La colata dell’oro rosso.

mercoledì 18 agosto 2010.
 

Esistono dei fili , dei fili invisibili che portano delle matasse aggrovigliate del passato. Nessuno può tirarsi fuori conviene solo dipanarle. Hanno iniziato quest’opera di trasparenza i rappresentanti delle confederazioni agricole molisane - Codiretti, Cia, Confagricoltura e Opi) ma anche l’Assessore regionale al ramo Nicola Cavaliere con l’ indire un Tavolo Verde dove discutere del perchè l’oro rosso non luccichi più. Nei giorni scorsi le lamentale degli imprenditori agricoli che producono pomodoro si è fatta sentire forte tanto da indurre l’Assessore regionale all’agricoltura a riunire tutte le confederazioni agricole regionali per capire meglio lo stato delle cose e soprattutto lanciare una controffensiva legale e di protezione verso gli stessi imprenditori. Quest’ultimi denunciavano e denunciano la speculazione che c’è sulle pepite rosse: in pratica un abbassamento vertiginoso dei costi e la conseguente impossibilità di vendere il prodotto a prezzo pattuito con le industrie di trasformazione, le quali non rispetterebbero i contratti stipulati tempo addietro, e con la conseguente perdita di oltre 70% del prodotto stesso. Gran parte dei pomodori rimane nei campi a marcire. Il vice presidente di Confagricultura, Bulmetti Serafino, ha definito la crisi del in atto “un’operazione di camorra” e, personalmente a differenza dell’Assessore Cavaliere non minimizzerei tanto quest’ipotesi, perché le ipotesi che la malavita organizzata abbia messo le mani sulla produzione del pomodoro ci sono tutte. A questo punto si pone una domanda: Dove finisce l’ora rosso nel Basso Molise? Da poco in regione ha ripreso il suo normale funzionamento il conservificio del Molise, è stato chiuso per circa tre anni, quindi molti produttori di pomodori si sono rivolti ai loro colleghi pugliesi della Capitanata. Qui negli ultimi il 30% viene lavorato in loco da un’azienda salernitana, il resto va in Campania. Così vuole la camorra. A dar manforte a questa mia affermazione - a tal proposito si legga l’articolo pubblicato su www.malitalia.it “I minatori dell’oro rosso” - è lo stesso vice presidente di Confagricoltura Bulmetti Serafino che dice:” In Campania i pomodori sarebbero proposti a 2mila euro a ettaro mentre ne occorrono 6mila ad ettaro”. Tutti indizi che fanno pensare che dietro a questa crisi ci sia la mano della malavita organizzata. Una crisi, una presa di potere che colpisce e gestisce in alto e in basso. In alto colpendo direttamente gli imprenditori dettando loro il prezzo del pomodoro e la quantità da raccogliere e in basso i braccianti agricoli che saranno sempre più assunti in nero a prezzi da fame. A favorire questo stato di illegalità vi sono altri due fattori da non sottovalutare. Primo: questa sarà l’ultima estate con i sussidi dell’Ue: 1.000 euro a ettaro al produttore. Secondo: da fine luglio i contributi raddoppieranno per la fine degli sgravi fiscali al Mezzogiorno, Molise compreso. E su questi due fattori che rendono meno indipendenti gli imprenditori seri e onesti gioca la sua partita la camorra. Cosa fare? A tal proposito buone sono state le parole del consigliere regionale De Matteis il quale dice:”...Io, come presidente della Seconda Commissione regionale -agricoltura- mi farò promotore di un’iniziativa per puntare sul nostro conservificio e lavorare il nostro prodotto lì....”. È una presa di posizione notevole che in qualche modo sconfessa anche la politica industriale/agricola della sua maggioranza degli ultimi dieci anni. Una filiera agroalimentare seria non solo è utile ma necessaria e sicuramente più remunerativa sia sotto il profilo dell’occupazione che di immagine per tutta la regione. A questa giusto presa di posizione aggiungo però una ultima considerazione ovvero quella della tutela del lavoratore. Specie in agricoltura l’utilizzo dei falsi braccianti e dei lavoratori extracomunitari e comunitari in nero è in netto aumento e dato che quest’ultimi non hanno nessuno che li protegga e la loro voce è sempre o quasi inascoltata, ricordo che loro sono i primi ad essere “assunti regolarmente” dalle mafie, è compito delle istituzioni preposte vigilare e punire gli imprenditori furbi e disonesti e non soltanto le vittime di questo gioco al massacro.

Alessandro Corroppoli - 18.08.2010


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