Ansa» 2008-06-15 10:00
UCCISO ESPONENTE IDV NEL SALENTO
UGENTO (LECCE) - Un esponente dell’Italia dei valori è stato ucciso la scorsa notte a Ugento, dove viveva, con varie coltellate al torace. Si chiamava Giuseppe Basile ed era consigliere provinciale di Lecce e consigliere comunale di Ugento. Aveva 61 anni. Le indagini vengono condotte dai carabinieri che sono al lavoro e per ora non escludono alcuna ipotesi.
Basile - a quanto si è saputo - è stato trovato nei pressi della sua abitazione, per strada. Il corpo è stato scoperto da vicini che rientravano nel cuore della notte. L’uomo era un imprenditore e viveva da solo, dopo che si era separato dalla moglie: era molto noto in paese, anche per la sua intensa attività di consigliere comunale di opposizione. Alle ultime elezioni parlamentari era anche stato candidato nella Lista di Pietro per la Camera, al settimo posto. Ugento è un comune di poco più di 11 mila abitanti nella parte estrema del Salento, a una cinquantina di chilometri da Lecce. E’ uno dei due comuni della diocesi che ieri, a Santa Maria di Leuca, ha ricevuto la visita di papa Benedetto XVI.
Giuseppe Basile era entrato nel consiglio provinciale di Lecce nel giugno 2005 e nel consiglio comunale di Ugento nel maggio dell’anno successivo. Le sue iniziative di consigliere di opposizione a Ugento spesso in paese suscitavano scalpore. Nel marzo scorso, durante la campagna elettorale per le elezioni parlamentari, aveva vivacemente protestato, e preannunciato esposti alla magistratura, perché la polizia municipale gli aveva rimosso uno striscione per propaganda elettorale di circa tre metri di lunghezza che aveva posto su un balcone sul Comitato elettorale dell’Italia dei valori.
Don Stefano Rocca
Lecce, sospetti di abusi sessuali sul prete dalla doppia vita
di Antonio Massari (il Fatto, 15.04.2010)
Dal pulpito della sua chiesa, don Stefano, invitava la popolazione di Ugento a rompere il muro dell’omertà. La domenica esortava i fedeli a fornire elementi utili per le indagini. Parliamo dell’inchiesta su un omicidio eccellente, compiuto in Salento, la notte tra il 14 e 15 giugno 2008: l’omicidio di Peppino Basile, consigliere comunale e provinciale dell’Idv, ammazzato con 22 coltellate. Ora, però, è proprio su don Stefano Rocca che l’omertà dovrebbe cadere, se è vero quanto sostiene la Procura di Lecce, che lo indaga per molestie - secondo le testimonianze raccolte - a sfondo sessuale. Le indagini sono in corso. La presunzione d’innocenza, soprattutto in questi casi, è d’obbligo.
Ma i ragazzi molestati, adesso maggiorenni, a giudicare dal fascicolo d’indagine, sono almeno tre. E si tratterebbe di molestie piuttosto dure. I sospetti su don Stefano, nell’ipotesi investigativa, sono confortati da parecchie intercettazioni telefoniche. Le conversazioni captate, e registrate dagli inquirenti, pur non dimostrando reati, testimoniano che il parroco di Ugento avrebbe avuto una sorta di “doppia vita”. E la vicenda sta scatenando - come sempre accade in questi casi - un feroce dibattito nel paese. Una parte del quale sostiene che le molestie non siano mai esistite. Al contrario: la vicenda sarebbe stata montata ad arte - non dagli inquirenti, ma da esposti e denunce a volte anonime - proprio per punire don Stefano del suo interessamento sul caso Basile.
La procura però, per quanto ci è dato sapere, ha agito con la massima cautela e fonda le accuse su una pluralità di indizi e testimonianze. D’altronde, è proprio dall’omicidio Basile che bisogna partire, per ricostruire questa storia. L’indagine su don Stefano, infatti, è una costola dell’inchiesta sulla morte del consigliere Idv. Ascoltati dagli inquirenti, alcuni testimoni, iniziano a fornire indicazioni sulle presunte molestie perpetrate dal parroco. Tra denunce, esposti e testimonianze, la posizione di don Stefano si aggrava e la procura apre un fascicolo su di lui. Sul parroco - o meglio: sulle sue testimonianze per il caso Basile - già un anno fa, il procuratore capo di Lecce, Cataldo Motta, aveva espresso pubblicamente delle perplessità. “Don Stefano Rocca è risultato esposto perché ha fatto credere di sapere cose che, in realtà, non sapeva”, disse Motta al Corriere del Mezzogiorno. E aggiunse: “Anche lui, poi, non si sottrae all’atteggiamento di chi sa e non parla o di chi comunque non sa”.
Qualche dubbio sull’atteggiamento del parroco, nella vicenda Basile, era quindi ampiamente sorto durante le indagini che portarono, poi, all’arresto due persone: Vittorio Colitti e l’omonimo nipote che, all’epoca dei fatti, era minorenne. Il punto è che l’indagine sulle molestie, che oggi riguarda don Stefano, inizia a gettare una strana ombra anche sul delitto Basile. Nell’inchiesta - che vede indagati i due Colitti, uno dei quali già rinviato a giudizio - c’è un punto sfuggente: resta ancora misterioso il movente.
Nei giorni scorsi, in merito all’accusa di molestie, don Stefano ha chiesto di essere ascoltato alla procura. Dal Palazzo di Giustizia, però, non è giunta nessuna richiesta. Per il momento, quindi, il parroco non sarà interrogato. Nessun segnale, per ora, neanche dalla Curia. Anche se, sul fenomeno dei preti pedofili in Puglia (nel caso di don Stefano, però, non si hanno evidenze di molestie su minori) giorni fa era intervenuto l’ex numero uno della conferenza episcopale pugliese, nonché ex vescovo di Lecce, monsignor Francesco Ruppi: “In Puglia, negli ultimi anni, su più di milleottocento preti, non contiamo più d’una decina di casi”.
Non sappiamo se sia anche il caso di don Stefano Rocca, che per il momento è coinvolto solo nella fase delle indagini preliminari, ma è certo che la vicenda lascerà il segno nella cittadina di Ugento, già sconvolta pochi anni fa dall’omicidio di Basile. Una vicenda nella quale, la figura del parroco, pareva quella di un impegnato ricercatore di giustizia. Una figura oggi drammaticamente capovolta.
Ugento, due arresti per il delitto Basile I carabinieri hanno arrestato due uomini per l’uccisione ell’esponente dell’Idv assassinato nella notte tra il 14 e il 15 luglio del 2008
di Alessandra Bianco *
Dopo oltre un anno di indagini i Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce e gli Agenti della Questura del capoluogo salentino, nel corso di un’operazione congiunta, coordinata dalle locali Procure della Repubblica Ordinaria e per i Minorenni, hanno arrestato, questa notte due persone, nonno e nipote, per l’uccisione con più di 20 coltellate del Consigliere Provinciale dell’IDV Giuseppe Basile, avvenuto a Ugento la notte del 15 giugno 2008.
I due Vittorio Luigi Colitti del ’90 studente presso l’istituto professionale di Ugento e Vittorio Colitti del 43 agricoltore, erano vicini di casa del Basile. Sono stati catturati questa mattina all’alba e dovranno rispondere di concorso in omicidio volontario e detenzione e porto abusivo di arma bianca, un coltello che coincide perfettamente con l’arma che venne individuata nell’autopsia come quella che aveva ucciso la vittima: una lama monofilare a scatto, un comune serramanico.
L’arresto è avvenuto in esecuzione di altrettante ordinanze di custodia cautelare emesse dai rispettivi GIP dei Tribunali Ordinario e per i Minorenni di Lecce. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà questa mattina alle ore 12 alla Procura della Repubblica di Lecce, dai capi dei rispettivi uffici di procura Cataldo Motta e Aldo Petrucci.
* la Repubblica, 25 novembre 2009
Idv Provincia di Lecce *
Comunicato stampa
Solidarietà di IDV al consigliere comunale del PD di Melissano Stefano Giuseppe Scarcella.
Episodi inquietanti che ricordano le minacce di morte al consigliere Basile.
Non si deve -abbassare la guardia in Provincia.
L’Italia dei Valori della Provincia di Lecce esprime solidarietà al consigliere comunale del PD di Melissano, Stefano Giuseppe Scarcella alla luce degli inquietanti episodi che l’hanno visto vittima.
Minacce e vicende analoghe a quelle a suo tempo subite dal compianto consigliere di IDV Peppino Basile e che furono sottovalutate da tutta la comunità ugentina.
L’Italia dei Valori della Provincia di Lecce, che si dichiara profondamente preoccupata per l’escalation di episodi di delinquenza e criminalità anche nei confronti di esponenti politici, invita tutte le forze democratiche, le forze di Polizia e gli inquirenti a non minimizzare nulla, affinchè sia fatta immediatamente luce su episodi che turbano il sereno svolgimento della vita democratica e politica e che costituiscono l’ennesimo evento di un clima troppo spesso avvelenato ed esasperato.
L’Italia dei Valori della Provincia di Lecce invita, quindi, tutte le forze democratiche, il mondo associazionistico e la società civile di Melissano e del Salento tutto a stringersi intorno al consigliere Scarcella per garantire un messaggio di libertà di opinione e riscoprire un clima che consenta di fare liberamente politica in ogni Comune, in ogni frazione, in ogni angolo del territorio e rilancia l’idea di una grande manifestazione per la legalità e la libertà di espressione ed opinione. Lecce, 22 settembre 2008. Il responsabile provinciale Francesco D’AGATA
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- Sede Provinciale “Itala dei Valori” di Lecce
V. le Lo Re n. 22
73100 - LECCE
Sito internet www.idvlecce.com
email dagatalegale@virgilio.it
Resp. Provinciale Cell. 320/8496515
Giuseppe Basile era consigliere provinciale a Lecce e comunale a Ugento L’ex magistrato Carlo Madaro: "Era stato minacciato" Lecce, ucciso a coltellate in strada esponente dell’Idv nel Salento Il dolore del leader dell’Italia dei valori Di Pietro: "Era un politico tutto d’un pezzo"
UGENTO (Lecce) - Un esponente dell’Italia dei valori è stato ucciso la scorsa notte a Ugento, dove viveva, con varie coltellate al torace. Si chiamava Giuseppe Basile ed era consigliere provinciale di Lecce e consigliere comunale di Ugento. Aveva 61 anni. Le indagini vengono condotte dai carabinieri che sono al lavoro e per ora non escludono alcuna ipotesi.
Basile è stato trovato nei pressi della sua abitazione, per strada. Il corpo è stato scoperto da vicini che rientravano nel cuore della notte. L’uomo era un imprenditore e viveva da solo, dopo che si era separato dalla moglie: era molto noto in paese, anche per la sua intensa attività di consigliere comunale di opposizione. Alle ultime elezioni parlamentari era anche stato candidato nella Lista di Pietro per la Camera, al settimo posto.
Secondo Carlo Madaro, ex magistrato ed esponente salentino dell’Italia dei valori, Giuseppe Basile aveva di recente subito un’intimidazione. A quanto riferisce l’ex magistrato, qualche mese fa Basile aveva trovato davanti a casa la testa mozzata di un animale. In quell’oocasione Madaro ricorda di aver consigliato a Basile di fare denuncia, ma di non sapere se poi la denuncia fosse avvenuta. L’episodio non è comunque isolato: circa tre anni fa - sempre secondo Madaro - a Basile era stata fatta arrivare una busta con un proiettile. "Basile aveva capitalizzato inimicizie", sottolinea Madaro, per la sua irruenza e la sua combattività. L’assessore racconta ancora di aver visto Basile per l’ultima volta il 12 giugno scorso in una riunione di partito fatta a Lecce e di averlo atteso invano ieri alla messa celebrata dal Papa a Santa Maria di Leuca, dove riteneva che anche Basile si sarebbe recato.
Ugento è un comune di poco più di 11 mila abitanti nella parte estrema del Salento, a una cinquantina di chilometri da Lecce. E’ uno dei due comuni della diocesi che ieri, a Santa Maria di Leuca, ha ricevuto la visita di papa Benedetto XVI.
Giuseppe Basile era entrato nel consiglio provinciale di Lecce nel giugno 2005 e nel consiglio comunale di Ugento nel maggio dell’anno successivo. Le sue iniziative di consigliere di opposizione a Ugento spesso in paese suscitavano scalpore. Nel marzo scorso, durante la campagna elettorale per le elezioni parlamentari, aveva vivacemente protestato, e preannunciato esposti alla magistratura, perchè la polizia municipale gli aveva rimosso uno striscione per propaganda elettorale di circa tre metri di lunghezza che aveva posto su un balcone sul Comitato elettorale dell’Italia dei valori.
"L’Italia dei Valori ha appreso con sgomento la notizia dell’uccisione di Giuseppe Basile e partecipa al dolore dei familiari", ha detto il leader dell’Idv Antonio Di Pietro. "Basile - ha aggiunto Di Pietro - era un politico tutto d’un pezzo che affrontava e denunciava ogni giorno a muso duro ciò che non andava bene nella gestione della res publica".
* la Repubblica, 15 giugno 2008