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"Non lasciateci soli".

SALVARE Il manifesto !!! Ciò che è in gioco è la libertà d’informazione, la democrazia - a cura di Federico La Sala

Non è come le altre volte, non è la solita ciclica difficoltà, è una faccenda molto più seria.
mercoledì 1 ottobre 2008 di Federico La Sala
[...] Perché sappiate che questo nostro esperimento antimercato rischia di chiudere. Noi ce la mettiamo tutta ma la risposta spetta a voi lettori de il manifesto e ai non lettori che tuttavia pensano che questo giornale sia un utile personaggio nella commedia, o tragedia, che stiamo vivendo [...]

LA RESA DEI CONTI. ECCO PERCHE’ RISCHIAMO LA PELLE
di Francesco Paternò (il manifesto, 24 giugno 2006)
E’ anomalo che un’anomalia duri da più di (...)

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> SALVARE Il manifesto !!!

sabato 16 dicembre 2006

Assemblea del Manifesto: 3 milioni per non sparire *

«Senza il vostro aiuto avremmo chiuso l’estate scorsa e non saremmo qui. Ma oggi dobbiamo prendere atto della gravità della crisi e passare dalla difesa all’attacco. Abbiamo bisogno di 3 milioni di euro nell’immediato. Per reinventarci e non sparire». Valentino Parlato, uno dei fondatori del Manifesto, apre l’assemblea degli Stati generali organizzata dal giornale per discutere del proprio futuro con i lettori, gli azionisti, i sostenitori, i collaboratori e gli amici. Sollecita critiche, consigli (che arrivano anche da Enrico Ghezzi), lancia un appello per salvare la testata dall’orlo del baratro per il peso di un debito di 25 milioni di euro accumulato in 35 anni. E annuncia la costituzione di una Fondazione del Manifesto, con una rete di sostegno e di iniziativa politica sul territorio.

Un nuovo grido d’allarme quello di Parlato, con al fianco Gabriele Polo, il direttore del quotidiano comunista, e tutta la redazione. Un grido di allarme che arriva dall’Auditorium di via Rieti, a Roma, ed è successivo alla copertina del giugno scorso con su scritto: «Via Tomacelli, abbiamo un problema». E al recente doloroso avvio dello stato dello stato di crisi con cassa integrazione straordinaria e prepensionamenti. Tutta la stampa, e quella di sinistra in particolare, è in forte crisi. «Oggi vendiamo 25mila copie, compresi gli abbonamenti, mentre erano 50mila quando nel ‘94 Berlusconi salì al governo. Ma poi quando B. nel 2001 tornò a Palazzo Chigi per la seconda volta il nostro popolo ha detto: è minestra riscaldata e non ci ha comprato più», ha detto Parlato. Manifesto, l’Unità e Liberazione: queste tre testate insieme non superano le 100mila copie di venduto nelle edicole. «Eppure l’Unità - ha ricordato Parlato - un tempo vendeva un milione di copie ed Enrico Berlinguer mandò al Manifesto un contributo». Oggi invece è crisi nera di diffusione. «Il Manifesto perde un migliaio di copie vendute l’anno, ovvero 300mila euro - sottolinea Emanuele Bevilacqua, consigliere delegato - e in un triennio ciò significa un milione di euro in meno». Mentre Gabriele Polo rivela che l’uscita sul mercato di Liberazione diretto da Piero Sansonetti, ha sottratto al Manifesto 2000 copie. Ma l’ipotesi del giornale unico della sinistra non decolla.

* www.unita.it, Pubblicato il: 16.12.06, Modificato il: 16.12.06 alle ore 19.31


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