Inviare un messaggio

In risposta a:

PUGLIA. LECCE, UGENTO - Giuseppe Basile, un esponente dell’Italia dei valori è stato ucciso la scorsa notte a Ugento, dove viveva. Era consigliere provinciale di Lecce e consigliere comunale di Ugento.

domenica 15 giugno 2008
Ansa» 2008-06-15 10:00
UCCISO ESPONENTE IDV NEL SALENTO
UGENTO (LECCE) - Un esponente dell’Italia dei valori è stato ucciso la scorsa notte a Ugento, dove viveva, con varie coltellate al torace. Si chiamava Giuseppe Basile ed era consigliere provinciale di Lecce e consigliere comunale di (...)

In risposta a:

> PUGLIA. LECCE, UGENTO ---- Sospetti di abusi sessuali sul prete dalla doppia vita, il parroco don Stefano Rocca (di Antonio Massari).

giovedì 15 aprile 2010


-  Don Stefano Rocca
-  Lecce, sospetti di abusi sessuali sul prete dalla doppia vita

-  di Antonio Massari (il Fatto, 15.04.2010)

Dal pulpito della sua chiesa, don Stefano, invitava la popolazione di Ugento a rompere il muro dell’omertà. La domenica esortava i fedeli a fornire elementi utili per le indagini. Parliamo dell’inchiesta su un omicidio eccellente, compiuto in Salento, la notte tra il 14 e 15 giugno 2008: l’omicidio di Peppino Basile, consigliere comunale e provinciale dell’Idv, ammazzato con 22 coltellate. Ora, però, è proprio su don Stefano Rocca che l’omertà dovrebbe cadere, se è vero quanto sostiene la Procura di Lecce, che lo indaga per molestie - secondo le testimonianze raccolte - a sfondo sessuale. Le indagini sono in corso. La presunzione d’innocenza, soprattutto in questi casi, è d’obbligo.

Ma i ragazzi molestati, adesso maggiorenni, a giudicare dal fascicolo d’indagine, sono almeno tre. E si tratterebbe di molestie piuttosto dure. I sospetti su don Stefano, nell’ipotesi investigativa, sono confortati da parecchie intercettazioni telefoniche. Le conversazioni captate, e registrate dagli inquirenti, pur non dimostrando reati, testimoniano che il parroco di Ugento avrebbe avuto una sorta di “doppia vita”. E la vicenda sta scatenando - come sempre accade in questi casi - un feroce dibattito nel paese. Una parte del quale sostiene che le molestie non siano mai esistite. Al contrario: la vicenda sarebbe stata montata ad arte - non dagli inquirenti, ma da esposti e denunce a volte anonime - proprio per punire don Stefano del suo interessamento sul caso Basile.

La procura però, per quanto ci è dato sapere, ha agito con la massima cautela e fonda le accuse su una pluralità di indizi e testimonianze. D’altronde, è proprio dall’omicidio Basile che bisogna partire, per ricostruire questa storia. L’indagine su don Stefano, infatti, è una costola dell’inchiesta sulla morte del consigliere Idv. Ascoltati dagli inquirenti, alcuni testimoni, iniziano a fornire indicazioni sulle presunte molestie perpetrate dal parroco. Tra denunce, esposti e testimonianze, la posizione di don Stefano si aggrava e la procura apre un fascicolo su di lui. Sul parroco - o meglio: sulle sue testimonianze per il caso Basile - già un anno fa, il procuratore capo di Lecce, Cataldo Motta, aveva espresso pubblicamente delle perplessità. “Don Stefano Rocca è risultato esposto perché ha fatto credere di sapere cose che, in realtà, non sapeva”, disse Motta al Corriere del Mezzogiorno. E aggiunse: “Anche lui, poi, non si sottrae all’atteggiamento di chi sa e non parla o di chi comunque non sa”.

Qualche dubbio sull’atteggiamento del parroco, nella vicenda Basile, era quindi ampiamente sorto durante le indagini che portarono, poi, all’arresto due persone: Vittorio Colitti e l’omonimo nipote che, all’epoca dei fatti, era minorenne. Il punto è che l’indagine sulle molestie, che oggi riguarda don Stefano, inizia a gettare una strana ombra anche sul delitto Basile. Nell’inchiesta - che vede indagati i due Colitti, uno dei quali già rinviato a giudizio - c’è un punto sfuggente: resta ancora misterioso il movente.

Nei giorni scorsi, in merito all’accusa di molestie, don Stefano ha chiesto di essere ascoltato alla procura. Dal Palazzo di Giustizia, però, non è giunta nessuna richiesta. Per il momento, quindi, il parroco non sarà interrogato. Nessun segnale, per ora, neanche dalla Curia. Anche se, sul fenomeno dei preti pedofili in Puglia (nel caso di don Stefano, però, non si hanno evidenze di molestie su minori) giorni fa era intervenuto l’ex numero uno della conferenza episcopale pugliese, nonché ex vescovo di Lecce, monsignor Francesco Ruppi: “In Puglia, negli ultimi anni, su più di milleottocento preti, non contiamo più d’una decina di casi”.

Non sappiamo se sia anche il caso di don Stefano Rocca, che per il momento è coinvolto solo nella fase delle indagini preliminari, ma è certo che la vicenda lascerà il segno nella cittadina di Ugento, già sconvolta pochi anni fa dall’omicidio di Basile. Una vicenda nella quale, la figura del parroco, pareva quella di un impegnato ricercatore di giustizia. Una figura oggi drammaticamente capovolta.


Questo forum è moderato a priori: il tuo contributo apparirà solo dopo essere stato approvato da un amministratore del sito.

Titolo:

Testo del messaggio:
(Per creare dei paragrafi separati, lascia semplicemente delle linee vuote)

Link ipertestuale (opzionale)
(Se il tuo messaggio si riferisce ad un articolo pubblicato sul Web o ad una pagina contenente maggiori informazioni, indica di seguito il titolo della pagina ed il suo indirizzo URL.)
Titolo:

URL:

Chi sei? (opzionale)
Nome (o pseudonimo):

Indirizzo email: