Volantini sul corteo papale, polizia in redazione *
Quale occasione, il «pastore tedesco» in persona sotto le finestre della redazione romana del manifesto. Non che fosse un evento a sorpresa. Accade ogni 8 dicembre, dal Vaticano a piazza di Spagna passando per via Tomacelli. E così qualcuno ha pensato bene di riesumare la celebre prima pagina del giorno seguente l’elezione di Benedetto XVI, e di aggiornarla con un semplice «Lasciaci in Pacs». I volantini, almeno un centinaio o forse di più, sono volati giù dal civico 146 e atterrati ai piedi della scorta papale, subito prima del passaggio del pontefice benedicente e acclamato dalla folla. Altri sono svolazzati tra il pubblico al di là delle transenne. Qualcuno li ha presi e osservati con curiosità, qualcun altro ha urlato «comunisti», gli agenti hanno cercato di sequestrarne il maggior numero possibile, tutti hanno guardato all’insù con qualche sorpresa, nessuno ha applaudito. Non l’hanno presa bene la Digos e la polizia, che sono saliti fin su al terzo piano e dopo qualche trattativa hanno finito per identificare il direttore Gabriele Polo. Scene già viste sei anni fa, quando vignette di Vauro raffiguranti un abete a forma di forca (erano i giorni della visita in Vaticano di Jorge Haider, preceduto dall’omaggio di un albero di natale carinziano) erano state paracadutate sulla papamobile di Giovanni Paolo II. Quattordici giorni dopo un estremista di destra legato agli ambienti dell’integralismo cattolico, Andrea Insabato, arrivava con un pacco bomba natalizio nella sede del manifesto. Sarà l’unica vittima.
* il manifesto, 09.12.2006