Caro Emiliano ne scrivi tante di cose ( alcune interessanti, altre vere e proprie cazzate ). Tante ma sempre meno di quella Falqui ...quell’altra poi basta la parola. I tuoi attacchi al sistema sono frequenti come la tua connivenza con esso: vedi collaborazione con l’assessore Spadafora o con la Regione Calabria. Credo tu sia compresso dalla voglia onesta e disarticolata di cambiare le cose ( mischiando maldestramente politica, giornalismo, cultura, veri artisti e saltimbanchi, speculatori di Vattimo e ragazzi impegnati onestamente, professionisti dell’atteggio e veri vagabondi buoni a nulla, genialità e mediocrità...) e la consapevolezza che purtroppo senza una qualche minima "vicinanza" al sistema, non si possa combinare niente. Spesso da quello che scrivi sembra che da un mometo all’altro mollerai tutto, per la gioa di qualcuno e la delusione di altri. Eppure ritorni, non fai più notiza ma ritorni. la gente non si cura più di te ma guarda e passa: il 50 per cento di quello che annunci non si realizza l’altro 50 o fa schifo o è sensazionale.
Cinanni però non tirarlo in ballo! dentro al tuo circo di nani e ballerine, geni e talenti...in rispetto ai suoi contadini, i suoi operai, i suoi emigrati, non tirarlo in ballo. In fondo anche se a qualcuno da fastidio ricordarlo, Cinanni era un onesto filo-sovietico, cosa centra con la tua anarchia. Un comunista mangia preti, cosa centra con il tuo militerno. La tua esperienza politica è stata esaltante ma è crollata miseramente lasciando per terra cocci e cani sciolti: Resta anarchico coerentemente incoerente: Cinanni però non tirarlo in mezzo!
Un compagno
Caro compagno di ventura, la vita,
tu sai che io so chi sei. Non firmarsi non ha senso.
Paolo Cinanni non è proprietà privata, anche perché egli stesso la combatteva. Sai, di lui so davvero poco. Ma ricordo che era direttore di Gniks. E, consentimi, quella rivista era sulla linea della Voce: meglio, la Voce stava sulla linea di Gniks.
Una considerazione.
Tu, purtroppo confondi il significato della parola collaborazione. Forse perché sei di mera estrazione comunista, di partito. Io sono cristiano e comunista, senza essere cattocomunista. Non ho collaborato né con l’assessore Spadafora né con la Regione. Ho avuto delle idee e le ho realizzate, rivolgendomi alle istituzioni e facendo uno sforzo immane per accettare alcune anomalie. A Comune e Regione certe cose costano nulla, specie se c’è uno come Emiliano Morrone che smuove molto.
Dalle nostre parti siamo ancora abituati a stare sugli altari, a salire sui palchi e ricevere le luci.
La mia azione è mossa da un’esigenza etica. Non ho cercato voti per le case, caro Francesco.
Personalmente, di tizio e caio, comunali o regionali, non mi interessa. Nella mia vita non ho mai chiesto niente a nessuno.
Le anomalie che ho accettato sono:
1) che la televisione e certa stampa locale, molto stupidamente, abbiano presentato l’incontro con Ermanno Bencivenga come che l’avesse progettato e concretizzato l’amministrazione comunale, luogo, peraltro, di mafie di vario grado;
2) che la Regione faccia vanto del mio festival filosofico quando non gliene importava affatto e quando, come è avvenuto per altro da parte del Comune di San Giovanni in Fiore, la sua struttura non ha mosso un dito per concorrere in sede organizzativa.
La differenza fra me e te è che io non sto a recriminare in fatto di titolarità o paternità delle iniziative. Faccio, opero, agisco, consapevole che se San Giovanni in Fiore e la Calabria non vogliono morire definitivamente, è necessario intervenire sul piano culturale. A me costa spendermi. Vivo fuori, devo occuparmi dei miei problemi quotidiani, non ho protettori umani e, per ciò che faccio, non ho riscontro quantificabile in moneta.
Da un po’ di tempo a questa parte, poi, sono passato alle denunce scritte, formali. Non mi limito a quelle sui quotidiani. Dunque, i miei nemici sono molti di più.
Inoltre, ti ho invitato sempre a partecipare attivamente ad alcuni progetti, ma tu, mi pare, sei pervaso da sentimenti di misurazione, passami il termine, e da un certo rodimento interiore per l’elezione di Marco Militerno. Ti consiglio, siccome ti stimo, di staccarti da queste inutili forme di provincialismo. Hai molte carte da giocare. Mettiti al servizio della comunità, se ritieni. Io non ho portato circhi e ballerine. Marco Posse e Gennaro De Rosa si sono ritrovati artisticamente in uno spettacolo scritto, diretto e presentato da me. E, se mi permetti, il teatro e le iniziative letterarie, ad alcune delle quali sei stato invitato, non sono bazzecole. Né il festival della filosofia. E questo lo sai perfettamente. Delle cose annunciate, finora, scusa il piglio, tutto ha avuto corpo. Poi, levami una curiosità: chi ti dice che la gente non mi segua? Tu, per primo, se non erro, mi seguisti in campagna elettorale. Fui io il fondatore del movimento di Gianni Vattimo. L’hai già dimenticato? Devo contraddirti: tu ti stai sforzando di dimostrare anonimamente e via Internet che il movimento è morto per colpa di Marco Militerno.
Io ti dico, e non riesci ad accorgertene, che quel movimento si è allargato molto. A partire dalla base a livello locale. Quante persone solidali con le mie idee e quelle di Marco ho incontrato nel mio ultimo viaggio a San Giovanni in Fiore. Saverio Basile ha scritto sull’ultimo numero del Corriere che non eleggere Vattimo come sindaco è stato un errore imperdonabile. Segno chiaro, mi pare, che anche l’area moderata dell’elettorato accetta oggi le nostre - tu dove sei? - battaglie.
Non sarà che a oggi, come altri, i quali manco più salutano, ti lasci vincere da un inspiegabile negativismo. Noi eravamo assieme a uno dei padri del pensiero debole, non del pensiero negativo. Bada.
Ti saluto senza rammarico. Qualche volta il confronto aperto è più sano di queste tue incursioni anonime. Che non sono di oggi. E che, come vedi, ti pubblico senza timore.
Forse, parlare e confrontare gli argomenti, anche pubblicamente, è assai meglio che nascondersi e giocare a insegnar coerenze.
In amicizia.
Emiliano Morrone
Non ho capito quasi niente della tua risposta...
Rammarico e risentimenti? Ti ho seguito in campagna elettorale?
Rimango nell’anonimato da te rispettato ( ma credo malinterpretato )
Ti do un altro indizio firmandomi
Un compagno "socialista"
Qui non siamo a "Indovina chi". Forse hai tempo da perdere. Se per te la vita è un gioco sregolato, per me è molto altro. Con regole precise. Resta pure nel tuo anonimato e cullati fra le tue interpretazioni. La storia è maestra di vita. Ci insegnerà, come ha fatto sempre, da che parte si trova la mediocrità, che cosa ha valore e che cosa è pura idiozia. Io non sono tuo compagno. Né mi interessano i socialisti (mestieranti), schifosi e ambigui, cantava Gaber.
Emiliano Morrone