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MA DOVE SONO I SANT’AGOSTINO, I SANT’AMBROGIO?! CRISI ISTITUZIONALE GRAVISSIMA....

L’ITALIA STA ANDANDO A FONDO E IL VATICANO SI GIRA DALL’ALTRA PARTE. Una nota del Centro Studi Teologici di Milano

(...) E’ tanto chiedere al Papa e al suo Vaticano una parola forte sullo sconquasso delle istituzioni operato da 16 anni circa di Berlusconismo feroce in Italia? (...)
mercoledì 11 agosto 2010 di Federico La Sala
(...) Un Vescovo di Roma autentico, che ami la Patria stessa che comunque lo ospita, più che fare il professorino diligente e pedissequo di teologia dogmatica che appare ogni domenica alla finestra, dovrebbe, come San Gregorio Magno, il grande defensor civitatis, alzare la voce forte per il ritorno alla legalità, all’onestà, al diritto, al rispetto delle regole della civile convivenza istituzionale e democratica.
Questo è anche il compito del Vescovo della città di Roma e Primate (...)

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> L’ITALIA STA ANDANDO A FONDO E IL VATICANO SI GIRA DALL’ALTRA PARTE. ---- SENZA CARITA’ E SENZA LEGGE, ALTRO CHE "UN PAESE SENZA LEADER" (EDITORIALE DI "FAMIGLIA CRISTIANA").

giovedì 12 agosto 2010

"IL VANGELO CHE ABBIAMO RICEVUTO" DALLA TRADIZIONE CATTOLICO-RATZINGERIANA HA RAGGIUNTO IL SUO SCOPO. GESU’ CRISTO, IL "PESCE" ("IXTHUS") VIVO, E’ STATO DEFINITIVAMENTE UCCISO, E OGGI, INFINE, IL GOVERNO DELLA CHIESA ’CATTOLICA’ VENDE IL PESCE MORTO ("ICTUS") A CARO-PREZZO ("DEUS CARITAS EST": BENEDETTO XVI, 2006)).

SENZA CARITA’ E SENZA LEGGE: DOPO DECENNI DI BERLUSCONISMO, L’ITALIA, E LA CHIESA, NELLA PALUDE TOTALE (Federico La Sala)


Un Paese senza leader

editoriale di Famiglia Cristiana (11 agosto 2010)

Ha sollevato una grande bagarre la recente denuncia della Chiesa circa l’assenza in Italia di una classe dirigente all’altezza della situazione. In una stagione densa di sfide e problemi, essa lamenta un vuoto di leadership. In tutti i settori. La politica, anzitutto, non svolge la funzione che dovrebbe competerle. Ma analoghe carenze si riscontrano nel mondo imprenditoriale, nella comunicazione e nella cultura. Persino nella società civile e nell’associazionismo.

Mancano persone capaci di offrire alla nazione obiettivi condivisi. E condivisibili. Non esistono programmi di medio e lungo termine. Non emerge un’idea di bene comune, che permetta di superare divisioni e interessi di parte. Se non personali. Si propone un federalismo che sa di secessione. Senz’anima e solidarietà. Un Paese maturo, che deve mirare allo sviluppo e alla pacifica convivenza dei cittadini, non può continuare con uomini che hanno scelto la politica per “sistemare” sé stessi e le proprie “pendenze”. Siamo lontani dall’idea di Paolo VI, che concepiva la politica «come una forma di carità verso la comunità», capace di aiutare tutti a crescere.

L’opinione pubblica, sebbene narcotizzata dalle Tv, è disgustata dallo spettacolo poco edificante che, quasi ogni giorno, ci viene offerto da una classe politica che litiga su tutto. Lontana dalla gente e impotente a risolvere i gravi problemi del Paese. La richiesta della Chiesa di “uomini nuovi” trova ampi consensi tra la gente. Anche se non sono mancate critiche, da chi si sente nel mirino della denuncia. C’è chi ha parlato di mancanza di gratitudine, per il sostegno che una parte politica dà ai “valori irrinunciabili” e alle opere della religione. Soprattutto in un Paese difficile da governare. E refrattario a qualsiasi riforma di grande respiro.

Tra le reazioni più forti, c’è chi s’è chiesto da che pulpito venga la predica. Perché mai la Chiesa si chiama fuori dalle responsabilità? Non fa parte, essa stessa, della classe dirigente del Paese? E perché non guarda alle carenze di quel mondo cattolico fortemente intrecciato nelle vicende nazionali? Accuse solo in parte giustificate. Nel richiamare al senso del bene comune quanti occupano posti di alta responsabilità, la Chiesa è cosciente che anche il mondo cattolico deve fare la sua parte. E assumersi di più i ruoli che contano.

Da tempo, Papa e vescovi hanno lanciato l’appello: «Giovani politici cattolici cercansi». Per invitare i credenti più impegnati a misurarsi con il destino della nazione. In ruoli di grande responsabilità pubblica, così come sono ben presenti nel volontariato e nell’associativismo. Sono molte le figure autorevoli nella comunità ecclesiale. Tanto più queste cresceranno, tanto più se ne gioverà l’intero Paese. Ma la Chiesa è anche chiamata a valutare quanto, di fatto, i propri quadri più alti rappresentino dei punti di riferimento etico e spirituale per tutta la nazione.


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