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COS’ E’ QUESTO GOLPE?

L’URLO DI PIER PAOLO PASOLINI (1974). PER L’ITALIA E LA COSTITUZIONE

martedì 20 giugno 2006 di Federico La Sala
COS’E’ QUESTO GOLPE?
IO SO...
di Pier Paolo Pasolini (Corriere della Sera, 14 novembre 1974)
Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi (...)

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> L’URLO DI PIER PAOLO PASOLINI (1974). PER L’ITALIA E LA COSTITUZIONE --- Anniversari. Il centenario di Pier Paolo Pasolini, grande inattuale (di Roberto Carnero)

venerdì 4 marzo 2022

Anniversari.

Il centenario di Pier Paolo Pasolini, grande inattuale

Lo scrittore, nato il 5 marzo 1922, è stato a lungo controverso per opere spesso scandalose. Ma, nell’epoca del disimpegno, è rimasta viva la sua critica sociale

di Roberto Carnero (Avvenire, venerdì 4 marzo 2022)

      • [Foto] Un murales dello street-artist Jorit dedicato a Pier Paolo Pasolini, a Scampia, Napoli - Ansa/Cesare Abbate

      • Il 5 marzo 1922 nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini: autore controverso, a lungo scandaloso, nell’Italia del suo tempo, per un’omosessualità che non nascondeva, ’maledetto’ per le circostanze di una morte tragica (assassinato all’Idroscalo di Ostia nella notte tra il 1° e il 2 novembre 1975) la cui dinamica non è stata del tutto veramente chiarita, ma anche segnato da una costante fascinazione per la dimensione del sacro (il suo Vangelo secondo Matteo è forse il più bel film mai girato sulla vita di Gesù).

Cent’anni dalla nascita è uno di quegli anniversari tondi che determinano attenzione e riflessione attorno a un autore, a maggior ragione un autore come Pasolini, sulla cui opera è fiorita negli anni una produzione critica che non ha il pari con quella relativa a nessun altro scrittore del Novecento. Un anniversario come questo è l’occasione per porsi alcune domande. Ne voglio isolare tre.
-  Qual è l’originalità di Pasolini? Quali le ragioni della sua importanza? In che cosa è ancora attuale? Domande alle quali bisogna provare a rispondere senza retorica, uscendo dalla tentazione dell’agiografia: Pasolini va affrontato e discusso, non necessariamente approvato in tutto ciò che ha fatto o ha detto. La sua originalità è legata all’estrema versatilità del percorso creativo: Pasolini esordisce come poeta (Poesie a Casarsa, 1942), prosegue come romanziere (Ragazzi di vita, 1955), continua come regista di film (a partire da Accattone, 1961), scrive per il teatro e per i giornali, è critico letterario ed editorialista. Dipingeva anche: e forse quest’ultima è l’unica concessione al dilettantismo in una carriera artistica in cui ha raggiunto vette altissime in ogni settore in cui si è cimentato. Ma la sua opera va letta nel suo insieme, senza scindere i diversi generi: allora appare davvero come una grande opera ’totale’, in cui le diverse fasi si intrecciano in un discorso creativo aperto e mobile.

Quanto all’importanza di Pasolini, nessun altro scrittore della sua epoca ha lasciato una traccia, nel vissuto nazionale e nella nostra memoria collettiva, simile alla sua, attraverso l’opera e la vita. L’importanza di Pasolini non riguarda solo la letteratura e la cultura, ma anche la storia italiana, poiché con essa egli ha continuato a confrontarsi, convinto com’era della responsabilità morale e civile dell’intellettuale.
-  Seppure non senza alcune ambiguità e personali idiosincrasie, Pasolini è stato capace di interrogarsi sul presente, di leggere la contemporaneità in relazione al passato, e dunque di intuire le direzioni in cui il futuro si sarebbe incamminato. Senza per questo essere un ’profeta’: definizione tanto abusata da diventare un frusto luogo comune.
-  Pasolini è attuale? Per la sua posizione scomoda, ai suoi tempi Pasolini è stato un grande "inattuale". Prima, nei confronti della politica, è stato un intellettuale "disorganico", autonomo e indipendente da qualsiasi ipoteca ideologica; poi, mentre, dalla fine degli anni Cinquanta in avanti, veniva meno presso gli artisti italiani la dimensione dell’impegno e si affermava la cultura postmoderna portatrice di un’idea dell’arte (letteratura compresa) ludica e giocosa, in Pasolini, invece, persiste - e anzi sembra intensificarsi nell’estrema fase del suo lavoro (si pensi agli interventi degli Scritti corsari e delle Lettere luterane, al romanzo incompiuto Petrolio o anche a un film scioccante e disturbante come Salò) - una tenace volontà di critica alla società dei consumi, ai suoi falsi valori e alla prassi politica di quegli anni. Ma paradossalmente quella che allora poteva essere considerata l’inattualità di Pasolini si è trasformata dopo la sua morte, sempre più, sino a oggi, in una fortissima, singolare attualità.

È come se, dopo le censure e gli ostracismi subìti in vita, ora Pasolini, quasi per una sorta di compensazione riparativa, sia divenuto una presenza costante e ineludibile. Sarebbe bello che l’occasione del centenario pasoliniano venisse còlta soprattutto dai più giovani, da quei ragazzi a cui Pasolini ha dedicato tante delle sue riflessioni e ai quali continuava - e continua tutt’oggi - a parlare. Purtroppo è ancora un autore che si incontra poco a scuola (come, del resto, quasi tutti i contemporanei). I giovani conoscono il nome di Pasolini e magari qualche sua citazione trovata in rete o sui social. Ma spesso ne ignorano l’opera: le poesie, i romanzi, gli interventi giornalistici, i film. È il momento di scoprirli.


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