Caro Vincenzo e caro Mauro, che votare è un dovere civico non dovrebbe essere la Chiesa a ribadirlo, bensì dovrebbe essere iscritto a caratteri cubitali nelle nostre coscienze di cittadini e cittadine italiani (VIVA LA COSTITUZIONE ! VIVA I NOSTRI PADRI E LE NOSTRE MADRI !). Ma in questo periodo di votazioni frequenti, di Campionati Mondiali di Calcio, di mare e di sole, di vacanze e di scampagnate fuori porta, probabilmente si mette in secondo piano questo nostro diritto e dovere, chiamato VOTO, che i nostri PADRI e MADRI ci hanno permesso di espletare scegliendo la DEMOCRAZIA e la stesura di quella "SANTA COSTITUZIONE", che in questa testata è così, a ragione, pubblicizzata ed enfatizzata dal nostro Federico.
La Chiesa non deve fare politica ma, seguendo il suo Magistero, dare delle direttive, affinchè si continui su quella strada tracciata e illuminata dal vangelo, che vede l’uomo al centro dell’universo. Quando esiste un pericolo per la dignità e la libertà dell’uomo, la Chiesa ha il dovere e il diritto di denuciarlo e di combatterlo inesorabilmente. L’invito all’estensionismo al referendum sulla procreazione era inteso come un "doppio NO" a una legge confusa e voluta solamente per uno scopo politico e dimostrativo. Sappiamo che con la vittoria dell’astensionismo i fautori di quel referendum non hanno ricevuto i soldi che hanno speso per la loro campagna. Ci mancava solamente che avremmo dovuto pure sponsorizzarli con il nostro voto !
Meditate, gente, meditate !
Cordialissimi saluti. Biasi