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Storiografia

FASCISMO E LEGGI PER LA DIFESA DELLA RAZZA (1938). De Felice, Mussolini, e la "percentuale" del 1932. Un saggio di Giorgio Fabre, in "Quaderni di storia", riapre la questione. Una nota di Roberto Roscani - a cura di pfls

domenica 11 marzo 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Trattamento diverso De Felice riservò ad altri documenti sul razzismo come ad esempio le carte inviategli da Marcello Ricci, uno degli estensori del Manifesto della razza (le consegnò per la cura e la pubblicazione ad un suo allievo, Mario Toscano, essendo lui ormai gravemente malato). Ma Razza e percentuale no. Eppure (o forse per questo) era proprio il testo che lo avrebbe costretto ad una revisione radicale della tesi di fondo che lo storico ha costruito attorno al tema del (...)

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> FASCISMO E LEGGI PER LA DIFESA DELLA RAZZA (1938). De Felice, Mussolini, e la "percentuale" del 1932. - Il nuovo fascismo artificiale: il brutale cambio di regime culturale sul dramma dell’immigrazione avvenuto in Italia.

martedì 28 novembre 2017

Il nuovo fascismo artificiale

di Furio Colombo (Il Fatto, 26.11.2017)

Il fascismo è dividere il mondo in due, segnato dai nostri confini, che devono essere sempre chiusi. La fede nella frontiera evoca subito il suo sigillo, la morte. Di cui ti dicono spesso che sarà “bella”. È sempre il primo premio del grande concorso “amare la Patria”. Una volta chiusi dentro, non ci possono essere che patrioti e traditori. Patrioti sono i custodi delle frontiere e traditori sono coloro che non apprezzano la claustrofobia inevitabilmente generata dal fascismo. Per stare in casa il fascismo celebra continuamente il passato, vero e inventato, e sempre pagato in vite umane. Tenta di proibire parole e gesti che possano evocare altre lingue, culture, Paesi, insomma “lo straniero”. Non genera cultura.

Ma quando si manifesta, come è accaduto in Italia tra gli anni Venti e gli anni Quaranta, il fenomeno non è mai che il fascismo diventi cultura. Accade, al contrario, anche in grandi numeri e per valori apprezzabili, che la cultura diventi fascista. Ciò spiega perché la cultura italiana, quasi al completo, e con rarissime eccezioni, abbia accettato il razzismo (le leggi razziali contro i cittadini italiani ebrei, inclusi personaggi di grande notorietà e riconosciuto valore) o abbia scrupolosamente taciuto, come di fronte ad una opzione perfettamente normale.

La chiave di brutale svolta del fascismo avvenuta con la durezza e la gravità delle leggi razziali, è stata spesso interpretata come una imitazione-sottomissione alle ossessioni hitleriane del potente alleato tedesco. La ragione invece è detta con chiarezza nel Manifesto italiano per la difesa della razza, firmato da figure mediocri (alcune celebri, a quel tempo) che ha portato un insulto non cancellabile al Paese Italia e alla sua storia, ma ci dà notizie chiare e corrette del fascismo. La prima notizia è nel punto che afferma: “Oggi possiamo dire che esiste una razza pura italiana”, nel punto che chiarisce che “in nessun modo si potrà permettere che si attenti alla purezza della razza italiana”.

E nell’articolo che precisa in modo fermo, come fondato, allo stesso tempo, su una verità scientifica provata e su una certificazione storica non discutibile, che gli ebrei che vivono in Italia in nessun modo possono essere definiti, considerati o accettati come italiani.

Qui l’esame post mortem del fascismo rivela il suo punto generatore: il nemico. È indispensabile, in una visione del mondo a confini chiusi, non solo il nemico pronto a invadere se non sei abbastanza rigido alle frontiere. Ma anche un nemico interno in grado di falsificare la razza, di alterare la stirpe, di intaccare la sacralità unica della religione, di creare pericolose condizioni di meticciato.

Tutto ciò purtroppo ci porta ai giorni nostri e li spiega. Spiega anche ciò che sta accadendo in Italia e in Europa. Chiamiamo “populismo” le svolte brutali, avvenute in molti Paesi dove, lavorando con persistente pazienza e diffusione di notizie false, sulla paura della immigrazione, si è riusciti a trasformare la paura in panico e poi il panico in chiusura e difesa dei confini, e vero razzismo, fino all’agghiacciante spettacolo delle centinaia di migliaia di polacchi che si esibiscono, rosario in mano, in una paurosa e minacciosa dichiarazione di guerra agli “stranieri” che invadono (non uno in Polonia, che del resto rimane antisemita anche senza ebrei).

Ricordiamo che il fenomeno aveva già dato notizie di sé con la foresta di croci che aveva cominciato a moltiplicarsi intorno ai campi di Auschwitz e Birkenau, come per esorcizzare tutto quel sangue ebreo in quella terra polacca. Ci è voluto un papa polacco (Giovanni Paolo Secondo) per porre fine allo spettacolo premonitore.

Adesso tocca a noi il coraggio di riconoscere che, nonostante il nazismo ungherese e il fascismo polacco, la drammatica rivelazione di un brutale cambio di regime culturale sul dramma dell’immigrazione, è avvenuto in Italia. È avvenuto quando improvvisamente le navi del volontariato (Ong) che hanno salvato fino a poco fa decine di migliaia di profughi dalla morte in mare, sono state accusate, indagate e allontanate. La tecnica che dovrebbe aprire gli occhi alla civiltà è stata ottenuta con modalità dello spionaggio bellico. Vi mostrano le immagini in cui qualcuno (dalla parte dei trasporti dei profughi) fa segnali a qualcuno (navi Ong) di accostarsi in un punto favorevole, per evitare che tanti cadano in mare e tanti anneghino.

Con questa prova di accordi con la malavita (che è ciò che le croci rosse del mondo fanno tutto il tempo) si è sgombrato il mare e si sono riempiti i lager libici descritti come centri di morte dall’Onu. Ecco, si è formato un fascismo artificiale. I pezzi di disumanità sono gli stessi, anche se ognuno assicura che continua la democrazia.


Sul tema, nel sito, si cfr.:

FASCISMO E LEGGI PER LA DIFESA DELLA RAZZA (1938). De Felice, Mussolini, e la "percentuale" del 1932. Un saggio di Giorgio Fabre, in "Quaderni di storia", riapre la questione. Una nota di Roberto Roscani

LA STORIA DEL FASCISMO E RENZO DE FELICE: LA NECESSITÀ DI RICOMINCIARE DA "CAPO"!
-  I. BENITO MUSSOLINI E MARGHERITA SARFATTI - II. ARNALDO MUSSOLINI E MADDALENA SANTORO.


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