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LA COSCIENZA A POSTO. Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti

L’URLO DI ITALO CALVINO (1980). PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE

C’era un paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, né che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere (...)
domenica 22 gennaio 2012 di Federico La Sala
L’urlo di Pier Paolo Pasolini (1974)

LA COSCIENZA A POSTO
(Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti)
di Italo Calvino*
C’era un paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, né che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere. Ma questo sistema, articolato su un gran numero di centri di potere, aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati (ne aveva bisogno perché (...)

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>"FESTINA LENTE": IL MOTTO DI ITALO CALVINO, L’ARMONIA NASCOSTA DI ERACLITO, E LA VIA CRITICA DI KANT.

martedì 1 novembre 2022

Filologia e Letteratura...

"FESTINA LENTE": IL MOTTO DI ITALO CALVINO, L’ARMONIA NASCOSTA DI ERACLITO, E LA VIA CRITICA DI KANT. Alcuni appunti...

A) LA FARFALLA E IL GRANCHIO. In "Rapidità", una delle "Lezioni americane", Italo Calvino così scrive: "Già dalla mia giovinezza ho scelto come mio motto l’antica massima latina Festina lente, affrettati lentamente. Forse più che le parole e il concetto è stata la suggestione degli emblemi ad attrarmi. [...] Come la farfalla e il granchio che illustrano il Festina lente nella raccolta d’emblemi cinquecenteschi di Paolo Giovio, due forme animali entrambe bizzarre ed entrambe simmetriche, che stabiliscono tra loro un’inattesa armonia".

B) LA TARTARUGA E LA VELA. A Firenze, a PalazzoVecchio, l’ impresa di Cosimo I de’ Medici: tartaruga con la vela

C) ARISTOTELISMO RINASCIMENTALE. Su un libro delle opere di Aristotele, stampato a Lione intorno alla prima metà del 1500 dall’editore Jean Frellon, c’è la "marca tipografica, granchio che afferra una farfalla con la scritta «Matura»".

D) SERENDIPITY. "L’armonia nascosta vale di più di quella che appare" (Eraclito, fr. 54): per chi, per primo ha esortato a seguire il Logos (fr. 2), non c’è motivo di dubitarne!

E) LA FARFALLA (anima) E IL GRANCHIO (corpo): I "SOGNATORI della ragione", I "SOGNATORI dell’ esperienza", e la via critica di KANT. In un passaggio del suo lavoro sui "Sogni di un visionario spiegati coi sogni della metafisica", all’inizio del terzo capitolo della prima parte, Kant cita Eraclito e, incredibilmente, scrive: "Aristotele dice in qualche punto: «Quando siamo svegli abbiamo un mondo comune, ma quando sogniamo, ciascuno ha il proprio». Mi pare che si potrebbe benissimo invertire l’ultima proposizione e dire: se di diversi uomini ciascuno ha il suo mondo proprio, è da supporre che essi sognino" (Kant, 1766).
-  A ben pensare e, al di là di tutta la vecchia idealistica e materialistica storiografia, l’errore di Kant non è né un refuso né un lapsus: egli ha colto l’armonia nascosta al fondo della riflessione di Eraclito e Aristotele, e, come Ulisse-Dante, ha capito l’unione di "Scilla e Cariddi", e riprende la sua navigazione nell’oceano celeste (Keplero): una seconda rivoluzione copernicana è già cominciata! Un altro mondo è possibile... la colomba ha imparato a "orientarsi nel pensiero" e nella realtà.

Federico La Sala


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