Cronaca

San Giovanni in Fiore (Cs), l’ex sindaco Barile pronto a un ritorno in campo?

domenica 15 maggio 2016.
 

Lo scorso venerdì 13 maggio, Antonio Barile (in foto durante l’iniziativa in questione, ndr), già sindaco di San Giovanni in Fiore (Cs), ha tenuto una conferenza stampa sul dissesto del Comune, in risposta a quella, precedente, della giunta municipale in carica.

Che i conti dell’ente siano in rosso è assodato. Il dissesto fu dichiarato dal Consiglio comunale nel 2014, a seguito della bocciatura, da parte della Corte dei conti, del piano di riequilibrio finanziario allora proposto.

Diciamo subito, a evitare congetture di pronta confutazione, che al fatto consegue per legge la deliberazione consiliare dello stato di dissesto. Se il Consiglio comunale non provvede di suo, fa da sé il prefetto del luogo. Lo dice il Testo unico degli enti locali, non un pinocchio.

Da quella vicenda è iniziata una storia infinita: il centrosinistra ha cercato di addossare a Barile le responsabilità del dissesto, che per i Socialisti del posto si poteva evitare, essendo i debiti verso soggetti pubblici e ben più contenuti - nei loro calcoli - di quanto asserito dall’avversario sindaco. L’attuale presidente del Consiglio comunale, Domenico Lacava, argomentò contro il piano di riequilibrio, sulla scorta delle osservazioni della Corte dei conti, accusando Barile di non aver saputo predisporre il documento di riequilibrio, per vero redatto dagli uffici.

In tranquillità, Barile ha chiarito alcuni punti. Il dissesto era del tutto meccanico. Anzi, come rappresentato dalla Corte dei conti, doveva essere dichiarato molto prima; come, peraltro, già rappresentato dal responsabile della ragioneria municipale, Franco Scigliano, sia nel 2009 che nel 2006.

Barile, che stavolta non si è adirato affatto, ha inquadrato il dissesto come medicina, come sollievo per bilanci disastrati, che nel tempo permette il rientro alla gestione ordinaria.

Secondo l’ex primo cittadino di San Giovanni in Fiore - e noi l’abbiamo detto, scritto e ripetuto a stancare - i problemi dei Comuni nascono dal dimezzamento dei trasferimenti statali. Dunque, la sua riflessione sull’argomento è andata oltre la schermaglia tra le parti politiche locali. Aggiungiamo, a compendio, che la causa prima delle minori erogazioni è il sistema privato della moneta.

Barile ha dato delle cifre. «Il Comune - ha riferito - ha debiti per oltre 26 milioni. L’organo straordinario di liquidazione ha certificato una massa passiva di circa 12 milioni, con un attivo di poco più di un milione. Così non andremo da nessuna parte. Dubito, nonostante l’ottimismo del sindaco Belcastro, che si possa accedere alla procedura semplificata e che si rientri nei tempi indicati dal medesimo» - in circa uno-due anni, ndr.

Barile si è poi soffermato sull’affidamento del Polifunzionale, sottratto alla vendita dall’attuale maggioranza in municipio, a suo avviso necessaria. «La cifra annuale di fitto, sotto i 30 mila euro - ha precisato -, non fa reddito. Il bene doveva essere tenuto in vendita». L’ex sindaco ha illustrato i risparmi nella sua gestione, con particolare riferimento alla servizio rifiuti, per il quale - ha evidenziato - «si è avuto un contenimento annuo di oltre 400 mila euro, con la gestione del servizio da parte della locale cooperativa».

Da ultimo, Barile, che ancora paga l’incandescenza personale in veste di sindaco e la chiusura in sé nell’esperienza amministrativa, non ha nascosto il suo desiderio di impegnarsi per contrastare il «sistema» vigente, fatto di «interessi e compromessi».

La redazione di La Voce di Fiore


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