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LA "PAROLA". Eu-angelo (Buona-notizia) o ... van-gelo ?!

IL POTERE DELLA PAROLA. «Ci sono solo due modi di fare letteratura». «Fare letteratura o costruire spilli per inculare le mosche». Una riflessione di Roberto Saviano - a cura di pfls

La criminalità dell’ex Urss: Roberto Saviano lo ha indagato con l’aiuto di un infiltrato speciale, Nicolai Lilin.
giovedì 3 maggio 2007 di Maria Paola Falchinelli
[...] Quando ero ragazzino scrissi un racconto metafisico e surrealista e lo inviai a Goffredo Fofi. Dopo qualche giorno mi arrivò un foglio di poche righe in una busta di carta riciclata: "Mi piace come scrivi, peccato che scrivi idiozie, ho visto da dove mi hai spedito la lettera. Affacciati alla finestra e raccontami cosa vedi, scendi giù, attraversa cosa vedi. Poi rispediscimi tutto, e ne riparliamo". Da allora affacciarsi e attraversare le cose mi sembrò l’unico modo per poter (...)

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> IL POTERE DELLA PAROLA. --- E LO STILE. Roberto Saviano, il Marchio Civile Multimediale (di Aldo Grasso).

domenica 27 settembre 2015


Padiglione Italia

Roberto Saviano, il Marchio Civile Multimediale

Non basta essere simbolo, guru o profeta per avere uno stile

di Aldo Grasso *

Il presente di Roberto Saviano non è piacevole, il futuro pieno di incognite. Com’è noto, il giornalista Michael Moynihan, sul Daily Beast, ha accusato Saviano di plagio e altre scorrettezze apparse nel suo ultimo libro sul narcotraffico: ZeroZeroZero. In verità, qualche accusa era già uscita in Italia (anche ai tempi di Gomorra, con strascichi in tribunale). La risposta di Saviano (grande rispetto per la condizione in cui vive) è parsa molto fragile. Prima l’ha buttata su una discutibile forma di deontologia professionale: «Le informazioni sono di dominio pubblico e non appartengono a nessun giornale perché sono fatti. Le analisi appartengono a chi le elabora e quelle vanno citate».

Con buona pace di chi le notizie le scova. Poi sul suo ruolo di Coscienza Sociale: «Perché mi si attacca? Perché sono un simbolo da distruggere. Perché le parole, quando restano relegate alla cronaca, sono invisibili: ma quando diventano letteratura, quelle stesse parole... diventano visibili... Fiero dell’odio e della diffamazione... difenderò sempre il mio stile letterario». Stile letterario? Uhm! Non basta essere simbolo, guru o profeta per avere uno stile. Quello del primo libro è ben diverso dal secondo (che di letterario ha poco, anche se si presenta come romanzo-verità). Il problema sta nel terzo libro: Saviano sarà il corifeo di un New Journalism, uno scrittore in cerca d’Autore o un Marchio Civile Multimediale?

* Corriere della Sera, 27 settembre 2015


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