono due attività alquanto diverse. Svolgere un ruolo pubblico significa partecipare a un dibattito portando argomenti e anche formulando proposte, nella consapevolezza che, alla fine, nei sistemi politici democratici, di quelle proposte decideranno coloro che sono stati eletti e che hanno la delega a scegliere interpretando un interesse generale, e che quegli argomenti verranno sottoposti a scrutinio anche per saggiarne la loro validità scientifica. Fare politica in prima persona, da parte della Chiesa, richiamandosi con durezza a non incontestabili princìpi religiosi e volendoli imporre non soltanto ai cattolici, ma a tutta la società è, invece, bisogna dirlo con estrema chiarezza, un segnale inequivocabile di fondamentalismo.
Giustamente combattuto nel resto del mondo, quando fa la sua comparsa nelle dichiarazioni e nei comportamenti di altre religioni organizzate, il fondamentalismo di Ruini e di Ratzinger merita uguale scrutinio e uguale contrasto. Non starò a dire che il contenimento del fondamentalismo cattolico è un servizio che i laici, credenti e no, fanno alla stessa Chiesa cattolica, poiché sono del tutto fedele al principio di (mia personale) non ingerenza. Valuti la Chiesa se le conviene, in termini di apostolato, di proselitismo, di difesa dei suoi princìpi, esporsi e interferire come sta facendo in Italia oggi. Valutino anche i parlamentari italiani, di destra e di sinistra. Quanto agli italiani, cittadini e politici, tocca a loro rivendicare e difendere l’autonomia della politica a servizio di una società aperta, più giusta, che vuole possibilità di scelta e non imposizioni, coesione sociale e non sottomissione.
* l’Unità, Pubblicato il: 11.02.07, Modificato il: 11.02.07 alle ore 17.20