di Gian Guido Vecchi (Corriere della Sera, 13 maggio 2013)
Il «rispetto della vita umana fin dal momento del suo concepimento» e «la protezione giuridica dell’embrione». Al Regina Coeli Francesco interviene per la prima volta da Papa su temi che il cardinale Bergoglio, peraltro, aveva già affrontato con nettezza da arcivescovo di Buenos Aires. È il giorno della «Marcia per vita», alla terza edizione, che dal Colosseo ha radunato 30 mila persone, dicono gli organizzatori, per «un’occasione di difesa della vita e di lotta contro l’ingiustizia della 194».
Ed è soprattutto la giornata in cui ventimila parrocchie italiane raccolgono firme a tutela degli embrioni. Così Francesco saluta i partecipanti alla marcia, senza accennare a questioni legislative, invitando a «mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto per la vita umana sin dal momento del suo concepimento». E poi ricorda la raccolta di firme «al fine di sostenere l’iniziativa europea "Uno di noi", per garantire protezione giuridica all’embrione, tutelando ogni essere umano sin dal primo istante della sua esistenza».
Le parrocchie italiane si sono impegnate a fondo nella campagna per la «dignità, il diritto alla vita e l’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento, nelle aree di competenza Ue» e quindi la tutela giuridica dell’embrione. «Bisogna arrivare a un milione di adesioni, e anche superarle: perché l’iniziativa di associazioni e movimenti per la vita dei 27 Paesi Ue abbia qualche chance di arrivare fino al varo di una legge europea», ha scritto Avvenire in un editoriale di Francesco Ognibene.
Quanto alla 194, di là dall’intransigenza dei movimenti pro-life, la Chiesa italiana non sembra voler riprendere una campagna contro la legge sull’aborto e riaprire vecchi fronti, ma in questi anni ha più volte chiesto una «revisione» o almeno una «applicazione migliore» di quelle parti della legge che riguardano la «prevenzione» e «promuovono la vita del nascituro».
Ieri il Papa ha ricordato che un «momento particolare» per «coloro che hanno a cuore la difesa della sacralità della vita umana» sarà «la Giornata dell’Evangelium Vitae», organizzata in Vaticano il 15 e 16 giugno. L’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione, ha spiegato che l’appuntamento in San Pietro «offrirà ai fedeli di tutto il mondo l’opportunità di riunirsi, insieme al Santo Padre, in una comune testimonianza del valore sacro della vita: la vita degli anziani, degli ammalati, degli agonizzanti, dei non ancora nati, di coloro che vivono afflitti fisicamente e mentalmente e di tutti coloro che si trovano nella sofferenza». Il tema della difesa della vita, del resto, è dottrina della Chiesa.
Il cardinale Jorge Mario Bergoglio, nel libro con il rabbino Abraham Skorka «Sobre el cielo y la tierra», era stato netto: «Il problema morale dell’aborto è di natura prereligiosa, perché è nel momento del concepimento che risiede il codice genetico della persona. Ecco perché separo il tema dell’aborto da qualsiasi concezione religiosa. Perché è piuttosto un problema scientifico», rifletteva l’allora arcivescovo di Buenos Aires: «Impedire lo sviluppo di un essere che ha già in sé l’intero codice genetico di un individuo non è etico. Il diritto alla vita è il primo dei diritti umani. Abortire equivale a uccidere chi non ha modo di difendersi».