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CHIESA ANGLICANA E ANNO SACERDOTALE DELLA CHIESA CATTOLICA. DOPO L’ANNO DELLA PAROLA (2008), L’ANNO DEL SACERDOTE DI "MAMMONA" ("CARITAS"), SECONDO LA TEOLOGIA DEL "LATINORUM" VATICANO ( "Deus caritas est", "Caritas in veritate")!!!

BENEDETTO XVI, UN PESCATORE PIRATA. La fame di potere di Roma divide la cristianità e nuoce alla sua chiesa. Un "urlo" di Hans Kung - a cura di Federico La Sala

È una tragedia: dopo le offese già arrecate da Papa Benedetto XVI agli ebrei e ai musulmani, ai protestanti e ai cattolici riformisti, ora è la volta della Comunione Anglicana.
sabato 31 ottobre 2009 di Federico La Sala
[...] Dopo il Concilio molte conferenze episcopali,
innumerevoli pastori e credenti hanno chiesto l’abrogazione del divieto medioevale di matrimonio
per i sacerdoti, che sottrae parroci già quasi a metà delle nostre parrocchie. Ma non fanno che urtare
contro il rifiuto caparbio e ostinato di Ratzinger. Ed ora i preti cattolici devono tollerare accanto a sé
pastori convertiti sposati? Cosa devono fare i preti che desiderano il matrimonio, forse farsi prima
anglicani, sposarsi, e poi (...)

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> BENEDETTO XVI, UN PESCATORE PIRATA. ---- SCONCERTO DOPO LA NOTA DEL SANT’UFFIZIO.

mercoledì 28 ottobre 2009

SCONCERTO DOPO LA NOTA DEL SANT’UFFIZIO.

da Adista n. 108 2009

E UNA PREVISIONE: SI RITORCERÀ SUL CELIBATO ECCLESIASTICO *

35253. CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Il provvedimento intrapreso dal Vaticano per accogliere nella Chiesa cattolica gli anglicani tradizionalisti che non hanno mai accettato il sacerdozio femminile e l’apertura agli omosessuali (v. notizia precedente), è arrivato in modo inaspettato e non ha certamente incontrato unanime favore tra i fautori dell’autentico cammino ecumenico, costato decenni di sforzi e di piccoli passi e pone numerosi interrogativi sulle modalità con cui le due confessioni potranno convivere. “Si sono guadagnati questo privilegio speciale grazie alla loro rumorosa misoginia e omofobia”, commenta, in merito agli anglicani fuoriusciti, Jamie L. Manson sul settimanale National Catholic Reporter (22/10). Il clero - un migliaio di pastori che, si prevede, abbandoneranno la Chiesa anglicana - dovrà in ogni caso essere ri-ordinato: per il Vaticano, infatti, gli ordini anglicani sono “del tutto invalidi e nulli”, come sancì Leone XIII con la bolla papale Apostolicae curae nel 1896 e ribadì, nel 1998, l’allora card. Joseph Ratzinger nel commento dottrinale al Motu proprio Ad Tuendam fidem di Giovanni Paolo II.

Quali le conseguenze concrete di questo provvedimento? Per il Times (20/10), uno dei risultati consisterà nel fatto che, nella Chiesa d’Inghilterra, “le donne vescovo verranno ordinate prima”, poiché Parlamento e Sinodo generale non consentiranno misure legali per ‘salvaguardare’ gli oppositori del sacerdozio femminile se la Chiesa offre una via d’uscita con la benedizione dell’arcivescovo di Canterbury”.

Per l’ex direttore del settimanale dei gesuiti Usa America, p. Thomas J. Reese, le nuove procedure potrebbero portare una rivoluzione nella Chiesa. In un articolo sul Washington Post (21/10) egli sottolinea che, tanto per cominciare, il clero anglicano passato a Roma rappresenta “un’ingente fornitura di preti sposati” per una Chiesa che da anni è sempre più carente di sacerdoti ordinati. Inoltre, se questa possibilità offerta da Roma verrà colta da un ampio numero di anglicani, “ne risulterà una Chiesa anglicana più progressista” (perché libera dalla zavorra dei tradizionalisti), ma anche “una Chiesa cattolica più conservatrice, soprattutto se i cattolici progressisti decidessero di muoversi nella direzione opposta”. In realtà, commenta Reese, tutto questo non farebbe che mostrare la debolezza dei leader di entrambe le Chiese, che hanno perso il controllo del movimento ecumenico. A livello liturgico, poi, le cose si complicheranno, con la convivenza di tre liturgie cattoliche: quella tridentina, quella conciliare e ora quella anglicana. Ma il busillis più intricato si avrà con la questione dei preti sposati: sono già in molti a cogliere la palla al balzo e a chiedere perché non possono averli anche i cattolici. Come l’organismo Usa Futurechurch, la cui direttrice, suor Christine Schenk, elogia, in un documento-appello, “la flessibilità vaticana nell’ammettere preti sposati fra quelli anglicani che si sono convertiti”, ma esprime allo stesso tempo l’esigenza “di un sacerdozio sposato anche nel rito latino della Chiesa cattolica”.

Nei seminari, si finirà comunque per avere seminaristi sposati ex anglicani a fianco di celibi cattolici: “Mi chiedo come funzionerà con seminaristi cattolici, che non possono sposarsi, che studiano accanto a seminaristi anglicani che potranno farlo”, ha affermato un’altra responsabile di Futurechurch, Mary Lou Hartman. “Scommetto che non pochi seminaristi cattolici decideranno di passare alla Chiesa anglicana”.

Thomas Reese si spinge ancora più lontano nel disegnare il futuro della Chiesa, e osserva: “Il Vaticano ha chiarito che i preti cattolici sposati non saranno riaccolti nel sacerdozio, ma un cattolico sposato non potrebbe passare agli anglicani, entrare in un seminario anglicano e poi tornare alla Chiesa cattolica? Se così fosse, questa potrebbe diventare una ricca sorgente di preti per la Chiesa cattolica”. Ma può anche accadere, spiega, che molti cattolici sposati passino agli anglicani e diventino poi preti: in questo caso nel giro di una generazione il problema della mancanza di clero sarebbe superato, ma “ci sarebbero più preti nell’ordinariato anglicano che nelle diocesi tradizionali”. Con la conseguenza che, in breve tempo, la gente li seguirebbe e “l’ordinariato anglicano sarebbe composto in maggioranza di cattolici”.

Numerose sono state le reazioni negative alla decisione del Vaticano.

Se Christina Rees del gruppo di promozione della donna Watch definisce il passo “una mossa predatoria” per il modo “non trasparente” in cui è stata portata avanti, il Times (21/10) non esita a ravvisare nella Costituzione Apostolica vaticana “un grave colpo ai tentativi dell’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, di salvare la Comunione anglicana”. E se è disposto a accettare le “ragioni pastorali genuine” che soggiacciono all’azione del Vaticano, definisce “una sfida diretta all’integrità della tradizione anglicana” il modo in cui il tutto è stato portato avanti. Williams, prosegue il Times, si trova ora di fronte alla “non invidiabile prospettiva di una crescente frammentazione dell’Anglicanesimo e di relazioni cattolico-anglicane gravemente impallidite”.

Nel percorso che ha portato alla decisione di creare degli ordinariati personali come una sorta di cornice in cui far confluire gli anglicani scontenti della piega progressista presa negli ultimi anni dalla loro Chiesa, il Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani non ha avuto alcuna parte: “il modo in cui è stato messo da parte indica che per papa Benedetto l’ecumenismo è secondario”, afferma il Times, più disposto a riconoscergli un grande impegno per l’unità dei cattolici, così grande da “averlo esteso persino all’accoglienza dei seguaci dell’ultraconservatore arcivescovo Marcel Lefebvre, tra i quali un vescovo che nega l’Olocausto” (cioè mons. Williamson).

Ma l’annuncio del 20 ottobre, afferma il quotidiano inglese, “impedisce non solo l’unità della Chiesa, ma anche la cooperazione ecclesiale”. Una lettera aperta agli anglicani in procinto di entrare nella Chiesa cattolica proviene dal movimento cattolico Usa Call to Action, che spinge a riflettere sul fatto che “la tradizione anglicana incarna una storia coraggiosa di riforma di fronte all’ingiustizia della Chiesa”. “Negli ultimi decenni - scrive il movimento rivolgendo direttamente agli anglicani - siete andati avanti in quella storia e avete preso posizione con forza a favore delle donne emarginate, delle lesbiche, dei gay, dei bisessuali e dei transgender nella vostra tradizione di fede”. La maggioranza dei cattolici degli Usa, si legge nella lettera, “spera che un giorno anche noi potremo dire che abbiamo risposto alla chiamata del vangelo nella nostra leadership ecclesiale”.

È nel quadro di questa svolta - che si preannuncia epocale - che può essere letta la prossima visita di Benedetto XVI in Gran Bretagna, prevista per il 2010, durante la quale il papa potrebbe celebrare l’attesa beatificazione del card. John Henry Newman, in certo modo campione degli anglicani “convertiti” al cattolicesimo. (ludovica eugenio)

* Il Dialogo, Mercoledì 28 Ottobre,2009 Ore: 17:04


Sul tema, nel sito, si cfr:

CRISTIANESIMO E OMOSESSUALITA’. IL CASO DEL CARDINALE NEWMAN. Per farlo santo, il vaticano tenta di occultarne l’omosessualità


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