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TORINO, CORSO REGINA MARGHERITA. Incendio nell’acciaieria della ThyssenKrupp.

giovedì 6 dicembre 2007
Torino, incendio in acciaieria
un operaio morto, sei feriti gravi*
TORINO - Un incendio è scoppiato poco prima dell’1,30 nell’acciaieria della ThyssenKrupp, che si trova a Torino, in corso Regina Margherita. Il bilancio fornito dai vigili del fuoco è di un operaio morto e otto feriti, di cui (...)

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giovedì 6 dicembre 2007

Torino, incendio in acciaieria: un morto, sei feriti gravi *

Le fiamme sono divampate nella notte di mercoledì, attorno all’1 e 30. Lo stabilimento della ThyssenKrupp di Torino in poco tempo è diventato una trappola infernale per gli operai che stavano lavorando durante il turno di notte. Uno di loro, Antonio Schiavone, 34 anni, non ce l’ha fatta. È salito a 9 il bilancio dei feriti che hanno riportato vaste ustioni in varie parti del corpo e principi di intossicazione per avere respirato il fumo sprigionatosi dopo l’ incendio. Alcuni di loro sono in condizioni disperate. Due operai, entrambi 26enni, Bruno Santino e Giuseppe De Masi hanno riportato ustioni di terzo grado al 90% del corpo. Grave anche Angelo Laurino, 34 anni, che si trova in rianimazione all’ospedale San Giovanni Bosco, così come un suo collega in coma farmacologico.

Il pronto intervento di otto squadre dei vigili del fuoco ha evitato che fosse una strage: le fiamme, infatti, hanno devastato il reparto del trattamento termico, ma non si sono estese all’intero stabilimento. Oltre all’ incendio vi sarebbe stata anche una esplosione. I pompieri sono ancora al lavoro per verificare che non ci siano ritorni di fiamma.

Ancora non sono state chiarite le cause dell’incidente: nel reparto dove sono divampate le fiamme i laminati di acciaio vengono portati ad alta temperatura e poi raffreddati in bagni d’olio per temperarli. ««Confido che il lavoro della magistratura - ha affermato il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino - possa portare presto a determinare le cause della tragedia. Ma ancora una volta un grave incidente conferma purtroppo che il problema sulla sicurezza sul lavoro, così come autorevolmente affermato dal presidente Napolitano, rappresenta una vera priorità nazionale».

Secondo una prima ipotesi, a scatenare l’incendio potrebbe essere stato dell’olio bollente traboccato dalle vasche, che avrebbe così investito gli operai che lavoravano alla linea. A quanto si apprende, l’incendio sarebbe iniziato da una piccola fiammella che in un primo momento si sarebbe tentato di spegnere con un estintore. Ma l’estintore si è esaurito e si è tentato di spegnere l’incendio con una lancia ad acqua, che avrebbe avuto l’effetto di aumentare l’incendio.

La ThyssenKrupp detiene purtroppo un triste primato: quattro anni fa nello stesso stabilimento di Torino si era verificato un grosso incendio: aveva preso fuoco una vasca d’olio e le fiamme erano state domate solo dopo alcuni giorni. Ma in quell’ occasione, fortunatamente, non vi erano state vittime. Sul sito internet del gruppo tedesco che in Italia ha sede a Terni e a Torino e che opera nel campo della produzione e distribuzione degli acciai speciali, c’è un avviso che oggi suona come paradossale.

«Prevenire è meglio che spegnere» si legge in una nota pubblicata lo scorso 12 luglio. Nel comunicato, si legge del sistema antincendio a disposizione della ThyssenKrupp, sviluppato dopo che nel 2006 lo stabilimento tedesco di Krefeld era stato gravemente danneggiato. L’episodio, scrivono, «dimostra quanto serio sia il rischio di simili eventi all’interno di realtà come le nostre, dove le potenziali cause di incendio sono moltissime: da quelle elettriche (scintille, surriscaldamento di motori ecc.) alle esplosioni, fino alla distrazione umana (classico è l’esempio del mozzicone di sigaretta involontariamente gettato tra sostanze infiammabili)». Si illustra così il sofisticato sistema messo a punto per prevenire ogni focolaio e si sottolinea anche l’attività di formazione realizzata per gli operai. «Un brindisi vicino al nuovo laminatoio - raccontano l’ultimo giorno di corso quelli della ThyssenKrupp - ha concluso la giornata, in attesa di prossime occasioni di festa».

Oggi i lavoratori si sono rifiutati di entrare al lavoro e per questo l’acciaieria è rimasta chiusa. «Non torneremo al lavoro se prima non avremo garanzie sulla sicurezza in fabbrica. Al momento mancano», affermano i lavoratori, che stanno preparando un dossier sulle condizioni di lavoro nella fabbrica, con dati e testimonianze. Lunedì i sindacati confederali dei metalmeccanici, Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato uno sciopero. «Chiediamo che si passi dalle parole ai fatti - dicono - Non basta la compassione, bisogna che si fermino gli incidenti e i morti sul lavoro». A quanto riferito dai sindacati, la ThyssenKrupp aveva deciso a luglio di chiudere la fabbrica torinese e di concentrare tutta l’attività produttiva nello stabilimento di Terni, ma ancora sono al lavoro circa 200 dipendenti. Proprio in questo periodo la linea 5, dove è avvenuto l’incidente, secondo fonti sindacali, aveva avuto un’intensificazione del ritmo di lavoro e l’azienda aveva deciso di mantenerla attiva fino a giugno. Alcuni lavoratori coinvolti nell’incendio - sempre secondo i sindacati - erano in straordinario da quattro ore e, quindi, lavoravano da 12 ore consecutive.

I lavoratori metalmeccanici di tutt’Italia si fermeranno per due ore venerdì 14 dicembre per chiedere maggiore prevenzione e sicurezza sul lavoro. Le due ore di sciopero - spiega il segretario nazionale della Uilm Mario Ghini - sono in aggiunta alle otto ore di sciopero proclamate per la città di Torino per lunedì.

Omicidio, lesioni personali e incendio colposi sono le tre ipotesi di accusa formulate nel fascicolo aperto dalla magistratura. Il magistrato Laura Longo, sostituto procuratore del pool di Raffaele Guariniello, ha specificato che al momento non ci sono indagati e che già in giornata potrebbero essere ascoltati come testimoni alcuni operai che hanno assistito alla tragedia. Longo, che si è recata sul posto nella notte e vi è rimasta fino alle 6 di stamattina, ha dato disposizione di acquisire dall’azienda documentazione relativa alle misure antinfortunistiche e alla contrattualizzazione dei lavoratori impegnati sulla linea 5.

«Ancora una volta degli operai muoionomentre lavorano. Il ministro del Lavoro Damiano venga in Senato a riferire sul grave incidente di Torino», chiede Massimo Brutti (Partito Democratico) intervendo in aula in apertura dei lavori. «Il governo deve dire cosa intende fare per impedire che le cosiddette "morti bianche" continuino». «Il ministro del Lavoro Cesare Damiano è disponibile a riferire nell’aula del Senato sull’incidente in una acciaieria di Torino», ha annunciato il presidente del senato Franco Marini.

* l’Unità, Pubblicato il: 06.12.07, Modificato il: 06.12.07 alle ore 14.59


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