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ALLA DOTTA BOLOGNA, NELLA CATTEDRALE DI SAN PIETRO, LA "DEUS CARITAS EST" (UN FALSO FILOLOGICO E TEOLOGICO).

mercoledì 5 giugno 2013
"CHARISSIMI" .... DIO e’ AMORE ("CHARITAS") non MAMMONA ("CARITAS" - "CARO-PREZZO")!!! Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno ne sollecita la correzione del titolo...
"ECCLESIA DE EUCHARISTIA" (Giovanni Paolo II, 2003) (...)

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> ALLA DOTTA BOLOGNA, NELLA CATTEDRALE DI SAN PIETRO, LA "DEUS CARITAS EST" --- Il cardinal Caffarra ordina al Parroco di cacciare il coro KOMOS dalla chiesa di San Bartolomeo

martedì 15 settembre 2009

http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/bologna/2009/09/15/232006-nuovo_trasloco_coro_komos.shtml

BUFERA SULLA PARROCCHIA DELLA BEVERARA

-  Nuovo trasloco per il coro gay Komos
-  Lettera della Curia: ’’Liberate i locali’’

Dallo scorso luglio il coro, formato da 25 uomini e primo in Italia, si incontrava per le prove di canto in una sala della parrocchia della chiesa di San Bartolomeo della Beverara. L’altra sera il parroco ha consegnato una lettera, inviata dalla Curia, con l’invito a liberare i locali

BOLOGNA, 15 SETTEMBRE 2009 -Nuovo ’trasloco’ per il Komos, il coro omosessuale di Bologna che dallo scorso metà luglio aveva ottenuto una sala prove all’interno della chiesa di San Bartolomeo della Beverara. L’altra sera il parroco ha consegnato al direttore Paolo Montanari (nella foto) una lettera, inviata dalla Curia, con l’invito a liberare i locali.

Ma ‘’con dispiacere’’, ha aggiunto don Nildo Pirani nella lettera che gli ha consegnato. La stessa in cui, spiegando il perche’ dell’addio, ha citato un messaggio ricevuto dall’arcivescovo Carlo Caffarra il 7 agosto che, ha riferito Montanari, gli ha ricordato l’esistenza di un documento della Congregazione per la dottrina della fede sugli omosessuali datato 1986.

Dopo l’esordio a novembre nella sede dell’Arcigay bolognese, il coro aveva cambiato ‘casa’ per problemi di acustica e dissapori con l’associazione. Allora Montanari aveva bussato alla Beverara per chiedere una sala, una volta a settimana. Don Nildo, classe 1937, aveva accettato dandogli anche la chiave del salone. Fino a ieri sera. Prima delle prove, il sacerdote ha parlato con Montanari e gli ha comunicato la novita’. Poi gli ha allungato una lettera. ‘’Comunico con dispiacere l’impossibilita’ di continuare ad accogliere il vostro coro nei locali della parrocchia’’, e’ l’incipit.

E subito dopo: ‘’Questo per una precisa disposizione di una lettera della Congregazione per la dottrina della fede in data 1 ottobre 1986, che io non conoscevo, e che mi e’ stata ribadita perentoriamente dal cardinale arcivescovo in persona, con lettera a me inviata in data 7 agosto 2009’’. Infine le scuse e l’annuncio del proprio silenzio (‘’non ho niente da commentare’’). Il documento citato da Caffarra e’ una lettera che la Congregazione ha rivolto a tutti i vescovi ‘’sulla cura pastorale delle persone omosessuali’’ come si legge nel titolo del documento.

Amareggiato e deluso il direttore del coro (formato da 25 uomini, il primo in Italia solo al maschile e specializzato in musica classica) perche’ ‘’con una certa ingenuita’ ho creduto che questa sistemazione potesse durare’’. E a questo punto, lancia un appello perche’ Komos non muoia. In particolare, si rivolge ‘’al Comune e a tutte le associazioni bolognesi (nonche’ singoli cittadini)’’ per chiedere ‘’se esiste uno spazio adatto alla musica adatto a ospitarci’’


http://www.viaemilianet.it/notizia.php?id=3000

Il cardinal Caffarra caccia il coro gay dalla chiesa di San Bartolomeo Il parroco aveva accolto nella sala prove il gruppo del Komos. Oggi la lettera perentoria dell’arcivescovo di Bologna che richiama il sacerdote al rispetto delle norme contro gli omosessuali

BOLOGNA, 15 SET 2009 - Sembrava troppo bello, visti i tempi che corrono. I tempi sono quelli dei pestaggi contro persone omosessuali e delle politiche razziste e sessiste di ispirazione leghista. La bella notizia era stata che un parroco bolognese aveva deciso di accogliere il coro bolognese Kosmos, composto tutto da uomini gay (una tradizione anglosassone trapiantata da noi) nella sala prove della chiesa di san Bartolomeo della Beverara.

A richiamare don Nildo Pirani alla dura realtà addirittura una lettera del cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna. lo ha comunicato il sacerdote al direttore del coro Paolo Montanari motivando l’allontanamento “per una precisa disposizione di una lettera della Congregazione per la dottrina della fede in data 1 ottobre 1986, che io non conoscevo, e che mi è stata ribadita perentoriamente dal cardinale arcivescovo in persona, con lettera a me inviata in data 7 agosto 2009”.

Una “brutta notizia” comunicata “con dispiacere”, ha aggiunto don Nildo Pirani. Dopo l’esordio a novembre nella sede dell’Arcigay bolognese, il coro aveva cambiato ’casa’ per problemi di acustica. Allora Montanari aveva bussato alla Beverara per chiedere una sala, una volta a settimana. Don Nildo, classe 1937, aveva accettato dandogli anche la chiave del salone.

Fino a ieri sera. Prima delle prove, il sacerdote ha parlato con Montanari e gli ha comunicato la novità. Poi gli ha allungato una lettera. "Comunico con dispiacere l’impossibilità di continuare ad accogliere il vostro coro nei locali della parrocchia", è l’incipit. E subito dopo: "Questo per una precisa disposizione di una lettera della Congregazione per la dottrina della fede in data 1 ottobre 1986, che io non conoscevo, e che mi è stata ribadita perentoriamente dal cardinale arcivescovo in persona, con lettera a me inviata in data 7 agosto 2009". Infine le scuse e l’annuncio del proprio silenzio ("non ho niente da commentare").

Il documento citato da Caffarra è una lettera che la Congregazione ha rivolto a tutti i vescovi "sulla cura pastorale delle persone omosessuali" come si legge nel titolo del documento. Amareggiato e deluso il direttore del coro (formato da 25 uomini, il primo in Italia solo al maschile e specializzato in musica classica) perché "con una certa ingenuità ho creduto che questa sistemazione potesse durare". E a questo punto, lancia un appello perché Komos non muoia. In particolare, si rivolge "al Comune e a tutte le associazioni bolognesi (nonché singoli cittadini)" per chiedere "se esiste uno spazio adatto alla musica adatto a ospitarci".

Per la chiesa bolognese un’occasione persa di mostrare che “la cura delle persone omosessuali” non vuol dire solo discriminazione.

di m. so.


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