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TROIA, L’OCCIDENTE, E IL PIANETA TERRA ....

L’EUROPA, LA LUCANIA, E LA GUERRA DI TROIA: L’ANALISI DI CARLO LEVI. Una nota - di Federico La Sala

"Il peccato che deve finire è l’adorazione da parte dell’uomo di una cosa umana, di un idolo bestiale, che è animale araldico, mostro adorato, religione statale, guerra e schiavitù"
lunedì 3 agosto 2015
[...] nel Cristo si è fermato a Eboli, c’è "la scoperta prima di un mondo nascente e delle sue dimensioni, e del rapporto di amore che solo rende possibile la conoscenza" [...] egli ha ben compreso - come scrive all’editore Einaudi nel 1963 - non solo "la Lucania che è in ciascuno di noi", ma anche "tutte le Lucanie di ogni angolo della terra" [...] A suo onore e memoria, possono valere (in un senso molto prossimo) le stesse parole del "Finnegans Wake" di Joyce, riferite a Giambattista (...)

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> L’EUROPA, LA LUCANIA, E LA GUERRA DI TROIA: L’ANALISI DI CARLO LEVI. --- CRISTO SI É FERMATO A OVEST (di U. Galimberti)

lunedì 27 luglio 2015

CRISTO SI É FERMATO A OVEST

RISPONDE Umberto Galimberti (La Repubblica - D, 24.07.2015)

Molte sono le ragioni storiche che hanno fatto dell’Occidente la culla della religione cristiana. E una è la conseguenza: un destino comune

      • Mi chiedo perché il cristianesimo, o se vogliamo la tradizione giudaico-cristiana, abbia attecchito esclusivamente in quella parte di mondo che definiamo occidentale e che all’epoca era caratterizzata dall’essere di matrice ellenico-romana, e non altrove? Certo, poi il cristianesimo è stato esportato, ma questo riguarda dinamiche affatto diverse. Quindi non possiamo sentirci autorizzati a pensare che, il cristianesimo stesso fosse "congruente" col substrato culturale ove si è poi effettivamente annidato, non riuscendo a impiantarsi in modo significativo là dove questa possibilità era assente? «Cristianesimo e Occidente sono nati insieme, hanno avuto nel bene e nel male la stessa storia, avranno perciò lo stesso destino»: parole, le sue, che mi sento di condividere; allo stesso modo, tuttavia, potremmo dire che non solo l’Occidente deve alla cristianità i suoi valori fondanti, ma che il cristianesimo deve all’Occidente la sua stessa sopravvivenza.
        -  Valentino Signorini
        -  signorinivalentino@virgilio.it

Le ragioni per cui il cristianesimo è nato nell’area mediterranea che possiamo considerare la culla dell’Occidente sono diverse e tra loro convergenti:
-  1. La prima è che il cristianesimo è una variante dell’ebraismo. Come dice più esplicitamente Nietzsche, un’«eresia ebraica». Con tale matrice il cristianesimo rimane confuso, agli occhi di Roma, almeno fino al 111 d. C. quando Plinio il Giovane, in qualità di Governatore di Bitinia e Ponto, chiede all’imperatore Traiano come si deve comportare nei confronti di una setta che non si definisce ebrea, ma cristiana. Quindi anche tutte le persecuzioni che prima di quella data i cristiani si attribuiscono, sono in realtà persecuzioni degli ebrei, la cui religione, accanto a quella ellenico-romana, era la più diffusa nel Mediterraneo.
-  2. Il cristianesimo si allargò oltre l’ebraismo, nel mondo pagano, dopo l’accesa contesa al Concilio di Gerusalemme verso il 50 d.C., tra Paolo di Tarso e Pietro che, contro il parere del primo, voleva estendere ai pagani convertiti l’applicazione della legge mosaica. Paolo, che parlava ebraico, greco e latino, fu il primo, con le lettere, a gettare le basi teologiche del cristianesimo e secondo Nietzsche - e non solo - fu il vero fondatore del cristianesimo, che altrimenti si sarebbe estinto con la morte dei discepoli di Gesù.
-  3. Sempre nella culla del Mediterraneo si era diffusa la religione gnostica, che fondeva in una visione tragico-nichilista di un Dio dimentico delle sue creature motivi delle religioni misteriche e dello zoroastrismo e credenze religiose pre-cristiane e giudaiche, successivamente composte con la filosofia platonica e neoplatonica. La gnosi, con le sue scuole, i suoi maestri, le sue accademie, l’ultima delle quali fu chiusa nel 529 da Giustiniano, era diffusa nell’area che va dalla Persia all’Egitto, passando per le terre babilonesi, turche, siriache, greche.
-  4. Per combattere la Gnosi i Padri della Chiesa ritennero di dover dare un fondamento teologico al cristianesimo, almeno altrettanto solido quanto quello di cui disponeva la Gnosi. E allo scopo adottarono la filosofia di Platone, che per la sua concezione dualistica di un cielo iperuranico e un mondo sensibile che a quel cielo doveva adeguarsi, meglio si prestava alla concezione cristiana che prevedeva una città terrena e una celeste (come vuole l’opera di Agostino d’Ippona, che spostò l’asse della filosofia di Platone dal registro della conoscenza al registro della salvezza). Il recupero della filosofia di Aristotele avvenne mille anni dopo con Tommaso d’Aquino e ancora oggi la teologia cristiana è ricalcata sul modello della filosofia platonico-aristotelica che non ha alcuna relazione col messaggio evangelico che parla d’amore e carità.
-  5. Il resto è storia nota. Nel 391, con Teodosio, il Cristianesimo diventa religione di Stato, e nel 476, quando l’Impero Romano d’Occidente cade definitivamente, la Chiesa cristiana, che nel frattempo aveva ereditato la cultura giuridica e amministrativa dell’Impero Romano, prende a governare materialmente e spiritualmente l’Occidente, diffondendo quei valori di libertà («non devono più esserci né schiavi né padroni»), di uguaglianza («siamo tutti figli di Dio») e di fraternità («ama il prossimo tuo come te stesso»), mai attuati nella storia governata dalla Chiesa, ma riproposti in versione laica dalla Rivoluzione francese e tuttora in via di faticosa attuazione. Possiamo allora concludere con Baget Bozzo che Occidente e cristianesimo, per essere nati l’uno con l’altro, avranno ineluttabilmente lo stesso destino.


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