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PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. CARO PRESIDENTE NAPOLITANO, CREDO CHE SIA ORA DI FARE CHIAREZZA. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI ... di Federico La Sala

martedì 4 novembre 2014
CRISI COSTITUZIONALE (1994-2011). DUE PRESIDENTI GRIDANO: FORZA ITALIA!!! LA DOMANDA E’: CHI E’ "PULCINELLA"? CHI IL MENTITORE?
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA L’INVITO A RIPRENDERSI LA "PAROLA" E A RIDARE ORGOGLIO E DIGNITA’ A TUTTO IL PAESE: FORZA, VIVA L’ITALIA, VIVA L’ ITALIA!!!
ITALIA: LA (...)

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> PER L’ITALIA E PER LA COSTITUZIONE. CARO PRESIDENTE NAPOLITANO --- Un monito pericoloso (di Furio Colombo)

venerdì 10 maggio 2013

Un monito pericoloso

di Furio Colombo (il Fatto, 10.05.2013)

Ieri, 9 maggio, commemorando al Senato le vittime del terrorismo, il Presidente della Repubblica ha pronunciato questa frase: “La violenza, anche solo verbale, può portare all’eversione. Va fermata”.

Se la frase fosse stata detta al Congresso degli Stati Uniti sarebbe stata giudicata una grave violazione del Quinto emendamento, la libertà di opinione.

L’Italia è un Paese più complicato per la sua Storia, la sua memoria e il suo presente, in cui si svolgono scene dell’assurdo. Ma prendiamo la memoria, perché quella era la ragione del discorso: celebrare nel modo più solenne il ricordo di tutte le vittime di tutti i terrorismi. Questa ambientazione però non basta a chiarire. Al punto da suggerire a Grillo di interpretare le parole di Napolitano come una sgridata a uno dei più rissosi portaborse di Berlusconi, Renato Brunetta. È possibile.

Come è possibile che il Capo dello Stato abbia inteso rivolgersi a coloro che liberamente e impunemente stanno mettendo in scena una sorta di aggressione verbale continua contro Cécile Kyenge, ministro dell’Integrazione. Per esempio una stupida deputata del Pdl ha detto, apprendo dal Tg3 (ore 19) che “ora la Kyenge ci forzerà ad adottare le sue leggi sulla poligamia”. Ciò che sta accadendo intorno e contro la prima persona nera diventata ministro in Italia fa davvero pensare a una violenza verbale così feroce che può diventare rapidamente violenza fisica.

E poi c’è il dramma di Berlusconi. Il poveretto comincia a collezionare serie condanne, e nuove incriminazioni, dopo avere buttato nel disastro un intero Paese per sfuggire alla Giustizia. E dà l’impressione di non prenderla bene. Gli alleati del Pd e delle “larghe intese” annunciano marce e dimostrazioni, comprese le invasioni di tribunali. Lo hanno già fatto senza essere neppure sgridati. Perché non dovrebbero farlo ancora, e peggio? Ma la domanda resta.

La frase del Presidente riguarda i furori ribelli e fuorilegge del berlusconismo (lo so, è una parola proibita, adesso) oppure la risposta appassionata di chi non sta al gioco e non intende permettere che il Paese precipiti nel disordine organizzato degli imputati di lotta e di governo? Meglio chiarire, prima che sia tardi.


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