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FENOMENOLOGIA. In memoria di Enzo Paci ed Enrico Filippini....

EDMUND HUSSERL: VITA, FILOSOFIA, E CRISI DELLE SCIENZE EUROPEE. Una nota di Antonio Gnoli e Franco Volpi - a cura di Federico LA Sala

Per il nazismo era stato uno dei tanti professori ebrei da mettere a tacere: era stato privato della cattedra, isolato, compatito e per di più il suo allievo Martin Heidegger lo aveva tradito
giovedì 3 luglio 2008 di Maria Paola Falchinelli
[...] Husserl, il padre della fenomenologia, così assorto fino ad allora nelle sue microanalisi, incominciò a riflettere su ciò che stava accadendo. Il tema sarebbe stato al centro della sua ultima grande opera, rimasta incompiuta: La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale. Il primo abbozzo fu presentato in una serie di conferenze tenute nell’aprile e nel novembre del 1935 a Vienna e a Praga. Il testo pronunciato fu pubblicato l’anno successivo a Belgrado nella (...)

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> EDMUND HUSSERL: VITA, FILOSOFIA, E CRISI DELLE SCIENZE EUROPEE. --- Inside Out. Se Cartesio sbarca al cinema (di Piergiorgio Odifreddi)

giovedì 12 novembre 2015

Inside Out

Se Cartesio sbarca al cinema

di Piergiorgio Odifreddi (la Repubblica, 08.11.2015)

Sta circolando da qualche settimana in Italia il film Inside out, il cui titolo allude al tentativo della Pixar di “tirar fuori ciò che abbiamo dentro”. Cioè di mostrare visivamente i meccanismi mentali nelle loro componenti razionali ed emotive. I critici cinematografici, che evidentemente si intendono solo di cinema, l’hanno esaltato come un’esposizione quasi scientifica delle nuove frontiere neurofisiologiche, scomodando al proposito addirittura i nomi di Antonio Damasio e Oliver Sacks.

In realtà il film avrebbe fatto meglio a intitolarsi Outside in, perché non fa altro che “metter dentro ciò che siamo fuori”. Cioè ripete l’antico “errore di Cartesio”, che credeva che a guidare l’uomo fosse un homunculus dentro di lui, fatto a sua immagine e somiglianza in versione miniaturizzata. Il quale, come i protagonisti del film, sta seduto in un “teatro cartesiano” e osserva dal di dentro ciò che il suo principale a grandezza naturale percepisce dal di fuori.

Naturalmente, poiché un homunculus differisce da un homo solo nelle dimensioni, si può immaginare che nella sua testa ci sia un homunculissimus ancora più piccolo che lo osserva e lo dirige, e così via. L’ipotesi porta dunque a un regresso all’infinito, che non ha bisogno delle neuroscienze per essere confutato: basta la logica, in una delle innumerevoli variazioni del paradosso di Achille e la tartaruga.


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