Caro don GALLO *
Continui, continui a ‘cantare’!!! Il cuore e la mente della gerarchia cattolico-romana sono duri come quelle del faraone del vecchio Egitto: sono letteralmente fatte dello stesso materiale lavico di quelle pietre che non a caso chiamiamo “sampietrini” - “sampietrino”!!! Poi piangeranno, si pentiranno..... ma la vergogna e la menzogna resterà impressa sulla loro pelle nei secoli dei secoli!!!
La questione del referendum da una parte è semplice e dall’altra è complicata. E tuttavia importantissima ed epocale. E per scioglierla bisogna proprio ripartire dall’inizio, partire da noi stessi e da noi stesse - non dall’embrione, ma da coloro che producono l’embrione e soprattutto da colei che l’accoglie e lo porta alla luce.... Non c’è altra via di uscita - e non si può partire e ri-partire se non dalla libertà e dall’autodeterminazione dell’uomo e dalla donna.
Questo il fondamento della mia-sua - di tutti e di tutte -personale esistenza: alla base di ogni essere umano, il dono nella e della libertà e nella e dell’autodeterminazione di quell’uomo (‘Giuseppe’) che è stato mio padre e di quella donna (‘Maria’) che è stata mia madre. E’ una questione antropologica e politica.... linguistica (Logos=Lingua) e, ovviamente, anche teologica (“Dio”= Amore). Ma in modo radicalmente nuova (il Buono-Annuncio!!!), che fonda e rifonda libertà personale e società democratica - non imperi teocratici e campi di allevamento e di concentramento!!!
Al fondo della nostra vita, antropologicamente e politicamente - i principi della nostra Costituzione repubblicana (non dei figli di “Mammasantissima” della teocrazia assoluta cattolico-romana!), c’è la libertà, l’uguaglianza e il riconoscimento dell’altro e dell’altra. Di questo dovremmo prendere atto! Noi siamo il nodo della Relazione di Due Persone ... e questo nodo (la “camera nuziale” stessa!) che noi siamo, ce lo portiamo dentro il nostro stesso corpo-vivente e se stiamo in piedi lo siamo grazie a quella persona che è stato mio padre (‘Giuseppe’) e a quella persona che è stata mia madre (‘Maria’) e a tutte le persone come loro ...non certamente della P2 , e degli affiliati della loggia della Propaganda della Fede, sia laica sia religiosa, astensionista.
M. cordiali saluti,
Federico La Sala
*
Comuncato stampa della curia di Genova pubblicato su http://www.quotidianoligure.it/
Un comunicato della Curia per Don Gallo - 10.00
Non si è fatta attendere la risposta della Curia genovese alle dichiarazioni di Don Andrea Gallo pubblicate su alcuni quotidiani. Ecco la nota diffusa dalla Curia: "Le affermazioni, così come in questi giorni riportate dai mezzi di comunicazione, e attribuite al Sac. Andrea Gallo, circa temi inerenti alla tutela della procreazione e della vita umana e dell’obbedienza al Magistero della Chiesa, come pure precedenti esternazioni irriguardose sul compianto Giovanni Paolo II e sul nuovo Papa Benedetto XVI, hanno suscitato non poco sconcerto tra i fedeli. Inoltre, alcuni giorni fa, invitato a prendere parte ad una pubblica manifestazione, nel territorio della diocesi di Reggio Emilia, detto sacerdote è stato anche pubblicamente contestato a causa delle sue affermazioni.
Tenuto conto della responsabilità che ogni sacerdote ha di garantire che il proprio insegnamento sia sempre conforme alla dottrina della Chiesa, e considerata la gravità delle affermazioni apparse sulla stampa, con lettera a lui personalmente inviata, si richiama il Sac. Andrea Gallo a fare chiarezza su quanto attribuitogli smentendo le notizie apparse e rettificando pubblicamente, anche a mezzo stampa, le affermazioni da lui eventualmente pronunciate o a lui erroneamente attribuite.
Considerato che detto sacerdote non è nuovo ad atteggiamenti di questo genere ma anzi è già stato richiamato per posizioni da lui assunte, se quanto sopra richiesto non avverrà prontamente nei prossimi giorni, l’Autorità Ecclesiastica si vedrà costretta a prendere i provvedimenti canonici del caso".
Servizio Pubblico, Alba Parietti: “Don Gallo, partigiano e servo degli ultimi” *
“Mi chiamo Alba perché Alba è stata la prima città liberata dal nazifascismo”. Così Alba Parietti esordisce nel suo intervento nell’ultima puntata di Servizio Pubblico. E rende un commosso tributo al padre: “Dopo di lui, ho conosciuto un uomo che fumava il sigaro e aveva una faccia da attore. Anche lui era stato partigiano, come mio padre, nome in codice Nan. La sua voce e il suo modo di fare erano seducenti. Con lui potevi parlare di qualsiasi cosa, non ti sentivi mai giudicata. La sua vita era piena di prostitute, di trans, di drogati. Viveva immerso nel popolo della notte. E anche io sentivo il bisogno di chiamarlo e gli parlavo al telefono per ore. Il giorno del suo funerale, fuori dalla chiesa, mentre si celebrava la messa, arrivava il coro di “Bella ciao”. Quell’uomo si chiamava don Andrea Gallo. Lui è stato un servo, un servo degli ultimi”
* Cliccare qui, di seguito, per il video dell’intervento completo: Il Fatto, 19 giugno 2015
«Per lui la Chiesa userà poco inchiostro»
di Antonio Mazzi (Corriere della Sera, 24 maggio 2013)
Caro direttore,
si è consumato anche il cuore di don Gallo. Uno alla volta ce ne stiamo andando senza chiasso e senza gloria. Dico «stiamo andando» perché, nel bene e nel male, faccio parte anch’io di quei pochi preti stimati più dai laici che dai cattolici. Le loro disobbedienze, il loro fuori «testo» hanno pesato e pesano molto di più dei rischi apostolici, delle appassionate e squilibrate scelte di campo per la difesa scriteriata degli ultimi e dei perdenti.
Noi siamo nati per camminare con Caino, per aspettare sull’uscio di casa il figliol prodigo, per cercare giorno e notte la pecorella smarrita. Noi siamo diventati grandi supplicando il Dio, del settanta volte sette, di lasciare qualche mese di ferie anche a Giuda. Esiste una categoria di persone che, se giudicate con il codice, con il testo dei comandamenti, non avranno mai speranza e collocazione dignitosa. Al massimo, secondo alcuni studiosi, moralisti, sociologi, meriterebbero l’alternativa al carcere e qualche programmino in comunità.
Tanti parleranno di lui perché, negli ultimi tempi, sono uscite biografie dell’uomo con il cappello e il sigaro. Il mondo ecclesiastico consumerà poco inchiostro. Per i funerali, come accade sempre, l’epigrafe sarà generosa.
Il papa Francesco diceva, qualche settimana fa, che vorrebbe un clero «con gli odori del gregge». Don Gallo questo odore lo spargeva in abbondanza, incurante di coloro che avevano rancurato (l’odore) e furbescamente raccolto in micro boccette «di elisir di pecora». Se lo spargevano (e se lo spargono) nei momenti giusti, nelle quantità giuste e nei luoghi adatti. La «tenuta» di questi profumi è sempre meno apprezzata e meno frequente. Aumentano invece, con abbondanza, i paludamenti da sinedrio, i discorsi da accademici e le analisi bibliche raffinate. Tanti sono i preti dispersi nelle università romane e rintanati nelle curie, nelle biblioteche e santuari. Questi preti la gente li capisce di più.
I don Gallo, invece, forse, verranno riconosciuti post mortem . Quando i ragionamenti scompariranno e riaffioreranno, invece, gli episodi eroici e profetici, carichi di altruismo, gratuità totale, misericordia radicale, tutto sarà più chiaro ed evangelico. Il cuore è un luogo senza regole, senza confini.
Il cuore osserva un solo comandamento: ama gli altri come te stesso, con la stessa «quantità» di amore con cui ama Dio. L’ha detto Cristo, l’ha detto Paolo, l’ha detto Francesco, l’ha detto Agostino. L’amore non fa peccati! Per don Gallo la paternità era legge, la parolaccia era carezza, la fede carnale, la speranza era Politica. Addio cappello sciupato: addio sigaro mai spento, addio parolaccia che affettava, come una lama affilatissima, l’egoismo, la borghesia e l’ipocrisia.
don Antonio Mazzi
“Corvi, Ior e potere
Povera Chiesa”
intervista a don Andrea Gallo,
a cura di Gianni Barbacetto (il Fatto Quotidiano, 18 agosto 2012)
“La mia non è una riflessione di gioia. Io mi sento dentro la Chiesa, e la vedo ridotta così”. Don Andrea Gallo pensa agli scandali del Vaticano, alla richiesta di rinvio a giudizio del maggiordomo del Papa. “Da 53 anni sono presbitero di questa Chiesa e oggi vedo la sede apostolica in difficoltà. Non ne sono contento. Sono triste, addolorato. Il Papa dovrebbe essere il centro della carità mondiale e invece è il centro di scandali, di contese, di corvi, di scontri attorno allo Ior, la banca del Vaticano. Un tempo la Chiesa era considerata una ‘comunità perfetta’, comunità di credenti al servizio della carità. Oggi appare un centro di potere attorno a cui si muovono gruppi come l’Opus Dei, Cl, i Legionari di Cristo...”.
La miccia che ha fatto scoppiare gli scandali sembra essere lo Ior, la banca del Vaticano : una banca offshore nel cuore di Roma.
Lo Ior era un centro di raccolta di fondi per la carità senza fine di lucro. Poi Papa Pacelli, nel 1942, in piena guerra mondiale, lo trasformò in una vera e propria banca. Ed è diventato un centro di potere. In passato ha avuto a che fare con Michele Sindona. Poi è stato diretto da Paul Marcinkus, che in Vaticano ha trovato riparo da tre mandati di cattura internazionali. Oggi lo Ior è oggetto di sospetti per la cacciata del suo presidente, Ettore Gotti Tedeschi, e per le accuse di riciclaggio per 20-23 milioni di euro. Il Papa personalmente ha incaricato della questione un cardinale che appartiene all’Opus Dei. Molte critiche sono state rivolte al cardinale Segretario di Stato. Dobbiamo tornare al messaggio evangelico, dobbiamo salvare la Chiesa che è anche la nostra Chiesa, questa Chiesa di cui mi dichiaro appartenente, con le sue luci e le sue ombre. La logica di potere pesa sulla Chiesa, in Vaticano e nella Cei, tra i vescovi italiani. Mentre Papa Gregorio si definiva “servus servorum Dei”, servo dei servi di Dio. La Chiesa deve avere non una logica di potere, ma di servizio.
L’unico “corvo”, il solo colpevole della fughe di notizie dal Vaticano è il maggiordomo del Papa...
Mai io mi chiedo: è mai possibile che un maggiordomo possa aver fatto tutto da solo? Può essere l’unico corvo, può aver organizzato lui la fuga di notizie e di documenti vaticani? Non credo. Dietro a un maggiordomo vedo figure più potenti, vedo cardinali, vedo lo scontro tra gruppi di potere, vedo l’Opus Dei, Cl, i Legionari di Cristo... Il linguaggio della Chiesa, dice il Vangelo, deve essere “sì, sì, no, no”. Invece nell’indagine sul maggiordomo del Papa ci sono oltre 40 omissis. Il popolo di Dio aspetta chiarezza. Ha il diritto di sapere che cosa è davvero successo. Mi pare che non gli abbiano neppure sospeso lo stipendio: il maggiordomo è un ostaggio e basta. Lui sta nell’anticamera, dietro di lui ci sono quelli, ben più potenti, che stanno nelle camere. Il suo è stato un arresto anomalo, un segnale alla segreteria di Stato”.
Padre Lombardi, il portavoce vaticano, sostiene che la stampa ha gettato fango sul Vaticano.
Ma è un’impalcatura che non sta in piedi. In questi scontri, i gruppi di potere del Vaticano si sono fatti male da soli. E allora ricordo che la Chiesa, la nostra Chiesa, è “semper reformanda”, come dice il Concilio, è gloriosa ma anche composta di peccatori che devono riconciliarsi davanti a Cristo e alla Croce. A dicembre dovremo ricordare i 50 anni del Concilio ecumenico Vaticano II. Con che coraggio celebreremo questo anniversario? Come ricorderemo il Concilio che ha detto che la Chiesa è una comunità di fedeli e di carità, e non di potere (Lumen Gentium)? E l’opzione per i poveri? E il primato della coscienza personale? Come faremo a parlare di “nuova evangelizzazione”?
Anche sul Concilio, dentro la Chiesa, ci sono giudizi molto diversi.
La scelta del Concilio ci deve portare alla globalizzazione della solidarietà, non ad accettare un mondo in cui i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Bisogna mettere in discussione il modello egemone di sviluppo, in vista di una solidarietà liberatrice. La Chiesa non può ridursi a una crociata sul testamento biologico, non può basare la fede sul solo principio d’autorità. È questa la fede? La diocesi di Genova nel 2011 non ha ordinato neppure un presbitero, nel 2012 uno solo. Vedo molti attorno a me che sono tentati dall’abbandono. Ma io dico no: non dobbiamo abbandonare la nostra Chiesa, dobbiamo salvare insieme la nostra barca che ci porta alla salvezza.
“Mi manca la Genova di De Andrè”
intervista a don Andrea Gallo a cura di Alain Elkann (La Stampa, 8 gennaio 2012)
Don Andrea Gallo ha appena pubblicato da Dalai Editore «Non uccidete il futuro dei giovani»: lei come ha celebrato l’ultimo Natale?
«Nella chiesina di Genova, che è accanto al luogo in cui è nata la prima delle nostre dieci comunità: tutti sanno che la porta, che è di solito è sempre aperta, a Natale è spalancata. Chiunque può venire a mangiare, a cantare, a ballare. Sono vecchio e mi vergogno che siano triplicati i pranzi per i poveri e allora mi esprimo come prete cattolico: a 17 anni e tre mesi partecipai alla nascita della democrazia. Non voglio che la democrazia venga meno, che il più forte debba avere sempre ragione e che il concetto di eguaglianza cada nel vuoto».
In realtà cosa rappresenta per lei il Natale?
«Mi fa pensare ad un amico del 1928 come me che a 16 anni fu trascinato a Buchenwald: lui è sopravvissuto come il fratello, mentre tutta la sua famiglia è morta ad Auschwitz».
Si può dire che il suo libro rappresenti un grido di indignazione?
«Sono stato educato dal regime clerico-fascista che aveva cancellato la parola democrazia. Ero un marinaio e mi furono inculcati stupidi ideali. Dopo l’8 settembre mio fratello, che aveva fatto la guerra in Russia, ritornò a Genova, e mia madre gli chiese: “Dino, cosa hai deciso di fare?”. Così a 17 anni mi ritrovai con lui catapultato in una brigata partigiana. Ho visto nascere la Costituzione, poi c’è stato l’incontro con i salesiani. Sono rimasto colpito da Don Piero Doveri, un pisano che poi diventò direttore a Il Cairo, il quale mi diede da leggere il libro di Don Bosco. Ne fui illuminato».
Lei ha sempre vissuto in mezzo ai giovani...
«La nostra comunità di San Benedetto al Porto ha compiuto 41 anni. Abbiamo fatto conquiste importanti, però continuo a vedere i giovani abbandonati: basta considerare la situazione della scuola e delle comunità che non hanno più una lira. Durante il G8 del 2001 vennero a trovarmi, in due giorni diversi, altrettanti registi: Monicelli e Scola. Ed entrambi mi chiesero la stessa cosa: “Riusciremo all’inizio del Terzo Millennio a sradicare dai più giovani l’assenza di futuro?”. Risposi che avevo visto nella bacheca del nostro centro questa frase: “Il male grida forte, non ci abbandonate”. Qualche giorno dopo vidi una risposta scritta con caratteri molto più grandi: “Ma la speranza in un mondo migliore grida più forte”.
E ora cosa accade?
«Stanno tagliando i ricercatori, i musicisti e i giovani laureati devono andare all’estero, ma io a 83 anni e mezzo ho ancora fiducia nei giovani. A Genova ne ho visto a centinaia spalare spontaneamente il fango durante l’alluvione».
I giovanissimi si organizzano, si muovono, e lei nel suo libro parla di indifferenza: chi sono gli indifferenti?
«Sono i garantiti. La società dei consumi ha provocato tutto ciò. Quando il cardinale Tettamanzi mi ha detto che i vizi capitali erano sette, gli ho risposto che bisogna aggiungerne un ottavo, l’indifferenza. Che vuol dire avere paura dell’altro, rifiutare l’incontro».
Secondo lei, i giovani stanno abbandonando la Chiesa?
«C’è un grande allontanamento. La Chiesa si illude perché ci sono i papaboys o i grandi raduni internazionali. Penso che si possa insegnare la morale cattolica, ma occorra lasciare libertà di scelta».
La qualità della scuola è peggiorata?
«Ho insegnato per 20 anni dai Salesiani, ma la riforma non è mai avvenuta. Ora si tagliano i fondi dovunque. Maestre e maestri d’asilo perdono il posto. Il personale para-scolastico è stato ridotto, non ci sono mense. Non c’è altro da aggiungere».
E le carceri?
«Sono superaffollate e peggio della tortura. Certo, il Papa che va a Rebibbia è un segnale importante. Ma chi è l’unico vincente nell’orrore del mondo della droga? La mafia, che uccide i giovani con la droga».
Anche i matrimoni sono in calo?
«Non ci si sposa perché non ci sono i soldi e si perde il lavoro. Per formare una famiglia ci vuole un minimo di tranquillità economica. La Chiesa dice: “Le famiglie, le famiglie, le famiglie”. Ma il punto centrale è nel discorso del presidente Monti al Senato, quando ha ribadito l’importanza dei giovani e delle donne».
Ha nostalgia di Fabrizio De Andrè?
«Certo che sì. Mi ricordo Fabrizio come un poeta. Ero molto legato a Fernanda Pivano, e lei a Fabrizio. La sua era una voce che si ispirava agli umili. Era anticapitalista e nutriva un profondo sentimento anarchico, ma non era affatto un bombarolo».
Anche lei si considera anarchico?
«Anni fa, ad un “Maurizio Costanzo Show”, era presente con me un grande regista argentino che difendeva l’America Latina e che si disse “Angelicamente anarchico”. Ed io in quell’occasione pensai: “Questa definizione fa anche il caso mio».
Il compleanno ribelle di don Gallo
di Pino Giglioli (il Fatto Quotidiano, 20 luglio 2011)
“Lunico che non mi ha fatto gli auguri è il mio Vescovo”, butta lì don Andrea Gallo. Ma il silenzio di Angelo Bagnasco lunedì sera è stato compensato dai duemila che hanno riempito come un uovo il Palacep. Non un luogo casuale: per festeggiare i suoi 83 don Gallo è salito in questo simbolo di degrado che racconta come sia possibile rinascere.
Senza troppi aiuti, con l’orgoglio di cittadini. Grazie a Carlo Besana, farmacista brianzolo portato al Cep dal destino, che insieme alla gente ha ricostruito il quartiere. Non le torri di cemento anni Settanta, ma lo spirito degli abitanti. Un esperimento raro (Il Fatto Quotidiano ne ha parlato nella rubrica “L’Italia che va”) che continua. L’ultimo capitolo è il Palacep, teatro coperto in un piazzale dove un tempo i genovesi non osavano metter piede. Lunedì sera erano in tanti, stipati. Per festeggiare don Gallo con i suoi amici. Nomi noti: da Moni Ovadia al genovese Gino Paoli, passando per Dario Fo e Piero Gasperini (allenatore dell’Inter) collegati da Milano. La gloria del basket Mauro Cerioni. C’era anche Il Fatto, in forze, con il direttore Antonio Padellaro, Marco Travaglio, Cinzia Monteverdi e Ferruccio Sansa. Poi Loris Mazzetti, giornalista “controcorrente” Rai, Enzo Costa, giornalista e blogger, che traccia folgoranti “vignette” di parole su Repubblica.
OSPITI VENUTI da lontano, politici - il sindaco Marta Vincenzi, il presidente della Regione, Claudio Burlando, l’assessore Andrea Ranieri, i senatori Roberta Pinotti (Pd) ed Enrico Musso (Pdl, lontano da Silvio Berlusconi) - ma anche gli amici di sempre, i volti della Comunità di San Benedetto al Porto, dove la porta di legno è sempre aperta a chi ha bisogno. Certo per Luca Montese, il presentatore (anima di uno dei comitati della zona), è stato un lavoraccio, mettere insieme premi Nobel e ragazzi del quartiere, ma soprattutto lui: il don, incontenibile, che saliva e scendeva dal palco con piglio da attore consumato. E a tutti dedicava una parola, un ricordo.
NON UNO spettacolo, ma il racconto della vita di un uomo, per aneddoti, battute; perfino barzellette, con Berlusconi non narratore ma “vittima”. Nello spirito di don Gallo, che non fa sconti, ma non condanna davvero nessuno. È uno dei suoi segreti: ribelle per chiedere il rispetto delle regole, della legge come del Vangelo. Si parte alle 21, cantano il Liù Ensemble, il Coro Daneo. Don Gallo gioca a basket con le ragazze della squadra del Cep (e fa canestro). Poi, sigaro in bocca, duetta con Fo.
È un fuoco d’artificio. Ecco Padellaro e una domanda a bruciapelo al prete scomodo: “Quando saranno cacciati i mercanti dal tempio come chiede Gesù?”. Un accenno alla Chiesa, alla politica troppo attente agli affari. Poi Travaglio che spara a zero sulla Casta: “Un immigrato che arriva qui non capisce, dicono che non rispetta la legge se mette un piede sulla spiaggia. Poi quelli che fanno le leggi sono i primi a non rispettarle. Con reati veri”. Stilettate a maggioranza e opposizione, i visi dei politici si allungano, le mani immobili in grembo, zero applausi. Ci pensa la folla: due minuti. Per il sindaco Vincenzi applausi ma anche fischi: “Non sono credente, non sono più comunista. Don... mi perdoni?”.
Moni Ovadia legge le parole di don Cesare Mazzolari, il vescovo missionario morto il 16 luglio che salvava i bambini soldato e comprava gli schiavi per liberarli. Poi piomba don Andrea con Omar Taiebi, responsabile della Comunità Islamica del Cep. “Un cattolico, un ebreo, un musulmano insieme. Evviva” urla il pubblico. Tocca a Gino Paoli. Un duetto con Moni Ovadia per l’"Happy Birthday" collettivo, poi si fa sul serio: "Bella Ciao" con Moni Ovadia e Don Gallo. Arriva la torta, tutti a cantare “Sapore di mare”, quel mare che si vede anche da qui, dalle torri di cemento del Cep.
“L’agitazione è cominciata”
intervista ad Andrea Gallo
a cura di Sandra Amurri (il Fatto Quotidiano, 27 maggio 2011)
Di fronte alla crisi che ha travolto i cantieri navali di Genova e di Castellammare di Stabia, ai dati Inps che forniscono un quadro a tinte fosche della povertà che al Meridione diventa rivolta, il presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, monsignor Giancarlo Bregantini parla di esplosione della povertà: “Quanto sta avvenendo è come la mano di Dio che ci avverte: prepariamoci alla collera dei poveri”. E aggiunge: “La forza della rivolta al Sud accompagnata dalla violenza è il simbolo di una rabbia che c’è nel cuore della gente e che non è più contenibile”.
La disuguaglianza sociale aumenta a dismisura: sempre più persone vivono con 16 euro al giorno, quanto offrono le pensioni sociali, cioè 500 euro al mese. L’80 per cento delle pensioni non raggiunge i mille euro. Poveri e impoveriti che resistono per esistere. Come direbbe Jean de La Fontaine: “Uno stomaco affamato non ha orecchie per sentire”.
Don Gallo lei è un prete che vede Dio soprattutto negli uomini che soffrono. Di chi è la responsabilità di questa Italia che il cardinale Tettamanzi definisce “malata come lo era Milano ai tempi di San Carlo e della peste”?
Ieri hanno parlato Confindustria e la Chiesa. Cioè i responsabili di questa miseria che ha sempre gli stessi volti: lavoratori e le loro famiglie, i loro figli, gli anziani, i diversi. Perché non fate i vostri nomi e cognomi e non dite quali pensioni avete? Io, don Andrea Gallo vivo con meno di mille euro al mese. Ecco qua! La Chiesa ha le sue responsabilità, da 20 anni sostiene Berlusconi, il berlusconismo, il ciellismo ecc. La Compagnia delle Opere fattura 74 miliardi l’anno. È stata la rovina dei servizi sociali con la pretesa di avere la tutela del cittadino. La tutela del cittadino è pubblica, dice la Costituzione.
E dunque?
La diga sta per crollare nella deriva della depressione che si accompagna alla povertà e all’emarginazione. Questa, per dirla con il mio amico Marco Revelli, si chiama “Guerra orizzontale”: scontro di poveri contro i poveri. L’impoverimento produce rancore, l’intolleranza fa crescere la criminalità. Basterebbe scrivere all’apice dell’agenda politica: redistribuzione delle ricchezze. Ma non c’è traccia nell’agenda della maggioranza e neppure in quella di tanti parlamentari di centrosinistra. A Piazza De Ferrari, uno dei luoghi simbolo di Genova, ieri a mezzanotte c’erano 2 o 3 mila giovani che tenevano un cartello: “Mamma stasera dormo fuori”. Un bel messaggio! Sessanta mila laureati all’anno vanno via dall’Italia. Ma sento che sta nascendo una nuova cultura, un nuovo stile di vita e di pensiero. I cuori, le menti si stanno agitando. A Milano il vento soffia forte.
Un vento che fa agitare le coscienze come foglie sugli alberi...
“Agitatevi!”, fu il grido di Antonio Gramsci nel 1919. Giovani, organizzatevi perché i cortei non finiscono al tramonto. Abbiamo bisogno della vostra forza. Studiate, abbiamo bisogno di cultura sul tema dell’acqua, del nucleare, dei migranti. Agitatevi! Abbiamo bisogno del vostro entusiasmo e non di persone “inattive”, come dice Revelli. La politica ha paura dell’autogestione. A Schio la giunta di centro-sinistra ha assegnato ai giovani un magazzino a 1.000 euro al mese, pensa che roba!
“Agitatevi!”. Un grido che è soprattutto per la mia Chiesa che deve finirla con l’arroganza. La Chiesa deve solo accogliere, ascoltare il dialogo, non giudicare. La Chiesa deve essere in prima fila, dare la parola ai diversi, al precario. Dare voce ai disoccupati, ai pensionati, ai migranti.
A un alto prelato che le chiese “Quanti sono i vizi capitali?” rispose 8, perché si deve aggiungere l’indifferenza. Occorre dismettere quell’espressione di disincanto che si legge negli occhi?
Bisogna lottare contro l’indifferenza. Non è veramente un’eccellenza un cantiere navale come quello di Genova che ha oltre cent’anni? Arriva questo schiaffo dei licenziamenti e ti aspetti di ascoltare e vedere la rabbia di 200 mila persone. Invece eravamo in mille a protestare. In questi ultimi 20 anni è nata la società delle spettanze dell’apparire, dell’appropriarsi. I nostri cuori si sono addormentati e le nostre coscienze disgregate. Siamo diventati tutti “berlusconiati ciellinati”. Stanno distruggendo la Costituzione. E la gente è indifferente. Nel 1994 Dossetti lascia l’eremo e gira l’Italia per ricostruire i comitati in difesa della Costituzione. La crisi non è politica, è una crisi di sistema di lunga durata.
Dio benedica don Gallo
di Bruno Gambardella *
Venerdì sera, dopo tanto tempo, ho avuto occasione di seguire in televisione su La7 Le invasione barbariche, il programma di Daria Bignardi che molti commentatori trovano un po’ troppo radicalchic, un salotto buono della sinistra ricca, elegante e paciona. Non so quanto siano ingenerose (o invidiose) certe critiche: a me il programma piace anche perché ospita spesso personaggi che non trovano quasi mai spazio nei programmi d’informazione più tradizionali.
Ho potuto ascoltare dopo un bel po’ di tempo don Gallo, uno dei pochi preti che mi fanno quasi arrossire per il mio acceso anticlericalismo. Don Andrea, a dire il vero, del prete cattolico "tradizionale" ha ben poco. Se pensiamo a quei sacerdoti arraffoni e affaristi che popolano il nostro Paese, tutti presi a fare la morale agli altri parlando da un pulpito personale fondato su ipocrisia e menzogna, l’uomo che di notte gira nei vicoli di Genova per tendere una mano a quelli che per altri sono rifiuti della società appare decisamente fatto di tutt’altra pasta.
Avevo comprato qualche mese fa il suo libro (Sono venuto per servire) e l’avevo letto tutto in poche ore, letteralmente preso dalla storia di quest’uomo che chiama i suoi ragazzi "drogati di merda" ma che poi li aiuta a ritrovare la dignità perduta e persino un lavoro. Vederlo e ascoltarlo però, sinceramente, fa tutto un altro effetto. Le sue parole, scandite con il tipico accento genovese, aprivano squarci nel cuore di chi, come me, non ama il cattolicesimo romano e i suoi vertici. Sentire dire a don Andrea "Io amo la mia chiesa, è casa mia, ma io devo portare il messaggio evangelico agli ultimi" mi ha fatto riflettere sulla possibilità che ci sia ancora qualcuno che, andando oltre il disgusto o la sofferenza per le incrostazioni del potere che soffocano il Vaticano, riusce a portare Cristo ai disperati pur continuando a sentirsi parte di quella comunità.
E’ stato commovente il ricordo di monsignor Romero, il vescovo di El Salvador ucciso dagli squadroni della morte fascisti mentre celebrava la messa in cattedrale. Don Gallo parteciperà alla celebrazione della beatificazione di Giovanni Paolo II solo se, contemporaneamente, sarà conclusa la procedura per innalzare alla gloria degli altari anche il vescovo che si era schierato con i poveri e aveva denunciato i loro aguzzini.
Avendo già letto il libro non mi hanno sorpreso le parole spese da don Andrea a difesa della Costituzione repubblicana, un testo che, come cittadino di uno stato laico, egli considera ancora più importante del Vangelo. Solo ascoltandolo, però, ho potuto percepire con nettezza l’amore per la libertà di coscienza, il desiderio di una maggiore giustizia sociale, la voglia di combattere ancora perché il testo base della nostra democrazia torni ad essere carne e sangue dell’Italia intera. La sua forza e il suo coraggio hanno lasciato il segno. In conclusione ha ricordato quel celebre verso del poeta-cantautore genovese Fabrizio De André: dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior..
Uno come me ,che la pensa in un certo modo, dopo quei pochi minuti di intervista, ha potuto ritrovare una qualche fiducia negli uomini (persino in quelli che indossano un abito talare) e, con emozione, ha pensato: don Andrea, che Dio ti benedica!
* Il Dialogo, Domenica 03 Aprile,2011 Ore: 00:51: www.ildialogo.org
Don Gallo e suoi primi cinquant’anni di... messe
di Filippo Gentiloni (il manifesto, 31 gennaio 2010)
Da salesiano festeggia i suoi 50 anni di messe oggi con una celebrazione nella chiesa di Don Bosco a Sampierdarena («è da qui che son partito») e domani con un’altra messa e una festa in piazza al Carmine per ricordare 39 anni esatti dell’insurrezione del quartiere contro il cardinale Siri che aveva deciso che quel viceparroco troppo comunista andava tolto di lì. Ne nacque anche una canzone che ora gira in rete «Mi hanno rubato il prete». Stiamo parlando di Don Andrea Gallo, 81 anni il prossimo 18 luglio, fondatore della Comunità di San Benedetto.
A Sampierdarena ci sarà anche monsignor Luigi Bettazzi, vescovo del Concilio Vaticano II, altro prete anomalo. Per dargli il permesso di venire pare che la chiesa ci abbia messo qualche settimana. Ma la festa si farà e Don Gallo ha promesso di parlar poco e far sentire invece i suoi ragazzi, quelli vissuti nella comunità, quelli che hanno bussato alla porta di Mura degli zingari, i mille incontri di tanti anni passati a occuparsi degli ultimi, come ripete spesso: «Sarà un incontro dedicato a un cammino iniziato nel ’65 nei salesiani di don Bosco quando fui accolto dalla diocesi di Genova. Sarà ripercorrere una storia d’amicizia, ricordare che siamo un’assemblea che vuole tenere le porte aperte a chi è in difficoltà, a chi non ha casa, a chi si sente perduto. La nostra è una comunità di base ecclesiale in comunione col vescovo».
Don Gallo alle sue messe invita tutti, atei compresi, come tanti ne entrano nelle sue messe domenicali celebrate col «permesso» del parroco di San Benedetto: «Vengano credenti e non credenti, siamo un popolo di Dio che si vuole sporcare le mani» - spiega mescolando come sempre cronaca ed evangelizzazione. «Vogliamo essere attenti ai diritti di tutti, ripartendo dagli ultimi. E vogliamo parlare di Concilio Vaticano II mica perché abbiamo nostalgia del passato, ma per ribadire che il Concilio è continuità della tradizione, una tradizione che non è ripetizione ma che si vuole nutrire dei bisogni e delle speranze dell’uomo contemporaneo. Per questo Roncalli parlava di perenne giovinezza della chiesa. Per questo la comunità sarà il 4 febbraio col Dal Molin a Vicenza, per questo partecipiamo alle lotte contro la privatizzazione dell’acqua e siamo contro ogni xenofobia, razzismo, omofobia».
Per la festa del Carmine («ci vado anch’io, ho abitato là» confessa Amanzio Pezzolo un vecchio camallo, a lungo viceconsole della Compagnia unica quando si chiamava Culmv) la gente del quartiere ha rispolverato anche una rassegna di foto dell’occupazione della chiesa l’1 e 2 luglio ’70 quando Don Gallo fu cacciato dopo cinque anni di onorato servizio. Era arrivato nel dicembre del ’65. L’incarico alternativo affidatogli dalla curia fu l’isola di Capraia, lui rifiutò e se ne tornò dai suoi genitori a Certosa. Poi l’8 dicembre del ’70 finì che lo nominarono «cappellano feriale e festivo nella chiesa di San Benedetto e impiegato a tempo ridotto alla Caritas, dalle 15 alle 18», come ricorda ancora in questi giorni quasi con divertimento.
Caro Federico, io esprimerei invece la mia piena solidarietà a Ruini, Casini, Pera, Alemanno, Storace e Buttiglione, denunciati da un comitato a favore dell’abrograzione della legge 40 .
A questo proposito, riporto parzialmente l’articolo a riguardo, apparso su www.profeta.it
"Sembra uscita dal libro delle follie del terzo millenio : invece è una assurda vicenda che capita proprio in Italia.
Il comitato "Libertà e ricerca" ha denunciato, il 3 giusgno u.s., il Cardinale Camillo Ruini, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, i presidenti di Camera e Senato, Pier Ferdinando Casini e Marcello Pera, e i Ministri della Cultura Rocco Buttiglione, dei Rapporti col Parlamento Carlo Giovanardi, delle Attività Agricole e Forestali Gianni Alemanno e della Salute Francesco Storace.
Questo perchè, secondo il comitato, avrebbero violato l’articolo 98 del testo unico delle leggi elettorali e agli articoli 51 della legge n. 352/1970 e 98 del t.u. per l’elezione della Camera dei deputati.
In pratica al comitato non sta bene che questi illustri personaggi, in un Italia libera, abbiano liberamente espresso un proprio giudizio su un referendum e abbiano invitato ( quindi al massimo hanno fatto propaganda ! ) i cittadini ad astenersi dal voto.
Indubbiamente in Italia accade un fenomeno che abbiamo spesso sottolineato : c’è una parte "politica" e "politicizzata" che non sopporta, o mal lo fa, chi non condivide le sue opinioni. Va tutto bene fino a quando si dice e si fa quello che dicono e fanno loro. Altrimenti si arrivano anche ad assurdità del genere.
La stessa Chiesa che si tentatava di strumentalizzare non molto tempo fa per la guerra in Iraq ed era comoda e osannata alleata, oggi invece è invisa e attaccata solo perchè ha liberamente espresso la sua opinione.
Figuriamoci poi se i vertici delle nostre istituzioni , il Presidente dei Vescovi, e i ministri del nostro Stato si lasceranno intimorire e imbavagliare da queste iniziative che francamente prima ci potevano far sorridere, ma poi ci inducono a piangere per il concetto di democrazia che alcuni signori hanno.
Figuriamoci se la Chiesa, che ha generato martiri, si lascerà intimorire da iniziative del genere che oltremodo anche giuridicamente sono fuori da ogni tracciato legale.
Ma forse ci sono anche motivi economici : difatti se i referendum non raggiungeranno il quorum necessario stabilito, i promotori NON saranno rimborsati delle spese sostenute. E questo preoccupa, visto che gli ultimi sondaggi danno quasi per sicuro che non si raggiungerà che un misero 35 % di votanti.
Al Presidente dei Vescovi italiani Card. Camillo Ruini , ai Presidenti Pera e Casini, ai Ministri della Repubblica Italaiana Storace, Alemanno, Buttiglione va il nostro ringraziamento per aver espresso liberamente il proprio pensiero avvalorando che la nostra Repubblica è fondata sulla libertà e sulla democrazia, esprimiamo la nostra solidarietà e sosteniamo le loro idee per l’astensione dal voto nei prossimi referendum.
E se denunceranno anche noi saremo ben lieti di condividere l’arena del Colosseo ...in difesa della nostra fede, della nostra libertà, della nostra democrazia."
Saluti cordiali. Biasi
Perchè mai la gerarchia della Chiesa dovrebbe aver paura ? E di chi poi? La paura è di chi ha proposto questo referendum e che vede nell’astensionismo la propria sconfitta !! Siamo seri e diciamo le cose come stanno: in questo caso (sconfitta, oramai scontata, a quanto pare) avranno buttato al vento 700 miliardi delle vecchie lire . Alla faccia dei derelitti e degli emarginati di don Gallo...
Sempre con stima per chi la pensa diversamente. Biasi
Ciao Federico, è sempre un piacere leggerti.
Ieri, seguendo l’ennesimo dibattito (Porta a Porta) su questo "benedetto" referendum, ho capito che oramai la confusione regna sovrana ! E allora perchè andare a votare per una cosa che non si capisce? E poi, tanto per avere le idee più chiare, in campo politico troviamo un Rutelli a favore dell’astensionismo e un Fini contro.
L’Italia si desta ?? Ma quando mai !!! All’estero, dove io risiedo, facciamo veramente ridere i polli !! Siete tutti politicizzati, scrivete e parlate come tanti automi, sempre con ’sta politica fra le scatole !! E rilassatevi un pochino, camomillatevi..e chi contro il papa, e chi contro il cardinale, e chi contro berlusconi, e chi contro bertinotti..DIMENTICANDO COSÌ I PROBLEMI VERI DELLA GENTE! Per non parlare del paese in cui tu vivi, dove per allontanare un paio di metri quadri di eternit avete disturbato anche quel "Sant’uomo di Vattimo", impegnato in una delle sue famose interviste. Bastava rivolgersi ad una ditta specializzata e con qualche centinaia di euro il problema era risolto..
Ma i galli, a San Giovanni in Fiore, cantano ancora ??
Saluti e con tanta simpatia. Biasi
Caro Federico, volevo amichevolmente invitarti a non continuare a mistificare la realtà. Con le tue "mammesantissime", le tue accuse infamanti verso le Istituzioni, verso la Chiesa, verso il vecchio e il nuovo Papa (ricorda che lo stesso Don Gallo aderì all’età di 15 anni al fascismo !), con il tuo patetico anti-americanismo (che denuncia una scarsa conoscenza della storia degli USA) , con le tue tesi alla Dan Brown, non andrai molto avanti..
Da una persona intelligente e preparata, come penso tu sia, mi sarei apettato un atteggiamento diverso, di dialogo, di analisi profonda e serena della realtà in cui viviamo.
Se vuoi continuare a farneticare, fai pure, ma ricorda che è buona educazione e segno di civiltà, non offendere chi la pensa diversamente e soprattutto chi crede profondamente nel Magistero della Chiesa e nei suoi Ministri.
Sempre con sincera amicizia e stima. Biasi
RIFLETTERE, RIFLETTERE: FARNe ETICA !!! FARNe ETICA e aZIONE !!!
Caro Biasi a ciascuno secondo la sua capienza e la sua sapienza - senza nessuna (ripeto!) offesa: io so da dove vengo e dove vado... Se tu delle mie note non sai ... FARn ETICA per la riflessione e l’aZIONE, che vuoi da me?! Non sai da dove vengo o dove vado e, per giunta, non ascolti e ridici sempre le stesse cose!!! Che devo dirti?! Che ognuno vada per la sua strada. Se non vuoi seguire il "Dio" (l’Amore) di ’Maria’ e ’Giuseppe’, segui quello a cui tu "credi profondamente".... non c’è alcun problema! Se hai una buona guida, ascoltala: Non curarti di me - ma guarda e passa!!! Ad ogni modo, dell’attenzione fin qui prestata, ti ringrazio ... e ti auguro buon viaggio!!! Con stima, i miei più cordiali saluti. Federico La Sala
Caro Federico, iniziamo allora a riflettere seriamente.. Come mai tre persone su quattro hanno accolto l’invito del Cardinale Ruini a non recarsi a votare ??
Saluti. Biasi
Caro Federico, perchè c’è qualcuno che ti ha capito ? Oltre alle solite accuse contro alcuni politici della maggioranza, contro il Vaticano, e alcune tue affermazioni indecifrabili ( vedi Amore di Maria e Giuseppe)non vai..Cosa dovrei capire ? Che il mio paese è un disastro ? Ti ringraziamo del tuo ottimismo a proposito, ma purtroppo l’aria di san Giovanni in Fiore non è così salubre come tu pensi e la rinascita: lontana anni luce !
Dovresti essere più concreto e portare nuove idee, nuove visioni, nuovi progetti. Le tue belle parole e le tue invettive lasciano il tempo che trovano. È questo ciò che volevo dirti, sinceramente e amichevolmente. Ti stimo molto, anche se le tue idee non combaciano con le mie (ma potrebbero avvicinarsi, se tu smussassi i tuoi estremismi), perchè hai a cuore le sorti del mio paese e hai capito che il futuro di San Giovanni in Fiore è legato ai suoi giovani. Su quest’ultimi bisogna puntare, scommettere. Purtroppo, la scelta di Vattimo per il paese non è stata, secondo il mio modesto parere, la più felice. Non abbiamo bisogno di altri seminatori di zizzanie, ma di buoni mietitori.
Sempre con profonda stima, ti saluto. Biasi
Caro Federico, hai introdotto la figura di Gioacchino, una figura di non facile interpretazione. Conoscendoti, oramai, posso immaginare la lettura che ne hai fatto, dell’ abate calabrese "di spirito profetico donato" (*rido*). Una persona che cita i libri di Dan Brown, cerca l’effetto, la notizia, lo scoop, lo "scandalo".
Dalla mia lettura, il mio compaesano illustre, aveva ragione nel profetizzare una nuova Chiesa tutta spirituale, tollerante,libera ed ecumenica, che prendesse il posto della vecchia Chiesa dogmatica, gerarchica, materialista. Nel Concilio Vaticano II, questo gioachismo, cosidetto cattolico, ha trionfato facendo leva sul Papa buono. Ora siamo sulla buona strada..La figura del Grande Karol prima e del "pastore tedesco" (come tu lo nomini) oggi, testimoniano e testimonieranno l’introduzione dell’umanità nell’età dello Spirito Santo.
Se vogliamo costruire veramente una Chiesa nuova, la Chiesa del futuro, non dobbiamo e non possiamo certamente affidarci a quei teorici del "Gott ist tot" oppure a quei teologi della liberazione, nei quali si ravede un certo giachimismo non ben precisato, che sfugge al controllo di un’analisi profonda.
È questo, secondo me, il contesto in cui tu, il direttore Emiliano Morrone e il gruppo di giovani compaesani, formatosi intorno alla figura del filosofo venuto da Torino, si muove.
Grazie comunque al direttore, che ci permette questo dialogo a distanza (anche se, come puoi purtroppo notare, siamo sempre noi due a riempire qualche spazio in questo sito).
La rinascita di San Giovanni in Fiore è, per me, sempre lontana (salvo miracoli!), ma se i sangiovannesi fossero ottimisti come te, caro Federico, l’alba del riscatto sembrerebbe molto più vicina.
Sempre con simpatia. Saluti fraterni. Biasi
PER UN MONOTEISMO NON-EDIPICO... SULLA STRADA DI GIOACCHINO E DANTE (in compagnia di Marx, Nietzsche, e Freud !!!).
Fox non è Lutero e Ratzinger ... non ha sbagliato!!! 95 TESI ? FORSE NE BASTA UNA SOLA! Una breve considerazione di Federico La Sala (www.ildialogo.org/filosofia)
Caro Direttore.... Caro BIASI
A proposito delle 95 TESI ( Matthew Fox, “95 tesi sulla porta della cattedrale di Wittenberg. Di nuovo!”, Adista, n. 46 del 18 giugno 2005: www.ildialogo.org/Ratzinger/tesi95nuove16062005.htm) ..... devo dire che il sogno-desiderio di Fox di ottenere lo stesso effetto di Lutero è totalmente campato in aria!!! Proprio il primo punto non quadra: denuncia una cecità politica e teologica, che non ha niente a che fare (a mio parere) né con Lutero .... e nemmeno con la stessa Chiesa Cattolica (al di là delle critiche) dello stesso Papa ‘Ratzinger’. Eccolo: "1. Dio è Madre e Padre". Fox, Chi ha ‘dimenticato’ o addirittura ha ‘ucciso’? Fox, fin dal principio, ha tolto di mezzo ... il Principio, proprio Dio - lo Spirito Santo!!! Attenzione: Dio non solo è Madre e Padre, ma è anche e soprattuttoDio stesso! Non c’è alcun Dio, se non Dio!!! Con i Due, manca il Terzo, che - in verità - è il Primo. Questo ci ha detto Gesù, il Figlio: il Padre è lo Spirito Santo, l’Amore che unisce i Due, li eleva e li costituisce in Madre e Padre, che danno vita al Figlio, che è il quarto.... E ogni cristiano e cristiana su di sé, nel farsi il segno della croce (che noi stessi e noi stesse siamo: prendi la tua croce e seguimi... sulla strada del Padre Nostro, Amore) dovrebbe saperlo. A partire da se stesso e da se stessa, chi lo fa - il segno di “croce”! - ricorda e dice a se stesso e a se stessa che è rinato e rinata nello spirito dell’Amore (non del Cristo di Bush, né di papa Benedetto XVI, ... né di nessun altro!!!): In Nome del Padre, in nome del Figlio (che è qui e ora testimonia la realtà, la vita e la verità, dell’unione del padre e della madre - dx e sx del proprio corpo), lo Spirito Santo - Amore...è! Così sia ... e così è!
A mio modesto parere, credo che affermare “io, dall’Amore di D(ue)IO ... e non li dimentico” sia più rispondente all’antropologia (biblica e umana, in generale), alla tradizione dei nostri padri e delle nostre madri, alla Lingua d’Amore.... e alla nostra stessa Costituzione Italiana (non di quella della edipica-dogmatica della chiesa cattolico-romana!!!). Voi siete dei: io divento e sono un ’dio’, che solo nell’incontro, nel riconoscimento, e nel dialogo con un altro ’dio’ o un’altra ’dio’, diventiamo e divento, siamo e sono, Uno con l’Amore, lo Spirito Santo, il Padre Mio - e Nostro! Questa è la Legge, e questo il grande comandamento di Gesù (non del papa del IV sec. d. C. - papa Benedetto XVI): “"Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?". Costui rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso". E Gesù: "Hai risposto bene; fa questo e vivrai"”(Luca: 10, 26-28) - invitando così (come si può notare) a non cancellare né "Dio", né "il prossimo", e né "te stesso"!!!
L’Amore non separa né alza ponti levatoi o steccati. Né il Padre, né la Madre, e neppure il Figlio o la Figlia, o, che è lo stesso e come vuole Fox, “Madre e Padre” è Dio. Michele, l’arcangelo Michele, sta lì a ricordarcelo da sempre!!! Il suo Nome è un Urlo che risuona dall’inizio e per tutta la storia e giunge fino al cuore del nostro stesso presente: Chi è come Dio?! (questo significa il suo Nome!). Chi pretende di esserlo, fosse pure il Santo Padre, ... la Santa Madre, o la Santa Figlia o il Santo Figlio, è solo un povero Lucifero - o, se “madre e padre”, ... due poveri diavoli. L’Amore, questo vuol dire Amore, significa che il ’cerchio’ non si chiude né può chiudersi mai - ad opera di nessuno e intorno a nessuno (fosse uno, fossero due, o fossero diecimila - la ’società’ in cui regna Amore è ‘aperta’ - questo né Popper né tantomeno Pera lo sa!!!), diversamente è la ricaduta nell’orizzonte pre-evangelico, greco-romano o ... new age, e sempre fuori dalla grazia di Dio, dell’Unico Sole, dall’Amore stesso!
Lutero lo sapeva: solo Dio salva! E, del resto, non è questo anche il senso di tutta la buona novella? Preceduto da Socrate, Gesù l’aveva ripetuto, chiarito e detto senza mezzi termini - contro ogni tentazione: solo Dio è buono!!! L’evangelista Giovanni cosa scrive? La Luce, l’Amore .... accoglierLa, accoglierLo! Di questo esser capaci, tutti e tutte - al di là di ogni “platonismo per il popolo” e di ogni ‘cattolicesimo’ di parte!!! Questo è il problema: avere il coraggio di aprire gli occhi, di vedere, di assaggiare - sì, anche di assaggiare! "Sapere aude!": a questo invitava il vecchio ’cinese’ di Koenigsberg! Egli la sapeva lunga e non cedette mai alle lusinghe né del materialismo né dell’idealismo né del relativismo né dello scetticismo .....né ai sogni di un visionario dell’epoca. Egli sapeva della "grande luce": l’aveva vista e aveva capito! Perciò esortava: abbi il coraggio di sapere (di servirsi della propria intelligenza, per conoscere e ...assaggiare!) - abbiate il coraggio, non abbiate paura!!! Altro che astenersi! Ma da che?! Dal dialogo, dall’amore, e dalla conoscenza?! Mah !!! L’unica cosa da fare è proprio quella di aprire di più e meglio gli occhi, tutti e due! - e deciderci ad accogliere la luce che viene da fuori e da dentro di noi stessi..... dall’altro e dall’altra, da noi stessi - tutti e tutte, non da Mammona o da Baal-lone. L’Unico nostro "Padre" - l’unico Solo, l’Amore di D(ue)IO... indica e mostra chi siamo e chi possiamo diventare: figli e figlie di “Dio”, figli e figlie della “Relazione” di cittadini-sovrani e cittadine sovrane di una società fondata su una nuova, salda, e robusta Alleanza, Costituzione. O, se no, che cosa?!!!
Chiarito questo unico, personale - di ognuno e di tutti e di tutte, e fondamentale primo punto, possiamo aprire il dialogo ... e, se si vuole, cominciare a discutere le 94 Tesi. O no?!
Federico La Sala