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FILOSOFIA, COSTITUZIONE, E POLITICA DEL MENTITORE ISTITUZIONALIZZATO. Quando la verità diventa un bene da disprezzare (o da evitare a tutti i costi)

LA VERITA’ DEL SOFISTA E LA CORRISPONDENZA PERDUTA: NICLA VASSALLO, IN PIENO SONNO DOGMATICO, CERCA AIUTO NELLA POPPERIANA SCIENZA "SU PALAFITTE". Una sua riflessione per uscire dal presente e generale disprezzo della verità - a c. di Federico La Sala

giovedì 4 novembre 2010 di Federico La Sala
[...] In termini intuitivi, la verità dipende da qualcosa nel mondo; le affermazioni vengono rese vere (o false) dalla realtà; la verità non è frutto unico e puro di creatività, fantasia, volontà, tradimenti, bensì ottiene una base oggettiva nei fatti. Noi comuni mortali applichiamo la teoria nelle faccende quotidiane, ma non la riscontriamo in alcune sfere dell’economia, del giornalismo, della politica, altrimenti (tra le tante altre cose) il nostro paese non verrebbe classificato, in (...)

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> LA VERITA’ DEL SOFISTA E LA CORRISPONDENZA PERDUTA ---- COME SI COSTRUISCE UNA VERITA’ FITTIZIA. La cultura della menzogna (di Aldo Schiavone).

giovedì 4 novembre 2010


-  "PUBBLICITA’ PROGRESSO": L’ITALIA E LA FORZA DI UN MARCHIO REGISTRATO!!! NEL 1994 UN CITTADINO REGISTRA IL NOME DEL SUO PARTITO E COMINCIA A FARE IL "PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA" DEL "POPOLO DELLA LIBERTA’": "FORZA ITALIA" (2010)!!! Per i posteri, alcune note per ricordare

-  IL SONNO DELLA RAGIONE COSTITUZIONALE GENERA MOSTRI, ATEI E DEVOTI.



-  La cultura della menzogna
-  Come si costruisce una verità "fittizia"

Un regime produce una sua "verità" che non esita a ricorrere a una brutale falsificazione dei fatti per imporsi e diventare dominio. Tutto il Novecento è percorso da episodi di questo tipo di inquinamento

di Aldo Schiavone (la Repubblica, 04.11.2010)

Da sempre, il potere intrattiene con la verità e con il suo contrario un rapporto difficile. Il potere si nasconde, e mente e falsifica per conservarsi e crescere. È anche per cercar di sciogliere questo nodo, che è nata la democrazia: con i governanti finalmente in pieno sole, visibili al centro della piazza - e non più nell’ombra dei palazzi o dei templi - sotto lo sguardo vigile del popolo riunito in assemblea, cui non si sarebbe potuto celare nulla.

Il potere è per sua natura asimmetrico: il suo esercizio sospende l’eguaglianza, e produce al suo posto uno squilibrio, un dislivello, un più e un meno. Questa dissimmetria è ineliminabile, ed è come la forza di gravità che curva lo spazio intorno a sé: distorce tutto quello che le sta intorno - rapporti sociali, discorsi, comportamenti. E proprio come la gravità, essa distorce anche la luce, che scivola e devia - assorbita, riflessa, rifratta - tramutando la sua rettilineità originaria in un ingannevole gioco di oscurità, di inganni e di misteri: l’irresistibile segretezza del potere, che ama nascondersi e dissimularsi: questo è la sua verità - gli "arcana imperii", dicevano i Romani, che ne capivano.

Le democrazie moderne hanno costruito nel tempo dispositivi efficaci per ridurre i rischi di questa ineliminabile deriva. Essi ruotano intorno a due assi fondamentali. Da un lato, la libertà della conoscenza, la diffusione dell’informazione, lo sviluppo senza limiti della capacità critica del pensiero e delle opinioni: l’impianto illuministico, insomma. Dall’altro, la sottomissione del potere alla legge e alla regola giuridica - costituzionalismo greco e diritto romano - per stringerlo in una rete dalle maglie sempre più fitte, dalle quali fosse impossibile sfuggire, e che riuscissero a contenere il suo esercizio senza mai trasformarlo nel suo abuso: senza cioè che la dissimmetria diventasse arbitrio. Si è aperta così una partita complicata, e dagli esiti tutt’altro che scontati, i cui movimenti hanno riempito il tempo della nostra modernità. Le vittorie, sono sempre provvisorie. Le sconfitte, rovinose e portatrici di sventure.

È per potersi tramutare in abuso, che il potere mente: per meglio dire, produce un suo regime di verità, che non esita a ricorrere alla più brutale falsificazione dei fatti per imporsi, e diventare dominante. La storia del Novecento è piena di grandi menzogne prodotte da poteri che si erano totalmente trasformati in abusi mostruosi: la menzogna delle razze per aprire la strada allo sterminio; la menzogna dell’Italia come potenza militare e imperiale, per costruire al fascismo un consenso di massa; la menzogna sociale sovietica, per poter sostituire l’irrealizzabilità del comunismo con un regime inetto e dispotico.

Accanto a queste menzogne che chiamerei "di sistema", esistono poi le menzogne e le falsificazioni "locali", d’occasione, ma non meno inquinanti e pericolose, che non escludono a prima vista la democrazia - come le altre - ma anzi sembrano poter convivere con essa, e presentarsi solo come suoi piccoli aggiustamenti. E sono invece tossine micidiali: a non combatterle, se ne resta paralizzati. Menzogne per coprire abusi, e che ne producono altri: in una spirale perversa e inarrestabile. Fino al corto circuito conclusivo: "non leggete i giornali" (come ha detto il nostro Premier) - tutti i giornali, da Repubblica al New York Times: la menzogna che non potendo aver ragione della realtà, distrugge almeno lo specchio, per non vedercisi dentro.


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