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ELVIO FACHINELLI (1928-1989). Per il ventennale della morte.

giovedì 18 febbraio 2010
Per il Ventennale della morte di Elvio Fachinelli (1928-1989)
sull’impossibile formazione degli analisti
Conversazione di Sergio Benvenuto con Elvio Fachinelli - http://www.ildialogo.org/stampa/ELVIOFACHINELLIn.pdf] (1928-1989)”, questa “intervista alla quale teneva in modo particolare”. (...)

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> ELVIO FACHINELLI (1928-1989). Per il ventennale della morte. --- Soltanto meraviglia. Gli stati estatici nel pensiero dell’ultimo Fachinelli (di Valeria Egidi Morpurgo).

giovedì 5 gennaio 2023

Soltanto meraviglia.

Gli stati estatici nel pensiero dell’ultimo Fachinelli

di Valeria Egidi Morpurgo *

Fin dal 1966, (nello scritto Freud) Elvio Fachinelli segnalava come tema cruciale il contrasto tra intellettualismo e riconoscimento dell’area dell’accoglimento, ovvero del femminile-materno nel pensiero di Freud. D’altra parte Freud indagava aree mentali al di là dei confini dell’Io: sia quelle che danno luogo a fenomeni inquietanti che vanno sotto il nome del perturbante (Unheimlich) (1919) cui è sottesa l’immagine della madre arcaica, sia esperienze serene di tipo estatico, come il sentimento oceanico di fusione con il tutto (1929)

Il contrasto tra impostazione intellettualistica e richiamo dell’area materna prende forma più precisa nel 1983 quando Fachinelli conia un termine originale: claustrofilia, che indica gli stati mentali propri dei soggetti che si fondono con la figura materna. L’area claustrofilica può essere considerata in psicoanalisi come fattore di difesa, perturbamento, blocco, o al contrario come fattore di integrazione interna all’Io, e di comunicazione e unione tra soggetti. Dando attenzione all’area perinatale e al parto-nascita Fachinelli si scosta criticamente dal “pregiudizio scientifico” di Freud sull’esperienza psichica prenatale e perinatale e lo oltrepassa, pur senza idealizzare il rapporto con la madre.

Dopo la “liberazione” da quel conflitto, nel libro La mente estatica (1989), Fachinelli riprende il tema della fusionalità e il vissuto del tempo che l’ accompagna utilizzando il concetto freudiano di Einfuhlung (empatia) fenomeno inconscio e per alcuni aspetti enigmatico. Nelle esperienze empatiche, in circostanze specifiche collegate all’area claustrofilica, nota Fachinelli, non solo si attenuano i confini tra un Io e l’altro, ma sembra che un soggetto “ possa sapere, non a livello conscio, qualcosa dell’altro soggetto. Che quest’ultimo non sa, o non sa ancora”. A questo proposito Fachinelli racconta un episodio inquietante, che lo riguarda molto da vicino: una paziente sogna nei particolari una vicenda cruciale per l’analista e gli racconta il sogno prima che lui sia informato di quel fatto angoscioso. Cosa che presuppone “un’inaudita penetranza dell’inconscio altrui, qualcosa che la ragione scientifica non è certo disposta da ammettere” (p.89). L’ipotesi esplicativa di Fachinelli è che questo tipo di fenomeno compaia quando un rapporto di tipo claustrofilico è minacciato di interruzione.

D’altra parte negli stati di fusione di un soggetto con un oggetto l’Io conscio si disorienta e si perde:

“Un movimento di svuotamento, azzeramento, distacco. Frana lentissima o improvvisa. In ogni situazione creativa c’è un momento in cui ciò che vale, per l’individuo, precipita verso il proprio annullamento (...)”

Perchè ci si difende dagli stati estatici? Quel che fa paura dell’esperienza mistico-estatica cosa è? Fachinelli osserva che la difesa intellettualistica, o la negazione, non si dà per paura del dolore, ma per paura della gioia eccessiva

“E allora esso comporta il senso di un prodigio, di un evento incommensurabile rispetto alle sue premesse - come nell’estasi mistica” (p.29)

Si può vedere qui un avvicinamento tacito, non esplicitato, al pensiero dei mistici? Come nota Martin Buber, studioso dei mistici di ogni tempo e cultura, nell’esperienza estatica vi è una fusione tra soggetto e oggetto in cui il soggetto “si fa” oggetto. Ecco una testimonianza diretta di Fachinelli di questo lasciarsi andare al libero flusso di pensieri e immagini: “Io come sguardo che impara non un paesaggio, o più paesaggi, ma se stesso paesaggio. Sguardo-mare” (p.19)

Nel tempo sospeso si gode un’espe­rienza di fusione estatica con il tutto.

“Ora il rombo del mare è un respiro calmo, profondo. Chiudo gli occhi. I suoni, scollegati dal loro aggancio visivo, hanno più spazio; diventano voci singole, con timbro e grana diversa. Di fronte a ciascuna, non attesa né timore. Soltanto meraviglia (pp.24-25)

Se si vive lo stato fusionale non si è con contatto solo con se stessi, con un Io allargato, ma si è aperti all’incontro con l’altro da sé:

“Accogliere chi? Un ospite-interno. Accoglierlo prima di esaminarlo ed eventualmente respingerlo”. E’ un’ esperienza felice:

“Come scrivere tutto questo? Vento sulla fronte, rombo del mare, luce, torpore, pensiero dell’accettazione, gioia, gioia con senso di gratitudine, verso chi?” (18)

Verso chi? Verso una presenza. Nell’esperienza estatica allora, sia del mistico sia dell’artista sia di uno qualsiasi di noi, c’è una tensione verso l’altro lato dell’esperienza:

“Ciò che si genera nel vuoto, nell’estrema rarefazione, è ciò che si è cercato. Si trova ciò che in noi qualcuno, al di là dell’io, cercava: Dio, l’arte, la scienza; o anche, immediatamente, semplicemente, la sospensione del tempo della caducità (p.30)

* Cfr. I maestri della Psicoanalisi : Elvio Fachinelli e Franco Fornari. Milano 15 novembre 2017 Report a cura di Cristina Riva Crugnola, Spi-Web, 15.12.2017


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