Si tratta di Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, l’uno caposala e l’altro infermiere in un ospedale calabrese
Locri, due arresti per l’omicidio Fortugno Uno sarebbe il mandante dell’agguato (www.repubblica.it, 21.06.2006)
LOCRI (REGGIO CALABRIA) - La polizia di Stato ed i carabinieri hanno arrestato due persone a Locri nell’ambito dell’inchiesta sull’assassinio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, ucciso a Locri in un agguato di stampo mafioso il 16 ottobre dello scorso anno.
Uno dei due arrestati, secondo quanto si è appreso, è accusato di essere stato il mandante dell’assassinio di Fortugno. I due arrestati sono Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, l’uno caposala e l’altro infermiere in un ospedale calabrese.
(21 giugno 2006)
Lettera di minacce con un bossolo alla vedova Fortugno: "E’ la tua ora"
Maria Grazia Laganà: terrorismo psicologico, io vado avanti serena
LOCRI (REGGIO CALABRIA) Una busta con all’interno una lettera di minacce ed un proiettile è stata spedita al deputato del Pd, Maria Grazia Laganà, vedova di Francesco Fortugno, l’ex vice presidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso a Locri il 16 ottobre del 2005.
La busta è stata rintracciata dal personale del centro di smistamento delle poste di Lamezia Terme ed è stata sequestrata dalla polizia di Stato. Gli investigatori hanno poi informato del ritrovamento l’on. Laganà. Nella lettera sono state scritte frasi del tipo "è arrivata la tua ora. La morte arriverà così". Quest’ultima è la quattordicesima lettera di minacce ricevuta da Maria Grazia Laganà negli ultimi quattro anni.
Sull’episodio Maria Grazia Laganà ha detto che «si sta facendo terrorismo psicologico nei miei confronti. Non riesco a capire cosa si vuole da me e dalla mia famiglia. Attualmente è in corso in corte d’assise d’appello a Reggio Calabria il processo per l’omicidio di mio marito ed io andrò avanti serenamente». Il processo di secondo grado per i presunti mandanti ed esecutori materiali dell’omicidio di Francesco Fortugno è in corso dinanzi ai giudici della corte d’assise d’appello di Reggio Calabria. La prossima udienza è fissata per il 21 settembre. Per l’omicidio di Francesco Fortugno sono imputati Alessandro e Giuseppe Marcianò, padre e figlio, accusati di essere stati i mandanti; Salvatore Ritorto, che sarebbe stato l’esecutore materiale, e Domenico Audino, tutti condannati in primo grado all’ergastolo.
* La Stampa, 14/8/2010 (15:45)
Sparatoria di fronte all’ingresso della media "Maresca". I bambini escono dal retro
La vittima è un nipote dei boss della cosca Cordì coinvolta nell’omicidio Fortugno
Agguato di ’ndrangheta a Locri
Uomo giustiziato davanti alla scuola *
LOCRI - La ’ndrangheta spara davanti alla scuola media. Uccide il nipote del boss mentre squilla la campanella e iniziano ad uscire i bambini. La vittima dell’agguato a Locri è Domenico Cavaleri, 40 anni, nipote dei boss della ’ndrangheta Antonio e Cosimo Cordì, capi dell’omonima cosca coinvolta nell’omicidio di Francesco Fortugno, il medico vicepresidente del Consiglio regionale calabrese ucciso il 16 ottobre del 2005 mentre andava a votare per le primarie del Pd a Locri.
Cavalieri, operaio della Forestale, è stato assassinato con due colpi di pistola alla testa mentre si trovava per strada proprio davanti all’ingresso della scuola. Il killer era presumibilmente con un complice con il quale è poi fuggito. Era l’ora d’uscita e i ragazzini stavano per lasciare le aule. Sono stati fermati appena in tempo e fatti uscire da una porta posteriore.
* la Repubblica, 20 marzo 2009
LETTERA CON MINACCE DI MORTE ALLA VEDOVA FORTUGNO *
LOCRI (REGGIO CALABRIA) - Una lettera contenente minacce di morte e’ stata inviata alla parlamentare dell’ Ulivo Maria Grazia Lagana’, vedova del vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Fortugno, ucciso il 16 ottobre 2005. La lettera e’ giunta stamani all’ abitazione della parlamentare, a Locri.
Nella lettera, realizzata con ritagli di giornale, c’e’ la scritta: ’’Ti controllo, smettila di agitarti, nessuno di potra’ salvare’’. Sulla busta c’ era l’ affrancatura della posta prioritaria e l’ indirizzo del destinatario. Subito dopo avere ricevuto la lettera, la parlamentare si e’ recata negli uffici del Commissariato di Siderno della Polizia di Stato per denunciare l’ accaduto. La vigilanza che la polizia effettua sulla parlamentare e’ stata subito rafforzata. Secondo i primi accertamenti, la lettera sarebbe stata spedita ieri, ma non e’ stato ancora possibile stabilire dove dal momento che sopra c’ e’ il timbro dell’ ufficio postale di Lamezia Terme dal quale passa tutta la corrispondenza spedita in Calabria.
* ANSA» 2007-04-28 15:21
Trovato esplosivo anche nell’ospedale di Locri
Dopo lo scoppio al nosocomio di Siderno, rinvenuta un’altra bomba nel presidio locrese. Intanto i carabinieri hanno fermato un ex poliziotto che avrebbe fatto ritrovare il tritolo
Da Locri Giovanni Lucà (Avvenire, 21.12.2006)
Si nasconde la stessa mano dietro l’ordigno fatto scoppiare sette giorni fa nell’Ospedale di Siderno e l’esplosivo rinvenuto ieri mattina in un bagno dell’Ospedale di Locri. Un tentativo di depistaggio nell’indagini sull’omicidio Fortugno, o cos’altro si nasconde dietro questi due episodi che appaiono strettamente legati? Ed è sempre più un groviglio di vicende sconcertanti che ruotano attorno al settore sanitario, vicende che vedono come teatro i due Ospedali dell’Azienda sanitaria locrese. Questa volta, fortunatamente, non è esploso l’ordigno composto da un chilo e 200 grammi di dinamite e due detonatori collegati ad un congegno elettronico per l’azionamento a distanza. Lo hanno rinvenuto i carabinieri all’interno di un bagno che si trova proprio nell’entrata principale del nosocomio, di fronte allo sportello per il pagamento del ticket e a pochi metri dalla direzione sanitaria dell’ospedale di Locri dove lavorava fino a pochi mesi fa l’on. Maria Grazia Laganà, vedova di Francesco Fortugno. I carabinieri l’hanno tirato fuori da un’intercapedine del soffitto, dove era stato collocato.
Il ritrovamento dell’ordigno è avvenuto dopo che i carabinieri, su disposizione della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, avevano fermato il presunto autore dell’attentato all’ospedale di Siderno. I militari del comando provinciale, sotto le direttive del colonnello Antonio Fiano, eseguivano una serie di perquisizioni mirate. Il frmato si chiama Francesco Chiefari, ha 36 anni ed è un ex poliziotto. La Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, attraverso un comunicato, ha spiegato che dopo l’attentato di Siderno l’azione investigativa ha permesso di individuare la persona la parsona che «aveva preannunciato telefonicamente ai carabinieri della stazione di Siderno la presenza della missiva anonima con cui si annunciava l’esistenza di un ordigno esplosivo nella struttura sanitaria e si formulavano minacce nei confronti dell’on. Maria Grazia Laganà e d el dott. Domenico Fortugno».
Gli investigatori sono riusciti a mettersi in contatto con l’uomo sospettato sospettato, che senza sospettare di essere indagato «si dichiarava disponibile a mediare, in cambio di un consistente compenso in danaro, con appartenenti alla criminalità organizzata, per consentire il rinvenimento di materiale esplodente che avrebbe dovuto essere utilizzato per concretizzare le minacce contenute nella missiva anonima. Così veniva ritrovato il tritolo nel bagno dell’Ospedale di Locri ed un’altra quantità identica in un terreno nei pressi del cimitero di Careri, un centro aspromontano delle Locride». Sull’indagato adesso pesano accuse pesanti che vanno dal reato di strage al porto e detenzione di esplosivi e alla tentata estorsione.
Allarmata la reazione del presidente della Regiona, Agazio Loiero. «È una strategia vigliacca quella che i clan tentano di mettere in atto con un velato intento di far concentrare le attenzioni e le indagini sul delitto Fortugno a un livello circoscritto e molto locale - ha detto Loiero -. È la sfida di un’organizzazione mafiosa disperata, ma è una sfida pericolosa». Per Loiero «nella Locride si sta determinando una situazione intollerabile alla quale bisogna porre rimedio immediato».
Nel pomeriggio, nuovo allarme. Una telefonata anonima al commissariato di Siderno ha segnalato l’ennesimo ordigno nel municipio di Locri. Per fortuna si trattava di un falso allarme. E un Sms intimidatorio è stato ricevuto anche da Aldo pecora leader del gruppo «Ammazzateci tutti» che raggruppa molti giovani locresi contro la ’ndrangheta.
Mastella manda ispettori a Locri. "Verificate la denuncia Fortugno"
ROMA - Inchiesta Fortugno: Mastella manda gli ispettori alla Procura di Locri. Gli ispettori del ministero della Giustizia andranno a Locri per verificare se realmente il vice presidente del Consiglio Regionale della Calabria Francesco Fortugno presentò nel 2002 una denuncia sulle presunte irregolarità nella Asl Locale.
"Il ministro della Giustizia Clemente Mastella - si legge in una nota del Dicastero - ha incaricato il capo dell’Ispettorato Generale di avviare accertamenti preliminari presso la Procura della Repubblica di Locri al fine di valutare la veridicità delle notizie di stampa che riguardano il presunto non tempestivo esame delle denunce su eventuali irregolarità nella Asl locale, presentate nel corso del 2002 dal vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno, ucciso il 16 ottobre dell’anno scorso".
(la Repubblica, 18-12-2006)
Bomba nell’ospedale: minaccia a fratello e moglie di Fortugno *
Una bomba a basso potenziale è stata collocata e fatta esplodere in un corridoio all’interno dell’ospedale di Siderno in provincia di Reggio Calabria. La presenza dell’ordigno era stata annunciata con una telefonata ai carabinieri. L’esplosione è avvenuta nel reparto dell’ospedale dove lavora Domenico Fortugno, fratello di Francesco, il vicepresidente del consiglio regionale calabrese assassinato davanti a un seggio delle Primarie il 16 ottobre 2005.
Nel corridoio dove è avvenuta l’esplosione è stato ritrovato un volantino di minacce allo stesso Domenico Fortugno e a Maria Grazia Laganà, la moglie di Francesco eletta in Parlamento con l’Ulivo. «Quanto è accaduto mi inquieta, ma se qualcuno ha pensato di spaventarmi ha fallito il suo scopo. Io vado avanti» ha commentato a caldo la parlamentare,
Per il presidente della Regione Agazio Loiero «è a prima vista un atto di estrema gravità, una coda sconvolgente del delitto di Franco Fortugno, una minaccia intollerabile che vorrebbe farci ripiombare nel clima di barbarie che la Locride e la Calabria hanno già respinto con determinazione
* www.unita.it, Pubblicato il: 14.12.06, Modificato il: 14.12.06 alle ore 19.33
La vedova del politico ucciso a Locri scrive ai calabresi "Giustizia per tutti gli uomini uccisi dalla mafia"
Fortugno, la lettera della moglie "Combatterò per la tua verità"
Lieve malore per Congiusta, l’uomo che digiuna per protesta e chiede di trovare chi ha assassinato il figlio nel 2005 *
LOCRI (Reggio Calabria) - "Ti hanno ucciso, compagno della mia vita, ma io non lascerò niente dietro le spalle, non me lo perdonerei mai. Ora tu meriti questa battaglia per la ricerca della verità, e sia verità e giustizia per tutti gli uomini giusti morti per mano mafiosa, in questa terra che amavi e per cui sei morto". E’ uno dei passaggi della lettera che la vedova di Francesco Fortugno, Maria Grazia Laganà, ha scritto al marito assassinato il 16 ottobre dello scorso anno, pubblicata nel supplemento speciale di 12 pagine dedicato dal Quotidiano della Calabria all’anniversario dell’omicidio.
Negli stessi giorni in cui si preparano le commemorazioni pubbliche per ricordare l’omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, la denuncia contro la ’ndrangheta torna in primo piano. In queste stesse ore infatti prosegue la protesta di Mario Congiusta, l’uomo che da venerdì sta portando avanti in piazza del Tribunale, a Locri, uno sciopero della fame per chiedere che vengano individuati i responsabili dell’omicidio del figlio Gianluca, ucciso a Siderno il 24 maggio del 2005. Oggi un abbassamento di pressione ha costretto l’uomo a sospendere la sua protesta. "Non è stato niente di grave - ha detto Congiusta - e domattina intendo riprendere lo sciopero". La protesta, comunque, va avanti. Il suo posto, infatti, è stato preso da Rosanna Scopelliti, figlia di Antonino, sostituto procuratore generale della corte di Cassazione ucciso in un agguato il 9 agosto 1991. Da ieri, inoltre, stanno facendo lo sciopero della fame a oltranza anche i ragazzi di Locri del movimento "E adesso ammazzateci tutti" e Gino Manca, padre di Attilio Manca (ucciso a Viterbo l’11 febbraio 2004), giunto a Locri da Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) insieme alla moglie e all’Associazione Rita Atria.
Ma sono le parole della lettera della vedova di Fortugno a colpire al cuore i calabresi. "Vedrai, mio amato - scrive - Giustizia busserà alla nostra porta e tremano gli assassini, perché loro spetta il peggior tormento. Mi avvolge la speranza di raggiungerti nell’appagamento di questa nostra sete di giustizia, di verità. Porto dell’amor tuo la forza in cuore".
"Chi - dice ancora Maria Grazia Laganà - ti ha strappato a me, interrompendo così violentemente il nostro respiro, il nostro beato andare per questa realtà che ci era stata concessa per viverla sempre insieme e a piena dignità? Chi ha potuto vendere la propria anima per spezzare con veleno mortale la nostra, congiunta e voluta tale dalla promessa solenne d’amore? Piango il vuoto dei nostri figli, Giuseppe, Anna, che sospirano il tuo impossibile ritorno nelle loro vite che procedono".
"Non cerco - scrive la vedova Fortugno - chi mi commisera. Io cerco te, solo te. Mio cavaliere di luce, fiero di servire i principi della vita. Ho bisogno di sapere che non resterai estraneo da lassù al grido forte del mio cuore che ti cerca sveglio nel buio, frantumato dal ricordo di chi ti ha tolto la vita".
Domani, in occasione del primo anniversario dell’omicidio a Locri arriveranno il vicepresidente del Consiglio, Francesco Rutelli, e il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni. (15 ottobre 2006)
www.repubblica.it, 15.10.2006
IL CASO FORTUGNO
Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, venne freddato da cinque colpi di pistola, cinque proiettili calibro nove esplosi dalle armi di due sicari (La Stampa, 21.06.2006)
Sono le 17.30 del pomeriggio del 16 ottobre 2005 quando l’esponente della Margherita Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, viene freddato da cinque colpi di pistola, cinque proiettili calibro nove esplosi dalle armi di due sicari. Al seggio delle primarie dell’Unione a Locri è il panico.
Fortugno aveva appena votato e si era fermato a parlare con due persone all’ingresso di Palazzo Nieddu, quando i killer gli si sono avvicinati ed hanno sparato. Uno, due, cinque colpi che rimbombano nell’androne dell’edificio. Il 21 marzo scorso la svolta con i nove provvedimenti cautelari eseguiti dagli uomini del Servizio centrale operativo della polizia e dalla squadra mobile di Reggio Calabria.
Diverse le persone che assistono all’agguato, ma nessuno è in grado di riconoscere gli assassini. I sicari hanno il volto coperto e sono entrati da poco, quando colpiscono Fortugno con quelle cinque pallottole. Poi fuggono via, senza lasciare tracce. Fortugno si accascia a terra, è ferito all’addome, al torace. Si tenta di praticargli un massaggio cardiaco, di rianimarlo, di tenerlo in vita fino all’arrivo dei soccorso. Ma è tutto inutile. Il vicepresidente del consiglio regionale non ce la fa. L’autoambulanza arriva nel giro di poco. Lo soccorre e tenta una corsa disperata verso l’ospedale. Ma Fortugno muore durante il tragitto. Arriverà già cadavere al pronto soccorso. Quello stesso pronto soccorso dove ha prestato servizio per tanti anni.
LA BIOGRAFIA
Fortugno, 54 anni, era infatti un medico prestato alla politica. Specialista in chirurgia generale e medicina legale, era primario ospedaliero, oltre che professore a contratto presso la facoltà di Medicina dell’Università di Catanzaro. E anche nella sua carriera politica, aveva sempre prestato attenzione ai temi della salute e della sanità. Eletto nel 2005 nelle file della Margherita nella circoscrizione di Reggio, aveva totalizzato oltre 8mila voti. Ma questa non era stata la sua prima volta in Consiglio regionale, dove era già stato nella scorsa legislatura, subentrando a Luigi Meduri, eletto deputato il 13 maggio 2001.
Sul piano dell’attività amministrativa, prima di arrivare alla Regione aveva maturato esperienze di consigliere comunale e vice presidente dell’assemblea dell’Usl di Melito Porto Salvo. Tra gli incarichi ricoperti, anche quello di segretario regionale aggiunto nella Cisl medici di Reggio Calabria. Aveva fatto parte dell’esecutivo nazionale della Cisl medici e della Commissione per la contrattazione degli accordi nazionali di lavoro e della legge di riforma sanitaria. Nato nel 1951 a Brancaleone, Fortugno era sposato e padre di due figli. Le indagini scattano immediatamente. La questura di Reggio Calabria invia una propria squadra sul posto per effettuare i rilievi e a Locri giungono anche gli specialisti del Servizio Centrale Operativo della Direzione Anticrimine Centrale della Polizia. Non si esclude la pista mafiosa.
LE REAZIONI
Intanto, dal mondo della politica arrivano reazioni di sgomento al barbaro omicidio. A cominciare proprio dal governatore della Calabria, Agazio Loiero, che si precipita a Locri. «È un fatto sconvolgente - dichiara il governatore- Si è alzato moltissimo il livello della criminalità. C’è la sensazione di impunità». Fortugno, afferma Loiero, «era una persona mite, una persona perbene. Non so cosa sia successo. Non so come si può arrivare al seggio e sparare a una persona così. D’altra parte in questi anni ne sono successi tanti di gesti di intimidazione».
A Reggio Calabria l’indomani l’allora ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, presiede il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, Con lui il capo della Polizia, Gianni De Gennaro, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Luciano Gottardo, il comandante della Guardia di Finanza, Roberto Speciale. Al vertice partecipano i responsabili provinciali delle forze dell’ordine e i magistrati della Dda, titolari dell’inchiesta sull’omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Fortugno , tra i quali il procuratore di Reggio, Antonino Catanese.
Intanto l’autopsia conferma: Fortugno è stato assassinato con cinque colpi di pistola calibro 9 x 21 bifilare. Quattro dei cinque proiettili lo hanno colpito al torace e un quinto all’addome. A eseguirla il medico legale Massimiliano Rizzo, che dice: il killer che ha ucciso Fortugno ha sparato da distanza molto ravvicinata. Al termine del vertice di Reggio il ministro dell’Interno affermò: «Il delitto conferma che la situazione dell’ordine e della sicurezza pubblica è critica e che occorrono misure ancora più energiche.
Nella riunione di oggi - spiegò Pisanu- è stata fatta una valutazione delle attività fin qui svolte e sono state individuate ulteriori linee di intervento, in particolare per quanto riguarda i patrimoni illecitamente costituiti».Il 18 ottobre arriva a in Calabria anche l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per rendere omaggio alla salma di Francesco Fortugno, nella camera ardente allestita a Palazzo San Giorgio, sede dell’Assemblea regionale della Calabria. Il 19 ottobre si celebrano i funerali. Grandissima e commossa è la partecipazione. alla cerimonia.
Il momento più toccante quello dell’omelia del vescovo di Locri, monsignor Giancarlo Brigantini. «Perchè tanto sangue? Perchè questa uccisione? Chi l’ha così proditoriamente pensata, organizzata, ed attuata?». «Perchè proprio nei confronti di questo uomo, che si è sempre distinto per umanità, tanto ascolto, amabilità, vicinanza alla gente, spessore umano e politico, senso religioso della vita in lui e nella sua famiglia cui siamo affettuosamente vicini e solidali? Perchè?». Interrogativi che accomunano tutti.
Come l’invito che il vescovo lancia agli inquirenti: «Con forza chiediamo che sia fatta luce al più presto e con la maggiore professiolnalità possibile fino all’arresto dei colpevoli». «Sul piano politico -sottolinea il vescovo di Locri - abbiamo finalmente visto una riscossa forte di tutte le realtà partitiche, nazionali e regionali, per reagire a questa devastante offesa alla politica». «Il problema, oggi, non è solo a Locri ma è soprattutto a Roma. La ’ndrangheta con questo delitto ha voluto dire che intende dominare e sottomettere la politica perchè -dice- sia strumento docile ai suoi enormi interessi economici».In Calabria «lo Stato c’è e non ha nessuna intenzione di andarsene», ribadisce il giorno successivo il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, che, intervenendo al Senato sull’omicidio Fortugno, dispone l’invio a Reggio Calabria di «un gruppo di specialisti che collaboreranno alle indagini».
Il 25 ottobre si comincia a profilare un impegno in politica per la vedova Fortugno. Maria Grazia Laganà annuncia: «Cercherò sempre di tenere alto l’impegno di Franco e di non sprecare il lavoro in cui ha creduto e in cui tutti noi crediamo ancora. La politica si fa ogni giorno, quotidianamente. Quando ci si dedica agli ideali in cui si crede, si lotta per le proprie idee, si fa politica. Non si deve necessariamente governare».
Sul fronte delle indagini a parlare il 26 ottobre è il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso. «Non sono qua per risolvere un omicidio. Questo non rientra nei miei compiti. Nè credo sia nelle aspettative», dice al termine del vertice con i magistrati che ha presieduto nel palazzo di giustizia di Reggio Calabria per fare il punto sulle misure di contrasto alla criminalità organizzata, ma anche per verificare a che punto è l’inchiesta sull’omicidio. «Sono in corso e stiamo seguendo tutte le piste possibili.. I risultati -ha aggiunto- speriamo che verranno. E pian piano arriveranno e li registreremo».
Intanto a Reggio Calabria è in arrivo il ’superprefetto’ Luigi De Sena: «La ’ndrangheta, spiega il ’superprefettò, è così potente in Italia perchè «si è storicamente consolidata come organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, come la più efferata, la più collegata sia con i Paesi produttori (di droga, ndr) sia con le grandi organizzazione della distribuzione».
Riferendosi poi alla reazione della società civile calabrese dopo l’omicidio Fortugno, il prefetto De Sena annuncia che è sua intenzione coinvolgerla «esaltando un dialogo corretto e leale con tutte le istituzioni locali, con i giovani specialmente e con tutti i protagonisti attivi e positivi del territorio calabrese. La Calabria - dice ancora De Sena - è un territorio che merita più attenzione, molto effervescente, che dovrebbe essere consciuto non soltanto come esportatore di criminalità ma anche come esportatore di grandi qualità professionali». Il 4 novembre è il giorno della marcia dei giovani di Locri, la marcia della speranza per la legalità e contro le mafie. «Saremo insieme in tutto. Vi ringrazio, vorrei abbracciarvi tutti quanti».
Commossa la moglie di Francesco Fortugno, Maria Grazia Laganà, accompagnata dai due figli, abbraccia così idealmente i giovani che da tutta Italia sono arrivati a Locri per dire no alla ’ndrangheta. In migliaia si radunano dalla mattina sul lungomare per partecipare alla manifestazione promossa dal sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino, e dall’allora primo cittadino di Cosenza, Eva Catizone. Insieme agli studenti, i rappresentanti dei comuni della locride e della Calabria con i gonfaloni. Tra gli stendardi, quello della città di Napoli. La prima di una serie di inziative che coinvolge i giovani.
NAPOLITANO SI INFORMA SULLE INDAGINI FORTUGNO
ROMA - In vista del primo anniversario dell’assassinio del vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, Francesco Fortugno, che cade lunedì prossimo, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha chiesto di essere informato, tramite la Prefettura, sulla situazione relativa alle indagini per assicurare alla giustizia i mandanti e gli esecutori. Fortugno fu ucciso a Locri il 16 ottobre 2005 a un seggio delle primarie dell’Ulivo.
Dell’interessamento del presidente Napolitano alle indagini sull’omicidio di Francesco Fortugno ha scritto oggi il quotidiano Calabria Ora. L’inchiesta sull’assassinio di Fortugno, condotta dalla Procura antimafia di Reggio Calabria, ha portato all’arresto dei presunti esecutori materiali e di un caposala dell’ospedale di Locri, Alessandro Marcianò, accusato di essere stato il mandante dell’omicidio.
Maria Grazia Laganà, nelle settimane scorse, ha chiesto che l’inchiesta sull’assassinio del marito venga avocata dalla Procura nazionale antimafia al fine di esplorare il capitolo dei mandanti politici dell’assassinio di Fortugno. "Bisogna indagare - ha detto la vedova di Fortugno - in maniera più approfondita. Io ritengo che un omicidio di questo livello non possa interessare solo una parte della mafia. Credo che ci sia stato, comunque, l’accordo di quelli che contano in questa organizzazione, certamente con un input politico".
VESCOVO LOCRI,VERITA’ CONTRASTATA DA POTERI DEVIATI
"In spirito di libertà e verità, pur tanto fortemente contrastate dalla diffusa violenza e dal prevalere degli oscuri voleri dei poteri deviati, che rendono ogni gesto quotidiano di rettitudine e ogni scelta equa un atto di coraggiosa sfida, a rischio personale di martirio noi, uomini liberi e testimoni di speranza, è necessario fare memoria delle tante vite spezzate dalla violenza omicida della criminalità organizzata". E’ quanto sostiene il vescovo di Locri, Giancarlo Bregantini, in un messaggio per il primo anniversario dell’omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Francesco Fortugno.
Nel messaggio, sottoscritto anche dalla Commissione diocesana Giustizia e pace e dalla Pastorale sociale e del lavoro, si sostiene che quella che ricorre lunedì prossimo, 16 ottobre, anniversario dell’uccisione di Fortugno, "é una data simbolo" e si condannano "i tanti, troppi, delitti impuniti e l’arroganza di chi disprezza la sacralità della vita ed il rispetto dell’altro", sottolineando la necessità di prendere in considerazione "le lacrime di chi si è visto sottratto il proprio congiunto ed il grido di aiuto di chi chiede giustizia e verità".
"La Chiesa di Locri-Gerace - si afferma ancora nel messaggio - coglie questo momento di rinnovato dolore per un’ulteriore approfondita occasione di riflessione e raccoglie il dolore di una famiglia per tutte le famiglie delle vittime della violenza. Invitiamo i credenti, i parenti di tutte le vittime della violenza mafiosa, le istituzioni, gli uomini e le donne di buona volontà ad un momento di preghiera, domenica 15 ottobre a Locri, alle 21, nella chiesa di Santa Caterina, per una riflessione comunitaria per quanti sono stati sottratti vilmente alla vita dalla mano di Caino".
DOMANI LA MARGHERITA RENDE OMAGGIO ALLA TOMBA
L’Assemblea regionale della Margherita calabrese è stata convocata dal Coordinatore del partito, sen. Franco Bruno, per domani mattina nel cimitero di Locri per visitare la tomba di Franco Fortugno. L’iniziativa, è detto in un comunicato, servirà per un momento di raccoglimento ad un anno dall’uccisione del Vice Presidente del Consiglio regionale della Calabria. Sarà presente la vedova di Fortugno, on. Maria Grazia Laganà, con tutti i deputati calabresi della Margherita in Parlamento.
www.ansa.it, 14.10.2006