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LA FILOSOFIA "MODERNA" E LA "SCIENZA NUOVA". "La strada di Vico gira e rigira per congiungersi là dove i termini hanno inizio... Prima che vi fosse un uomo in Irlanda c’era un Lord in Lucania" (James Joyce, "Finnegans Wake")

PAROLA DI VICO. SULLA MODERNITÀ DI CARTESIO, RICREDIAMOCI. Una nota di - Federico La Sala

Cartesio va avanti mascherato, senza verità e senza grazia (“charis”): "Renato, ambiziosissimo di gloria", è un cattivo storico dell’“altro”, di “se medesimo” e, come cattivo storico, anche un cattivo filosofo! E’ un filosofo narcisista (...)
domenica 28 aprile 2013
QUI PROSEGUE IL DISCORSO GIA’ AVVIATO IN
VICO (E KANT), PER LA CRITICA DELLE VERITA’ DOGMATICHE E DELLE CERTEZZE OPINABILI.
GIAMBATTISTA VICO CON NEWTON: "HYPOTHESES NON FINGO" (NON INVENTO IPOTESI!)
L’ITALIA AL BIVIO: VICO E LA STORIA DEI LEMURI (LEMURUM FABULA), OGGI. Un invito alla (ri)lettura della "Scienza Nuova"
LUDOVICO A. MURATORI E BENEDETTO XVI: LA STESSA CARITA’ "POMPOSA".
A GIAMBATTISTA VICO E ALL’ITALIA, L’OMAGGIO DI JAMES JOYCE.
NOTA. Per le citazioni e i riferimenti di (...)

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> PAROLA DI VICO. SULLA MODERNITA’ DI CARTESIO, RICREDIAMOCI. --- Credeva che a guidare l’uomo fosse un homunculus dentro di lui, fatto a sua immagine e somiglianza in versione miniaturizzata (di P. Odifreddi). .

domenica 8 novembre 2015

Inside Out

Se Cartesio sbarca al cinema

di Piergiorgio Odifreddi(la Repubblica, 08.11.2015)

Sta circolando da qualche settimana in Italia il film Inside out, il cui titolo allude al tentativo della Pixar di “tirar fuori ciò che abbiamo dentro”. Cioè di mostrare visivamente i meccanismi mentali nelle loro componenti razionali ed emotive. I critici cinematografici, che evidentemente si intendono solo di cinema, l’hanno esaltato come un’esposizione quasi scientifica delle nuove frontiere neurofisiologiche, scomodando al proposito addirittura i nomi di Antonio Damasio e Oliver Sacks.

In realtà il film avrebbe fatto meglio a intitolarsi Outside in, perché non fa altro che “metter dentro ciò che siamo fuori”. Cioè ripete l’antico “errore di Cartesio”, che credeva che a guidare l’uomo fosse un homunculus dentro di lui, fatto a sua immagine e somiglianza in versione miniaturizzata. Il quale, come i protagonisti del film, sta seduto in un “teatro cartesiano” e osserva dal di dentro ciò che il suo principale a grandezza naturale percepisce dal di fuori.

Naturalmente, poiché un homunculus differisce da un homo solo nelle dimensioni, si può immaginare che nella sua testa ci sia un homunculissimus ancora più piccolo che lo osserva e lo dirige, e così via. L’ipotesi porta dunque a un regresso all’infinito, che non ha bisogno delle neuroscienze per essere confutato: basta la logica, in una delle innumerevoli variazioni del paradosso di Achille e la tartaruga.


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