Politica

I punti del programma di Prodi: fuori della guerra, risoluzione del conflitto di interessi, accoglienza per gli immigrati, no a grandi opere inutili, più spazi alle donne in politica, legge elettorale, apertura all’amnistia

Il premier illustra il programma a Palazzo Madama: «Un errore la guerra in Iraq». Contestazioni dalla Cdl
venerdì 19 maggio 2006.
 

ROMA - La lista dei «desiderata» è lunga e impegnativa ma Romano Prodi garantisce: «Vogliamo che l’Italia torni a vincere e ce la faremo». Nel corso del suo intervento programmatico al Senato, il premier apre sull’amnistia («il Parlamento studi la possibilità») e liquida la riforma del Polo sulla giustizia garantendo che il suo esecutivo opererà per ridare «serenità e tranquillità» ai magistrati e per «tutelarne e garantirne l’indipendenza». Non manca neanche di fare un cenno anche allo scandalo del calcio: «È una crisi etica, si è superato il livello di guardia». Quindi tende la mano al centrodestra: «All’opposizione e ai suoi leader non faremo mai mancare il rispetto che la democrazia esige». Ma con la Cdl è scontro quando il Professore definisce la guerra in Iraq «un grave errore» e annuncia la fine della missione italiana.

IL PROGRAMMA - Un discorso aperto con i ringraziamenti a Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, dure personalità che Prodi «stima e rispetta». «A Ciampi mi lega il ricordo della comune battaglia dell’euro. A Napolitano ricordo il ruolo svolto, con diversi compiti in sede europea, avendo la stessa idea comune dell’Europa», spiega il premier. Che poi mette subito in chiaro: «Il governo che si presenta oggi al Senato per chiedere la fiducia è quello che gli elettori hanno votato. Taluni coltivano l’immagine di una comunità nazionale lacerata. Ma non è così: l’Italia è un paese con molte diversità e distinzioni. Ma la distinzione non è uguale alla divisione. L’esiguità del vantaggio nella vittoria elettorale significa distinzione non divisione nel Paese».

LA RICERCA DELLA CONCORDIA - Nel paese non ci sono «spaccature», insiste Prodi, e «coinvolgeremo anche chi non ci ha dato il voto nella realizzazione del programma». All’opposizione, continua, «chiedo la disponibilità ad una attenta considerazione di quello che andremo proponendo commisurandolo con gli interessi del Paese».

GUERRA IN IRAQ - Quindi il passaggio più incisivo, quello che scatena i malumori e i brusii dei banchi della Cdl: l’Italia sarà in prima linea nella lotta al terrorismo, anche con l’intervento militare sotto l’egida delle organizzazioni internazionali, «ma noi non condividiamo la guerra in Iraq». Di qui l’annuncio: «Proporremo a Parlamento il rientro dei soldati nei tempi tecnici necessari». Di fronte alle contestazioni della Cdl ( si sentono grida vergogna! vergogna!), Prodi ribatte: «Vorrei capire la differenza fra ciò che dico e quello che diceva il precedente Governo con il ritiro entro la fine del 2006». Il leader dell’Unione sottolinea che la guerra in Iraq ha aperto «il vaso di pandora» e che lo stesso ambasciatore statunitense ha avuto accenti critici. «La guerra in Iraq - sintetizza Prodi - è stata un errore».

NO ALLE GRANDI OPERE - «Effettueremo, compatibilmente con tutte le risorse disponibili, investimenti mirati in una logica integrata piuttosto che di singole grandi opere», continua poi Prodi.

CONTI PUBBLICI - Il premier pone anche l’accento sulla necessità del risanamento dei conti pubblici italiani per rispettare gli impegni presi con Bruxelles di riportare il deficit sotto il 3% entro il 2007. «Non vi è più spazio per correzioni affidate a manovre straordinarie, non vi sono possibili miracoli di ingegneria finanziaria. Sarà invece giocoforza intervenire sulla tendenze dei grandi capitoli di spesa pubblica».

SCOSSA ETICA - «Ho notato che si stanno già intensificando in queste settimane segnali di uscita dalla stagnazione », spiega Prodi. Ma nel cogliere segni incoraggianti di una ripresa congiunturale avverte: «Il nostro Paese ha bisogno di una forte scossa, così come il nostro sistema produttivo. Il governo ritiene di avere politiche appropriate a questo fine. Ma occorre prima di tutto una forte scossa sul piano etico».

LOTTA ALL’EVASIONE - Il governo userà «la massima decisione» nella lotta all’evasione fiscale. «C’è una crisi etica: non devono vincere i più furbi. Pensiamo al mondo del calcio», afferma il premier.

SCORTE - Parlando della necessità di ridurre le spese per il funzionamento delle istituzioni e dei partiti, il Professore annuncia l’intenzione di dimezzare le scorte ai politici: «Ovviamente terremo conto di particolari situazioni di rischio- precisa il premier - ma in linea di principio le auto di rappresentanza non possono essere uno status symbol ma una risposta a reali necessità».

CONFLITTO D’INTERESSI - Quindi ribadisce l’impegno dell’Unione per modificare la legge sul conflitto di interessi. «Nella sfera delle regole, considero essenziale che si ponga mano a una normativa che disciplini i conflitti di interesse in linea con quanto esiste nelle altre democrazie avanzate, una normativa scevra da intenti punitivi ma ben più rigorosa di quella in vigore».

AMNISTIA - Allo studio anche un provvedimento di clemenza. «Il governo- assicura Prodi - intende proporre al Parlamento di studiare un provvedimento diretto ad alleggerire l’attuale insostenibile situazione delle carceri». Prodi ritiene indifferibile affrontare la questione. «Oggi, all’inizio di una nuova legislatura, è nostro obbligo- assicura il premier - offrire una risposta». Mettere a punto un provvedimento da «studiare con la profondità e la drammaticità - sottolinea Prodi - che l’attuale situazione ci impone». E del resto, osserva, «già da anni, anche dalle sedi più elevate, questo tema è proposto alla nostra attenzione».

LEGGE ELETTORALE - Il governo proporrà inoltre «un aggiornamento della nostra Costituzione e della legge elettorale attraverso la ricerca di una costruttiva e larga collaborazione tra tutte le forze politiche del paese». Prodi dice anche che la maggioranza «si opporrà compatta nel prossimo referendum» in quanto la riforma del centrodestra è «sbagliata e dirompente».

QUOTE ROSA - Secondo il premier occorre introdurre norme per garantire una maggiore presenza delle donne nelle istituzioni: «Non siamo riusciti ad arrivare ad almeno otto donne nel governo. Ma rispetto al governo precedente, dove erano due, mi sembra un sostanziale progresso».

IMMIGRAZIONE - Né emarginazione né criminalizzazione, ma «accoglienza, convivenza, garanzia», ma anche «doveri». Sono le parole chiave della politica del governo sull’immigrazione. Prodi spiega che la legge Bossi-Fini è «demagogica e inefficace». Quindi spiega come superarla: «Mantenere il tetto ma rivedere le quote».

GIUSTIZIA - Basta infine con il «clima di tensione, talvolta di forte tensione» che in questi anni si è respirato tra politica e magistratura: «Noi vogliamo ridare serenità ai giudici italiani», assicura Prodi bollando le riforme della Cdl in tema di giustizia come «riforme pensate e attuate troppo spesso - osserva il premier - con uno spirito punitivo e comunque con atteggiamenti non adeguatamente collaborativi».

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