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LA TEOLOGIA POLITICA CATTOLICO-COSTANTINIANA E IL LINGUAGGIO BIFORCUTO. Come fare cose con le parole (John Langshaw Austin, "How to do Things with Words"): parlare con franchezza e in spirito di carità ("charitas")!!!

LA PAROLA "ALLAH", LA MALESIA, E LA GEOPOLITICA DI PAPA RATZINGER. COME INGANNARE IN NOME DI "DIO" E TRASFORMARE IL MESSAGGIO EVANGELICO IN MESSAGGIO "VAN-GELICO" DI GUERRA E DI MORTE!!! Sul tema, articoli di Aldo M. Valli, di Stéphanie Le Bars, e di Giordano Stabile - a cura di Federico La Sala

MALAYSIA. Violenze anticristiane in Malesia a proposito dell’uso del nome di "Allah".
martedì 12 gennaio 2010 di Federico La Sala
[...] all’uscita dalla grande preghiera del venerdì, diverse centinaia di musulmani avevano manifestato la
loro opposizione all’utilizzo del termine “Allah” da parte dei cristiani.
Queste violenze sono legate alla polemica sull’uso della parola “Allah” da parte di non musulmani.
La disputa è esplosa il 31 dicembre 2009, data nella quale l’Alta Corte della Malesia ha autorizzato
un giornale cattolico, Herald-The catholic Weekly, edito in quattro lingue e con una (...)

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> LA PAROLA "ALLAH", LA MALESIA, E LA GEOPOLITICA DI PAPA RATZINGER. --- A chi appartiene il nome di Dio l’eterna battaglia fra le religioni (di G. Ceronetti - Diritto d’untore)

martedì 24 giugno 2014

A chi appartiene il nome di Dio l’eterna battaglia fra le religioni

di Guido Ceronetti (la Repubblica, 24.06.2014)

UNO Stato religiosamente intollerante, che voglia respingere ai margini la presenza cristiana, non può che proibire l’uso del termine Allah in invocazioni o citazioni della Divinità. Come è successo in Malaysia, la cui Corte Federale ha vietato a un giornale cattolico di utilizzare la parola Allah.

LO ha fatto sostenendo che «non è parte integrante della fede cristiana». Nei monoteismi non ci può essere pace: tra loro e nel loro interno la pace non può essere che provvisoria, o creazione politica, regola di convivenza. Dai secoli della loro prevalenza, la loro eredità è la guerra.

Dio e Allah sono un incontro di étimi diversi: l’origine del latino Deus è persiana; l’origina di Allah, termine fisso della rivelazione coranica, è nei deserti semitici. Quando diciamo bethél (termine biblico) dobbiamo tradurre Casa di Dio; in una semplice pietra ritta in mezzo a una pietraia, dei visionari lontani videro l’abitazione di un Dio che escludeva ogni altra divinità, e addirittura la porta del cielo. EL, il Forte, è per alcune tribù Eloàh (compare nel libro di Giobbe); nel profeta Mohámmad (Maometto da noi, ma ha cattivo suono; nel poema dell’Ariosto diventa addirittura Macone) discende immutabilmente come Allah.

Tra le versioni occidentali del libro sacro dell’Islam, numerosissime, Allah, nominato infinite volte nelle sûre coraniche, è tradotto solitamente Dio; in verità è intraducibile. Soltanto la versione bellissima di Régis Blachère, nel francese del XX secolo, usa Allah per creare, se mai fosse possibile, un legame tra le nostre lingue romanze e una irriducibile realtà linguistica semitica. La versione italiana, classica, quella del Bonelli (Hoepli) usa, secondo la nostra tradizione, Dio.

Linguisticamente, e in profondità, Allah e Dio non sono la stessa entità divina, come il Deus dell’Etica di Spinoza non è il Dio della sinagoga di Amsterdam della sua infanzia. Terrorizzati dal ricordo delle guerre intercristiane e di quelle col mondo islamico i cristiani si sono convinti che lo stesso Dio li accomuna con quello dell’Inviato di Allah ( rasulullàh ) ma erano più nel giusto i guerrieri di Poitiers e il monco di Lepanto, Miguel de Cervantes, nel tenere distinte le due Scritture sacre. Allah e Dio sono reciprocamente inassimilabili


LA CHIESA DEL SILENZIO E DEL "LATINORUM". Il teologo Ratzinger scrive da papa l’enciclica "Deus caritas est" (2006) e, ancora oggi, nessuno - nemmeno papa Francesco - ne sollecita la correzione del titolo. Che lapsus!!! O, meglio, che progetto!!!


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