Inviare un messaggio

In risposta a:

Locri, due arresti per l’omicidio Fortugno

mercoledì 21 giugno 2006 di Federico La Sala
Si tratta di Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio,
l’uno caposala e l’altro infermiere in un ospedale calabrese
Locri, due arresti per l’omicidio Fortugno
Uno sarebbe il mandante dell’agguato
(www.repubblica.it, 21.06.2006)
LOCRI (REGGIO CALABRIA) - La polizia di Stato ed i carabinieri hanno arrestato due persone a Locri nell’ambito dell’inchiesta sull’assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, ucciso a Locri in un agguato di (...)

In risposta a:

> Locri, due arresti per l’omicidio Fortugno

giovedì 21 dicembre 2006

Trovato esplosivo anche nell’ospedale di Locri

Dopo lo scoppio al nosocomio di Siderno, rinvenuta un’altra bomba nel presidio locrese. Intanto i carabinieri hanno fermato un ex poliziotto che avrebbe fatto ritrovare il tritolo

Da Locri Giovanni Lucà (Avvenire, 21.12.2006)

Si nasconde la stessa mano dietro l’ordigno fatto scoppiare sette giorni fa nell’Ospedale di Siderno e l’esplosivo rinvenuto ieri mattina in un bagno dell’Ospedale di Locri. Un tentativo di depistaggio nell’indagini sull’omicidio Fortugno, o cos’altro si nasconde dietro questi due episodi che appaiono strettamente legati? Ed è sempre più un groviglio di vicende sconcertanti che ruotano attorno al settore sanitario, vicende che vedono come teatro i due Ospedali dell’Azienda sanitaria locrese. Questa volta, fortunatamente, non è esploso l’ordigno composto da un chilo e 200 grammi di dinamite e due detonatori collegati ad un congegno elettronico per l’azionamento a distanza. Lo hanno rinvenuto i carabinieri all’interno di un bagno che si trova proprio nell’entrata principale del nosocomio, di fronte allo sportello per il pagamento del ticket e a pochi metri dalla direzione sanitaria dell’ospedale di Locri dove lavorava fino a pochi mesi fa l’on. Maria Grazia Laganà, vedova di Francesco Fortugno. I carabinieri l’hanno tirato fuori da un’intercapedine del soffitto, dove era stato collocato.

Il ritrovamento dell’ordigno è avvenuto dopo che i carabinieri, su disposizione della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, avevano fermato il presunto autore dell’attentato all’ospedale di Siderno. I militari del comando provinciale, sotto le direttive del colonnello Antonio Fiano, eseguivano una serie di perquisizioni mirate. Il frmato si chiama Francesco Chiefari, ha 36 anni ed è un ex poliziotto. La Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, attraverso un comunicato, ha spiegato che dopo l’attentato di Siderno l’azione investigativa ha permesso di individuare la persona la parsona che «aveva preannunciato telefonicamente ai carabinieri della stazione di Siderno la presenza della missiva anonima con cui si annunciava l’esistenza di un ordigno esplosivo nella struttura sanitaria e si formulavano minacce nei confronti dell’on. Maria Grazia Laganà e d el dott. Domenico Fortugno».

Gli investigatori sono riusciti a mettersi in contatto con l’uomo sospettato sospettato, che senza sospettare di essere indagato «si dichiarava disponibile a mediare, in cambio di un consistente compenso in danaro, con appartenenti alla criminalità organizzata, per consentire il rinvenimento di materiale esplodente che avrebbe dovuto essere utilizzato per concretizzare le minacce contenute nella missiva anonima. Così veniva ritrovato il tritolo nel bagno dell’Ospedale di Locri ed un’altra quantità identica in un terreno nei pressi del cimitero di Careri, un centro aspromontano delle Locride». Sull’indagato adesso pesano accuse pesanti che vanno dal reato di strage al porto e detenzione di esplosivi e alla tentata estorsione.

Allarmata la reazione del presidente della Regiona, Agazio Loiero. «È una strategia vigliacca quella che i clan tentano di mettere in atto con un velato intento di far concentrare le attenzioni e le indagini sul delitto Fortugno a un livello circoscritto e molto locale - ha detto Loiero -. È la sfida di un’organizzazione mafiosa disperata, ma è una sfida pericolosa». Per Loiero «nella Locride si sta determinando una situazione intollerabile alla quale bisogna porre rimedio immediato».

Nel pomeriggio, nuovo allarme. Una telefonata anonima al commissariato di Siderno ha segnalato l’ennesimo ordigno nel municipio di Locri. Per fortuna si trattava di un falso allarme. E un Sms intimidatorio è stato ricevuto anche da Aldo pecora leader del gruppo «Ammazzateci tutti» che raggruppa molti giovani locresi contro la ’ndrangheta.


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: