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A GIOVANNI MARIA FLICK, UNA RISPOSTA. Aspetti un altro po’, e il "padrone" sarà il Presidente del "Popolo della Libertà", di "Forza Italia"!!!

martedì 16 dicembre 2008
CONSULTA: FLICK ELETTO PRESIDENTE *
ROMA - E’ Giovanni Maria Flick il nuovo presidente della Corte Costituzionale. Succede a Franco Bile, il cui mandato è scaduto lo scorso 8 novembre. Ad eleggerlo sono stati, a scrutinio segreto, i quindici della Consulta. Sessantotto anni, nato a Cirié (...)

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> A GIOVANNI MARIA FLICK, UNA RISPOSTA. Aspetti un altro po’ -. Intervista all’ex Presidente della Consulta: "Ma non vorrei se ne approfittasse per limare le unghie ai giudici".

lunedì 24 giugno 2019

Giovanni Maria Flick: "Voltare pagina al Csm senza dimenticare"

Intervista all’ex Presidente della Consulta: "Ma non vorrei se ne approfittasse per limare le unghie ai giudici"

di Stefano Baldolini (The Huffington Post, 21.06.2019)

“Adesso voltare pagina davvero, ma senza cancellare tutto subito. Questa vicenda è stata una ferita molto grave, attenti ai propositi di “vendetta” contro i giudici indeboliti”. Il presidente emerito della Consulta Giovanni Maria Flick, già giurista e ministro, interviene sul caos nomine nella giornata in cui il presidente Mattarella, in un plenum straordinario del Csm, parla di “quadro sconcertante e inaccettabile”.

“Non si può non essere d’accordo con l’impostazione del Presidente. Ciò che è emerso è sconcertante. Soprattutto è sconcertante l’indifferenza, l’abitudine a un malcostume praticato abitualmente. Tendo a pensare che si praticasse anche in passato, magari non in modo così impudico”.

“Oggi si volta pagina”, ha detto il capo dello Stato al Palazzo dei Marescialli.

“Sì, adesso voltare pagina, ma che non vuol dire dimenticare”.

“Quanto avvenuto - ha aggiunto Mattarella - ha prodotto conseguenze gravemente negative per il prestigio e per l’autorevolezza non soltanto di questo Consiglio ma anche per il prestigio e l’autorevolezza dell’intero Ordine Giudiziario”

“E’ stata una ferita molto grave alla credibilità e alla fiducia della magistratura, che può legittimare propositi di “vendetta” verso i giudici che hanno messo troppe volte il naso in affari di corruzione e commistione della politica. Non vorrei se ne approfittasse per limare le unghie ai giudici”

Secondo il vicepresidente del Csm Ermini “la ferita non ha colpito le fondamenta del Csm”.

Non mi intendo di architettura, ma, come detto, il Csm esce abbastanza sfregiato da questa vicenda.

Veniamo così al tema della riforma del Csm. Ermini la definisce “necessaria”, ma di competenza del Parlamento.

Assolutamente. E chi altro la deve fare? Io non credo all’autoriforma, come non credo all’autosospensione.

Per il vicepremier Salvini il Csm “va riformato tutto” e va fatta una “seria riforma della magistratura”. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha annunciato le riforme del Csm, del processo penale e civile “entro l’anno”. Fattibile?

Distinguiamo le riforme del processo penale e civile con gli interventi che vanno fatti al più presto. Sono cose diverse, metterle insieme confonde le acque e si rischia che non si faccia nessun passo concreto, lasciando spazio solo alla stigmatizzazione e all’ipocrisia, ma ripeto, senza che ne conseguano passi concreti.

E quali sono i passi concreti possibili?

Occorre intervenire al più presto sui due punti deboli evidenziati da questa vicenda. L’elezione dei membri del Csm e la designazione dei capi ufficio per garantire il corretto funzionamento del Consiglio. Ma non basta, bisogna dire con forza che è vietato infrangere le norme disciplinari e deontologiche della categoria. Tenere distinto il tema dei reati dal tema dell’illecito disciplinare. Sui primi, se ce ne sono, indagheranno le procure. Ma d’altro canto non ha senso dire “cosa ho fatto di male se non c’è reato...” se comunque si sono infrante tutte le regole etiche.

Molti hanno puntato il dito contro l’associazionismo e il correntismo nella magistratura.

Anche qui, distinguiamo i problemi. L’associazionismo può avere una funzione positiva, sviluppare una vita sociale. Il correntismo, come abbiamo visto, invece può essere fonte di possibili degenerazioni. Ho contato ben 4 riforme del Csm, con altrettanti disastri. Ora cambiare registro davvero, interrompere il legame incestuoso che finisce per crearsi tra politica e correnti. Ho sentito di soluzioni come il sorteggio, che comporterebbero cambiamenti nella Costituzione, mi limiterei a eliminare le liste e a proporre la presentazione di candidature individuali. Ogni magistrato che vuole essere eletto al Csm, si presenti da solo.

Ce ne sono state di degenerazioni? Oppure come oggi ha detto uno degli intercettati, il deputato Cosimo Ferri, il confronto tra politica e giudici è cosa abituale e in questa vicenda c’è stata molta ipocrisia?

Premettendo che commento quello che ho letto sui giornali, non mi sembra che la scelta a tavolino, in una stanza d’albergo, di magistrati graditi possa essere ammessa. Mi sembra che non abbia nulla a che vedere con il fisiologico confronto tra magistrati e politici. Poi, ma a tempo debito, ci sarebbe da dire qualcosa sull’utilizzabilità di uno strumento investigativo potente come il trojan, che rischia di travolgere i limiti propri delle intercettazioni, minando il diritto inviolabile alla segretezza e alla libertà delle proprie comunicazioni, come prescritto dall’art.15 della Costituzione. Ma ripeto, ora non è il momento di preoccuparsene. Come priorità c’è la questione della riforma del Consiglio.

E dunque questa politica è in grado di fare una riforma giusta ed efficace? Non potrebbe approfittare della debolezza dei giudici e, come da Lei detto, prendersi le sue rivincite?

Questo discorso va fatto esclusivamente dal Parlamento. Nella misura in cui la politica “alta” dovrebbe decidere le linee fondanti della riforma del Csm. Con trasparenza, con concretezza, senza riscrivere la storia d’Italia.

Salvini chiede anche che i magistrati che entrano in politica “si dimettano per sempre”.

Occorre bloccare definitivamente le porte girevoli. Chi fa una scelta politica non deve poter rientrare nel modo più assoluto.


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