Giuliana Conforto - 11 aprile 2009
L’Abruzzo, L’Aquila e la resurrezione
La sensazione che qualcosa di speciale è avvenuto in Abruzzo mi accompagna da vari giorni. L’Abruzzo è la mia seconda patria. Vado sempre a Ovindoli, ho insegnato all’Università de L’Aquila, per tre anni. La Facoltà di Scienze era allora in centro, il palazzo vetusto, ma accogliente. I colleghi e gli aquilani simpatici, schietti e... laici. È lì che ha preso corpo il grande sogno, quello della “città nova”, non un nuovo luogo, ma un nuovo modo di vivere la città, su scala umana, incontro delle genti, arte e cultura, rapporto diretto con la natura.
L’aquila è il simbolo del Cristo, che muore e risorge. A L’Aquila è vissuto Celestino, l’unico Papa che fece il gran rifiuto, come dice Dante e ci spiega con ben maggiori dettagli Maria Grazia Lopardi. Il mio libro Baby Sun si svolge a L’Aquila oltre che a Roma e si conclude con una gita a Campotosto dove i tre protagonisti intravedono il nuovo mondo, felice e ricco di armonia. Non è un sogno; è la percezione di altri mondi che mi accompagna sin da bambina ed è simile a quella che hanno molti altri. Avevo nove anni quando mi ritrovai in un mondo di giganti e molti di più quando cominciai a capire che ognuno di noi partecipa a vari mondi, generati tutti dal Cristallo, il piccolo Sole, il Baby Sun che anima il cuore di ogni cosa, di ogni atomo.
A L’Aquila ho insegnato fisica quantica. Anche grazie a questo e al lavoro su me stessa ho verificato che tutte le scienze, fisica quantica inclusa, si fondano su un colossale inganno, smentito dai fatti. È la fede cieca nel tempo unico che va dal passato al futuro. È la fede che impedisce ai geofisici di accettare la previsione dei terremoti, agli scienziati e ai medici di comprendere il ruolo cruciale de “l’unica Forza che unisce a dà vita a infiniti mondi” e agli uomini il significato della vita e della morte.
C’è una nuova percezione che oggi si diffonde nel mondo; è individuale e collettiva, simile per tutti. Nei miei seminari abbiamo visitato molti mondi e, tra i tanti, anche quello dei “morti” che sono vivi e felici. È un mondo parallelo, invisibile con gli occhi normali, ma reale, dipinto con rara poesia da poeti e artisti di tutti i tempi, miti antichi e oggi anche da molti film.
La fede cieca nel tempo unico impedisce di comprendere che dal futuro possono giungere segnali e consentire la previsione dei terremoti. Non è certa, è probabile, circoscritta a pochi giorni, a una zona con un raggio non superiore a 100 Km. Poteva essere utile.
La stessa fede vieta di comprendere che la Vita non è la proprietà di un corpo, ma una Forza universale. È l’unica Forza che unisce infiniti mondi, ha Memoria e anche un Progetto, annunciato da millenni: la resurrezione. Un miracolo? No, un processo che si spiega e spiego nel mio libro Baby Sun; si manifesta con una percezione nuova che consente di prevenire gli eventi e di agire con tempestività e in modo coerente con i propri progetti; agire in prima persona quindi, senza più delegare ai “potenti” la loro realizzazione.
Nella storia la resurrezione è venuta dopo la morte, ma oggi possiamo capire che può non essere la morte del corpo. È la “morte seconda” come la chiamano i Vangeli, la fine di una mentalità, della fede cieca nel “dio” unico, il tempo, legato all’altro “dio” unico che dirige la politica mondiale: il denaro. La vita dopo il terremoto non ha più i ritmi consueti, sviluppa la solidarietà, favorisce la manifestazione della Volontà del Padre, la stessa dei saggi e i giusti: il benessere di tutti, nessuno escluso.
Campotosto, vicino al Parco Nazionale, è il monumento mondiale alla biodiversità. Tantissime specie vivono in armonia e confermano che la sismicità non è il segno di una natura “ostile”, ma una prova della sua vitalità. Il terremoto non fa danni se si costruiscono le case in modo corretto. Si sapeva da prima, ma ora è emerso subito in modo chiaro a tutti. E l’emergere di questa e altre verità è un indizio che conferma la peculiarità di questo terremoto. Non è il solo.
Il funerale degli uomini si è svolto nello stesso giorno in cui ricorre la “morte” di Dio. “Farete come me e cose più grandi di me” sono le parole dell’Uomo Gesù che si era proclamato “un re non di questo mondo” e aveva testimoniato così l’esistenza di altri mondi. Oggi la fisica ne calcola l’esistenza, scopre anche l’unica Forza che li unisce, la chiama “debole” e non la collega alla Vita. Se vogliamo collegare noi stessi al tutto, dobbiamo riconoscere il "debole" fuoco che travolge i confini tra le discipline.
Questa morte collettiva, che poteva essere ridotta e persino evitata, è la premessa per la resurrezione collettiva, secondo me. È l’inizio di quel rinnovamento profondo che riporterà “il mondo al suo antico volto” come annuncia Giordano Bruno. È l’inizio del Parto Planetario, la rivelazione del vero Sole, il Cristallo che anima e dà vita a infiniti universi.
Sul tema, nel sito, si cfr.: