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FILOSOFIA. IL PENSIERO DELLA COSTITUZIONE E LA COSTITUZIONE DEL PENSIERO

MA DOVE SONO I FILOSOFI ITALIANI OGGI?! POCO CORAGGIOSI A SERVIRSI DELLA PROPRIA INTELLIGENZA E A PENSARE BENE "DIO", "IO" E "L’ITALIA", CHI PIÙ CHI MENO, TUTTI VIVONO DENTRO LA PIÙ GRANDE BOLLA SPECULATIVA DELLA STORIA FILOSOFICA E POLITICA ITALIANA, NEL REGNO DI "FORZA ITALIA"!!! Un’inchiesta e una mappa di Francesco Tomatis - a cura di Federico La Sala

Costituzione, art. 54 - Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge
lunedì 22 settembre 2008 di Maria Paola Falchinelli
Non basta dire come fanno i francesi che la loro nazione è stata colta alla sprovvista. Non si perdona a una nazione, come non si perdona a una donna, il momento di debolezza in cui il primo avventuriero ha potuto farle violenza. Con queste spiegazioni l’enigma non viene risolto, ma soltanto formulato in modo diverso. Rimane da spiegare come una nazione dì 36 milioni di abitanti abbia potuto essere colta alla sprovvista da tre cavalieri di industria e ridotta in schiavitù senza far (...)

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> MA DOVE SONO I FILOSOFI ITALIANI OGGI?! ... CHI PIU’ CHI MENO, TUTTI VIVONO DENTRO LA PIU’ GRANDE BOLLA SPECULATIVA DELLA STORIA FILOSOFICA E POLITICA ITALIANA, NEL REGNO DI "FORZA ITALIA"!!! --- Gli intellettuali (ahimè) ci sono (di Maurizio Viroli)

sabato 4 ottobre 2014

Gli intellettuali (ahimè) ci sono

di Maurizio Viroli (il Fatto, 04.10.2014)

Sarà contento Matteo Renzi - che or non è molto ha tuonato “basta con gli esperti e i professori professionisti della tartina che amano fare i pessimisti e ai convegni sono i primi a buttarsi sui buffet” - di apprendere dalle colonne de La Stampa pochi giorni fa a firma di Luigi La Spina, che l’Italia non ha più intellettuali.

Non solo, precisa l’autore, non si trovano “gli eredi di Croce e Gentile”, ma neppure quelli di Pasolini e delle sue “lucciaole”, di Sciascia contro i “professionisti dell’antimafia”, di Bobbio e delle sue polemiche con Togliatti, e via discorrendo. L’epidemia non ha badato agli schieramenti politici, e sono così caduti sia gli intellettuali organici e disorganici e gli “utili idioti” della sinistra, sia le “foglie di fico” dell’incolta destra. Una vera ecatombe. La via alle oscene riforme di Renzi, in fraterno sodalizio con Berlusconi, è aperta e luminosa.

Premetto che a mio parere sarebbe assai utile avere eredi di Croce ma del tutto deleterio avere eredi di Gentile perché sarebbero o mediocri studiosi o teorici dello stato totalitario o l’uno e l’altro, e proprio non se ne avverte la necessità. Né davvero arrecherebbero qualche bene allievi dello Sciascia che accusa di protagonismo Paolo Borsellino, mentre sarebbe una benedizione avere ancora il Bobbio che discute con Togliatti e anche il Bobbio che definisce Forza Italia un partito personale ed eversivo. Di quali intellettuali parla La Spina? Se si riferisce all’intellettuale cortigiano maestro nell’arte di adulare i potenti, allora altro che morte: ce ne sono a bizzeffe e scoppiano di salute ingrassati dai consigli di amministrazione, dai grandi giornali e dalle consulenze profumate.

DI QUELLA “razza dannata” come li apostrofava Rigoletto, nel nostro povero Paese, povero anche a causa loro, non c’è mai stata e mai ci sarà inopia. Se La Spina non ci crede legga sui giornali gli articoli di tanti suoi stimati colleghi grondanti di servo encomio all’apparire dell’astro Renzi, e prima ancora in occasione della rielezione di Giorgio Napolitano, e prima ancora quando Berlusconi regnava incontrastato. Per aiutarlo posso inviargli gli articoli di Marco Travaglio che raccolgono un florilegio di adulazioni davvero mirabile, se non fosse penoso. E La Spina è troppo colto per non sapere che gli editorialisti sono intellettuali a pieno titolo.

Se invece La Spina intende dire che non ci sono più intellettuali come Emile Zola che hanno il coraggio di denunciare la volgarità, la meschinità e l’arroganza dei potenti, allora non legge i libri che si stampano. Ci sono, eccome, studiose e studiosi giovani e vecchi che non hanno avuto e non hanno paura di smascherare e denunciare ieri il ripugnante sistema di potere di Berlusconi, oggi l’arroganza infantile di Renzi, le inaccettabili interferenze di Giorgio Napolitano sul Parlamento, il sistema della corruzione politica e gli intrecci fra la mafia e la politica, per citare soltanto alcuni dei problemi sui quali ancora intellettuali degni di rispetto scrivono. Non devono fuggire all’estero per sfuggire al carcere come Emile Zola, ma stai certo, caro La Spina, che gli intransigenti in Italia pagano in altri modi. Puoi disapprovare tutto ciò che scrivono, ma non dire che non ci sono più. Avresti dovuto trovare almeno una parola di rispetto.

SOTTOLINEA La Spina che gli intellettuali non hanno più la medesima incidenza sulla vita pubblica che avevano in passato. Non ne sarei così sicuro. Ho ascoltato la medesima considerazione anche trent’anni or sono, e proprio da Norberto Bobbio il più celebre e ascoltato dei nostri intellettuali del dopoguerra. Luigi Einaudi ha scritto Prediche inutili; data di pubblicazione: 1959. Verissimo che nei talk show buffoni e provocatori fanno miglior prova di chi offre dati seri e ragionamenti sensati. Ma allora il lamento va rivolto agli organizzatori di quelle indegne gazzarre, non agli intellettuali seri che o partecipano per avere una qualche sana incidenza o non partecipano per non abbassarsi a tanta volgarità.

Insomma, se siamo inutili, morti e sepolti perché il Presidente del Consiglio non perde occasione non per criticare i nostri argomenti, impresa per lui e i suoi troppo ardua, ma per sbeffeggiarci? O siamo morti, e allora lasciateci in pace; o siamo vivi e allora provate a discutere con un minimo di serietà. Mettetevi d’accordo.


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