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Archeologia ed Ermeneutica..:

NEL "DISCO" DI FESTO... UNA STORIA D’AMORE. L’IPOTESI DI PADRE MADAU. Un articolo di Tito Siddi - a cura di Federico La Sala

Il fiore in bulgaro si chiama «ànghelma» che in greco vuol dire «messaggio». Per lo studioso francescano, si narra una storia d’amore sulle sponde del Mar Nero e del Danubio.
domenica 25 giugno 2006 di Federico La Sala
[...] Un giovane principe del popolo dei Traci si innamora di una principessa lontana, la nobile Pellicana figlia del re dei Pelagi. Ad aiutarlo nell’intento di impalmare la giovane e bellissima principessa è lo stesso padre del principe. Con l’aiuto del nobile genitore e delle tribù dei Daci, raffigurati nel disco col simbolo dei lupi, e degli Apuli raffigurati col simbolo delle api, il giovane principe dopo varie peripezie riesce a sposare l’innamorata. Dalla coppia regale nasce un (...)

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> Archeologia: NEL "DISCO" DI FESTO... UNA STORIA D’AMORE. L’IPOTESI DI PADRE MADAU. ---- UNA TRADIZIONE MEDITERRANEA. "Margherita", "Anghelma", "Anghelos", "Messaggio", "Lettera" - Buon-Messaggio (Eu-angelo): la "Madonna della Lettera".

domenica 31 maggio 2009

Madonna della Lettera

-  (LA)
-  « Vos et ipsam Civitatem benedicimus »

-  (IT)
-  « Benediciamo voi e la vostra Città »
-  (Dalla Lettera di Maria ai messinesi)

"Madonna della Lettera" è uno degli appellativi utilizzati dalla religione cattolica nella venerazione di Maria, madre di Gesù. La Madonna della Lettera è venerata dalla Chiesa cattolica come santa patrona di Messina, di Palmi (RC) e di Finale di Pollina (PA).

La tradizione, avvalendosi di una affermazione dello storico Flavio Lucio Destro (II secolo d.C.), narra che san Paolo, giunto a Messina per predicare il Vangelo, trovò la popolazione ben disposta a lasciarsi convertire. Ben presto molti cittadini aderirono all’invito convertendosi al cristianesimo, e nel 42, quando Paolo si accingeva a tornare in Palestina, alcuni messinesi chiesero di accompagnarlo per poter conoscere la Madonna di persona. Così una delegazione di messinesi si recò in Palestina con una missiva, nella quale i molti concittadini convertiti alla fede di Cristo professavano la loro fede e chiedevano la protezione di Maria.

Maria li accolse e, in risposta alla missiva, inviò indietro una sua Lettera, scritta in ebraico, arrotolata e legata con una ciocca dei suoi capelli. La delegazione tornò a Messina l’8 settembre del 42 recando l’importante missiva: in essa Maria lodava la loro fede, diceva di gradire la loro devozione ed assicurava loro la sua perpetua protezione.

Così termina la Lettera: "Vos et Ipsam civitatem benedicimus", ovvero "Benedico voi e la vostra città". Il testo oggi è scritto a caratteri cubitali alla base della stele della Madonnina sul braccio estremo del porto falcato di Messina. Da allora la città di Messina la celebra il 3 giugno con una affollata processione del fercolo argenteo della Madonna e il 15 agosto di ogni anno con la processione della colossale Vara, trascinata da centinaia di fedeli vestiti di bianco, che vede la partecipazione di diverse centinaia di migliaia di fedeli e curiosi da tutta Europa.

Il culto della Madonna della Lettera a Finale di Pollina

Il culto della Madonna della Lettera arrivò a Finale di Pollina tramite il casato dei Ventimiglia, marchesi di Geraci, proprietari feudali delle Madonie, comprendente anche il feudo di Finale. La borgata, residenza estiva della nobile famiglia, comprendeva una torre spagnola a picco sul mare, appositamente scelta dai marchesi come abitazione di sicurezza, mentre i cortigiani al seguito alloggiavano in una maestosa villa con ampia foresteria e grandi depositi di derrate alimentari. Antedecente al culto della Madonna della Lettera, i Ventimiglia veneravano il mistero dell’Ascensione. La ricorrenza era molto sentita nella piccolissima comunità che contava allora poco più di 50 abitanti.

La parentela collaterale con la famiglia Moncada di Messina, portò a Finale un originale riproduzione di un quadro dell’1800, di gusto bizantino, raffigurante una Madonna con in braccio il bambino Gesù, reggente il mondo. Nella corona della Madonna era inciso "Regina Coeli Laetare Alleluya".

La solenne celebrazione veniva celebrata nella cappella di famiglia dei marchesi, tuttora esistente, in posizione antistante la torre bizantina. Essa era parte integrante della villa, alloggio di corte.

* Da Wikipedia, l’enciclopedia libera - ripresa parziale.


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