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LETTERATURA. NOBEL A HERTA MULLER, Motivazione: "Con la forza della poesia e la franchezza della prosa, descrive il panorama dei diseredati".

giovedì 8 ottobre 2009
Nobel per la Letteratura a Herta Muller
"Con la forza della poesia descrive il panorama dei diseredati"
Ansa,08 ottobre, 13:42
ROMA - Herta Muller ha vinto il Nobel per la letteratura. Ecco la motivazione del riconoscimento: "Con la forza della poesia e la franchezza della prosa, descrive il (...)

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> LETTERATURA. NOBEL A HERTA MULLER --- QUEL GRIDO PER LE VITTIME DI CEAUSESCU (di Vito Punzi).

venerdì 9 ottobre 2009

QUEL GRIDO PER LE VITTIME DI CEAUSESCU

di VITO PUNZI (Avvenire, 09.10.2009)

Difficile immaginare sia frutto del caso: l’ultimo scrittore tedesco a vincere il Premio Nobel fu Günther Grass, nel 1999, dunque a dieci anni dalla caduta del Muro di Berlino. Oggi, passati altri due lustri e prossimi a quel memorabile 9 novembre, viene riconosciuto il lavoro di cronista della quotidianità in regime di dittatura svolto da Herta Müller, la scrittrice appartenente alla minoranza germanofona rumena oggi residente a Berlino, dove giunse nel 1987 dopo essere fuggita dal proprio paese. Nata nel 1953 e cresciuta nella regione del Banat, una robusta enclave di lingua tedesca, la Müller ha vissuto la propria infanzia in Romania sotto il regime di Ceausescu come ’scuola di paura’ e quella terribile esperienza è diventata il contenuto di diversi suoi romanzi.

Dopo aver studiato all’università di Timisoara, ha lavorato per alcuni anni come traduttrice, finché nel 1979, dopo essersi rifiutata di collaborare con la Securitate, la polizia politica del regime comunista rumeno, venne licenziata. Costretta a vivere dando lezioni private di tedesco, nel 1982 riuscì a pubblicare il suo primo libro, «Niederungen» (Depressioni) solo perché in parte censurato. Dal momento della fuga nella Repubblica Federale Tedesca, Herta Müller ha dato voce alla propria memoria, raccontando al ritmo di un libro all’anno la quotidianità del regime totalitario rumeno, in particolare nel romanzo «Der Fuchs war damals schon der Jäger» (La volpe allora era già il cacciatore), del 1992, come pure la complicata esistenza della minoranza tedesca del Banat e la difficile, spesso disperata condizione delle donne rumene costrette a subire, oltre alle ristrettezze politiche, anche il ricatto sessuale, diffusamente praticato nei luoghi di lavoro. Oltre che per i vibranti contenuti, la Müller è diventata in Germania una delle scrittrici più apprezzate anche in considerazione del valore stilistico delle sue opere, tanto da essere ammessa fin dal 1995 nell’Accademia per la Lingua e la Poesia di Darmstadt, l’istituzione che assegna il Büchner-Preis, il più prestigioso premio letterario di lingua tedesca. Oltre che in qualità di scrittrice, Herta Müller è stata protagonista delle cronache tedesche fin dal 1995, quando prese posizione contro l’unificazione dei Pen-Club tedeschi, prima divisi in ragione della separazione della Germania.

Più recentemente, nel 2008, con una lettera aperta a ’Die Zeit’, ha duramente criticato la presenza dello storico Sorin Anobi e del germanista Andrei Corbea-Hoisje, due ex informatori della Securitate, ad un convegno organizzato dall’Istituto di Cultura Rumeno di Berlino. D’altra parte, la sua drammatica riflessione sul passato continua anche con il suo ultimo romanzo, «Atemschaukel» (Altalena di fiato, 2009), col quale racconta la storia di un giovane della minoranza tedesca rumena deportato in un lager sovietico dopo la seconda guerra mondiale.

Nota finora in Italia solo per «Il paese delle prugne verdi» (traduzione di Alessandra Henke, Keller Editore, Rovereto 2008, pp. 256, euro 14), dedicato alla vita degli oppositori al regime di Ceausescu, è giusto aspettarsi ora altri suoi testi tradotti. Anche perché il materiale tra cui scegliere certo non manca.


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