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Così parlò Zarathustra? Superman? Un eroe figlio di Israele...

«Superman è senza dubbio ebreo!». Oltre-uomo o..... Superuomo (Nietzsche)? Il lato inquietante di una storia. Una nota di Elena Loewenthal - a cura di Federico La Sala

mercoledì 1 novembre 2006 di Federico La Sala
[...] la data di nascita di questa creatura fantasmagorica ha un che di significativo, anzi d’inquietante. Lui viene alla luce, infatti, nel 1938. Siamo alla vigilia della guerra e della Shoah e, per restare in Italia, proprio allo scoccare delle leggi razziali [...]
FREUD, KANT, E L’IDEOLOGIA DEL SUPERUOMO.
KANT E GRAMSCI. PER LA CRITICA DELL’UOMO SUPREMO E DEL SUPERUOMO D’APPENDICE. Materiali sul tema

Superman? Un eroe figlio di (...)

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> «Superman è senza dubbio ebreo!». Oltre-uomo o..... Superuomo (Nietzsche)? --- S’intitola «My fault», il "mea culpa" di Margherita Sarfatti: non dovevo creare il Duce (di Roberto Beretta - rec. di "Margherita Sarfatti. La donna che inventò Mussolini" di R. Festorazzi). .

sabato 13 novembre 2010

storia

Il mea culpa della Sarfatti: non dovevo creare il Duce

S’intitola «My fault» il saggio finora inedito scritto nel 1945 dall’ex amante (e prima mentore) di Mussolini, oggi per la prima volta svelato agli studiosi

DI ROBERTO BERETTA (Avvenire, 13.11.2010)

Se mai ci fu una Penelope del regime fascista, questa è Margherita Sarfatti. Prima infatti ’costruì’ il mito di Mussolini (di cui all’epoca e ra amante), con quella biografia ’ro mana’ fin nel titolo , Dux (1926); poi nel 1945 disfece la sua stessa tela in un inedito altrettanto significativamente intitolato My fault, ’Il mio errore’ (o anche ’Mea culpa’...).

Ora proprio questo ritrovato dattiloscritto costitui sce il nerbo della ponderosa ricerca del giornalista e scrittore comasco Ro berto Festorazzi, ormai navigato inda gatore di cose ducesche; Margherita Sarfatti. La donna che inventò Mussolini s’intitola il saggio, che si avvale appunto del prezioso inedito messo a disposizione dagli eredi e che forse a vrebbe meritato una pubblicazione integrale in appendice.

Non è la vendetta postuma di una donna abban donata dall’amato: la Sarfatti godeva infatti di statura intellettuale autono ma, di frequentazioni mondane ed e sperienze internazionali superiori a quelle di Mussolini e di origini aristo­cratiche che escludono ogni soggezio ne all’uomo di potere. Fu semmai lei - negli anni Venti a Milano - a ’educa re’ il futuro Duce, a insegnargli come stare in società, a presentarlo agli am bienti finanziari e culturali, a soste nerlo quando aveva dubbi per la Mar cia su Roma, insomma a ’crearlo’ come uomo di Stato.

Un giudizio eccessivo? La personalità dell’intrigante no bildonna veneziana ed ebrea - il padre era tuttavia molto amico del pa triarca Sarto, poi Pio X - invece giusti fica l’assunto: nata nel 1880, a 14 anni padroneggiava già tre lingue; sociali sta, a Milano frequentava il salotto di Anna Kuliscioff e Filippo Turati, oltre a curare appena ventenne la critica arti stica dell’Avanti! ; collezionava opere di Boccioni. Mirò, Chagall, Koko schka, ospitò a casa sua Ada Negri, Panzini, Medardo Rosso, Pirandello...

Insomma: la Sarfatti non aveva biso gno di Mussolini per emergere; al con trario - scrive Festorazzi - ai suoi inizi «Mussolini era certamente succubo di Margherita». E la controprova è che, quando il Duce fu padrone assoluto d’Italia, lei alla fine del 1938 per resta re libera dovette e spatriare prima a Pa rigi, poi in Sudame rica e negli Stati Uni ti, dove rimase fino al 1947. Lì nacque

My fault che - al di là di possibili occa sionali scoop, come la conferma che il Duce era malato di sifilide e usava co caina, o il racconto di un suo inquietan te ’incontro’ notturno con Satana - rappresenta «una testimonianza e stremamente critica della degenerazione della personalità di Mussolini», e non solo di quest’ultimo: «Mi allontanai dal fascismo con mio grande dolore - scrive difatti Margherita, che nel 1929 era diventata cattolica - quando cominciò la sua degenerazione, quando si mise a copiare lui stesso la sua copia, o piuttosto la sua parodia sadica e grottesca, il nazismo».

Il mito del Dux non era riuscito a offuscare l’in telligenza scintillante dell’ex amante, anzi. Prima di morire presso Como nel 1961, lascerà scritti giudizi singolar mente lucidi: «Ciò che il fascismo fu, l’ideale per cui la gioventù italiana e sultante diede sangue ed entusiasmo, divenne alla fine il contrario delle sue sublimi origini, e introdusse, quasi, la tirannia sovietica contro la quale ci a veva chiamati a combattere... Tragico paradosso! Mussolini si era trasforma to nel superuomo brutale, alla tede sca, e invece dell’essere umano totale, cercò di creare il robot, schiavo dello Stato totalitario: vale a dire, di lui».

*

Roberto Festorazzi

MARGHERITA SARFATTI

La donna che inventò Mussolini

Angelo Colla. Pagine 432. Euro 22 ,00


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