"Pio XII, a rischio la visita del Papa in Sinagoga"
di Orazio La Rocca (la Repubblica, 21 dicembre 2009)
Nubi sulla visita di Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma in programma per il 17 gennaio prossimo. L’accelerazione al processo di beatificazione di Pio XII impressa da Ratzinger potrebbe mettere a rischio l’atteso incontro tra il Papa e la comunità ebraica romana, dove nessuno si aspettava che - praticamente alla vigilia della visita - Benedetto XVI avrebbe dichiarato venerabile papa Pacelli proclamandone l’eroicità delle virtù insieme a Wojtyla. Un papa, quest’ultimo, tanto amato dagli ebrei di tutto il mondo, a partire dagli italiani, che però non hanno gradito - confessano delusi alla comunità ebraica romana - vederlo «affiancato» nel processo di beatificazione ad una figura come Pio XII su cui non pochi ebrei ancora nutrono dubbi circa i suoi presunti «silenzi» sulla Shoah.
«Mi auguro di no, ma non mi meraviglierei se dopo quanto è stato deciso su Pacelli la visita potesse saltare», commenta preoccupato il rabbino Giuseppe Laras, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana. «A questo punto - aggiunge il rabbino - tutto può succedere. Non capisco perché il Papa abbia preso una decisione tanto intempestiva, pur rispettando l’autonomia della Chiesa in materia di beatificazioni». Su Pio XII, però, il giudizio storico - avverte Laras - «non è ancora chiaro, per cui sarebbe stato meglio rinviare ogni cosa alla apertura degli archivi del suo pontificato. Comprensibile, quindi, la delusione della comunità ebraica, dove il clima in vista del 17 gennaio non è dei migliori». Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, invece, non ha dubbi e dice sicuro che «la visita del Papa alla Sinagoga sarà una grande occasione per chiarire ogni malinteso, per cui è importantissimo farla».
In realtà, col passare delle ore tra gli ebrei romani l’indignazione cresce. E proprio per scongiurare «evoluzioni traumatiche», da sabato tra il Vaticano ed i vertici della Comunità ebraica capitolina ci sono stati una serie di incontri ai massimi livelli «per cercare di trovare una soluzione dignitosa per entrambe le parti», si apprende in Sinagoga, dove comunque hanno apprezzato quanto precisato ieri, sul quotidiano cattolico Avvenire, dal vescovo Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, secondo il quale «l’annuncio fatto dal Papa non significa che i processi di beatificazione di Giovanni Paolo II e di Pio XII procederanno in parallelo. Si è trattato di una felice coincidenza, ma ogni causa seguirà il suo corso». «È un buon segnale, che speriamo possa contribuire a far calare le tensioni», si augurano in Sinagoga.
Ma dal quotidiano Avvenire, ieri, è arrivato un altro segnale di natura storica dalla popolare rubrica "Rosso Malpelo" firmata dal teologo Gianni Gennari che ha riportato alla luce una preghiera fatta da Pio XII nell’ottobre del 1939, pochi mesi dopo l’elezione papale. Nel testo - diffuso in 35 milioni di copie in tutte le chiese italiane - Pacelli invitò i cattolici a pregare contro i comunisti dell’Urss e i nazisti della Germania. «Preghiamo - vi si legge tra l’altro - per quelle nazioni dove l’ateismo e il neopaganesimo hanno fatto maggiori stragi. Tutti sappiamo chi sono queste nazioni: sono quelle dove l’ateismo è vergognosamente eretto a bandiera e quelle dove, disconosciuti i valori spirituali e morali, si considera nell’uomo solo la parte bestiale, subordinando alla razza e al sangue anche gli eterni principii regolatori della vita. È il vero trionfo di Barabba!». Dopo quella preghiera, «nel 1942 Pacelli autorizzò i vescovi olandesi a scrivere una lettera contro il nazismo, ma - ricorda Gennari - la ritorsione fu tremenda. Furono deportati nei campi di concentramento migliaia di ebrei olandesi, tra cui anche Edith Stein. E il Papa ne fu scosso e turbato». Iniziative, notano alla comunità ebraica romana, che sembrano fatte, però, non tanto in difesa degli ebrei, quanto per salvare la Chiesa dal paganesimo nazista: ecco perché è importante la verifica storica degli archivi del pontificato pacelliano.