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Pianeta Terra. Mediterranea-mente ....

GELBISON, GIBSON E LA CHIESA CATTOLICA. DUE PAROLE, UN ’RIVELATIVO’ SEGNO DEI TEMPI. UNA ’MEMORIA’ DEL 2004 - di Federico La Sala

Dedicata al ’monaco florense’, Emiliano Morrone, in viaggio...
sabato 24 giugno 2006
"Il grande Teatro di Oklahoma vi chiama! Vi chiama solamente oggi, per una volta sola! Chi perde questa occasione la perde per sempre! Chi pensa al proprio avvenire, è dei nostri! Tutti sono i benvenuti! Chi vuol divenire artista, si presenti! Noi siamo il teatro che serve a ciascuno, ognuno al proprio posto! Diamo senz’altro il benvenuto, a chi si decide di seguirci! Ma affrettatevi, per poter essere assunti prima di mezzanotte! A mezzanotte tutto verrà chiuso e non sarà più riaperto! (...)

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> GELBISON, GIBSON E LA CHIESA CATTOLICA --- Storia, storiografia, e sonno dogmatico: una lapide del 1936 nella Basilica di San Nicola di Bari.

martedì 26 aprile 2022

L’IMPERO E LA CHIESA (BARI, 1936). Storia, storiografia, e sonno dogmatico.

Una nota a margine di una segnalazione ... *

Il 9 maggio 1936, Mussolini celebra "dopo quindici secoli, la riapparizione dell’Impero sui Colli fatali di Roma". Il "5 settembre 1936", nella Basilica di San Nicola di Bari, è murata su una parete una lapide ben illuminata su cui è scritto:

      • "QUI - NELLO STORICO TEMPIO - DEL SANTO MEDITERRANEO - IL COMUNE - RIEVOCA ED ONORA - TUTTI I FIGLI DI BARI - CHE IN TERRA SUI MARI E NEI CIELI - OFFRIRONO - L’EROICA PASSIONE DELLA LORO GIOVINEZZA - PER CONQUISTARE ALLA GRANDE PATRIA - SICURI CONFINI E AUREOLA DI POTENZA IMPERIALE - 5-SETT-MCMXXXVI". *

Per capire le ragioni politico-culturali di questo "documento" del Comune di Bari, collocato "nello storico tempio del santo mediterraneo", nella Chiesa di San Nicola di Bari, forse, è bene ampliare lo sguardo intorno alla data del "5-SETT-MCMXXXVI" (5 SETTEMBRE 1936) e quanto meno ricordare gli accordi sottoscritti tra il Regno d’Italia e la Santa Sede l’11 febbraio 1929 (Patti Lateranensi) e al contempo "riascoltare" e rileggere il "Discorso di proclamazione dell’Impero", tenuto da Mussolini dal balcone di piazza Venezia la sera del 9 maggio 1936:

      • “[...] L’Italia ha finalmente il suo Impero. Impero fascista perché porta i segni indistruttibili della volontà e della potenza del Littorio romano; perché questa è la meta verso la quale durante quattordici anni furono sollecitate le energie prorompenti e disciplinate delle giovani, gagliarde generazioni italiane. [...] In questa certezza suprema levate in alto, legionari, le insegne, il ferro e i cuori a salutare, dopo quindici secoli, la riapparizione dell’Impero sui Colli fatali di Roma. Ne sarete voi degni?” (Benito Mussolini, "Discorso di proclamazione dell’Impero", 1936).

Il 1° marzo 1924, su "L’Ordine Nuovo", Antonio Gramsci aveva già scritto: "Roma non è nuova a questi scenari polverosi. Ha visto Romolo, ha visto Cesare Augusto e ha visto, al suo tramonto, RomoloAugustolo". Evidentemente gli ideologi imperiali avevano ignorato la lezione di Dante sulla Monarchia e sui "venticinque secoli" (Par. XXXIII, 95), come quella di Goethe sui "tremila anni" ("Libro del malumore", 1819).

* Una "lapide che lascia perplessi!", si cfr. la segnalazione di Nicola Fanizza.

Federico La Sala


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