Il sostituto procuratore Pierpaolo Bruni può dire addio all’antimafia. Almeno per quanto riguarda il distretto di Catanzaro. Che nella lotta alla criminalità organizzata intende fare a meno del suo contributo e del patrimonio di conoscenze. Alla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro Bruni non lo vogliono né come applicato nè come sostituto effettivo.
Certo, nessuno lo dice apertamente. Anzi, è proprio il silenzio la tattica adottata per fare passare nel modo più indolore possibile quello che sembra un disegno ben preciso.
Sulla revoca dell’applicazione del magistrato crotonese alla Dda si è già detto e scritto tutto nei mesi scorsi, compreso lo scontro tra procura della repubblica di Crotone e procura generale di Catanzaro con annesso invio di ispettori ministeriali finora rimasto sterile di conseguenze. Già in quella occasione il silenzio ha dato i suoi frutti.
Senonché nel corso dell’estate sono accaduti alcuni fatti nuovi. Tre sostituti procuratori della Dda, tra i quali Sandro Dolce che ha la competenza sul territorio di Crotone, sono stati ‘promossi’ alla procura generale; in capo ad alcune settimane, pertanto, lasceranno libere altrettante caselle nell’organico della distrettuale.
Tra i magistrati di Catanzaro, a quel punto, qualcuno ha auspicato che Bruni, peraltro in possesso di tutti i requisiti previsti dalla legge, si trasferisse armi e bagagli alla Dda; e in effetti, in data 1 settembre il pm crotonese ha inoltrato al Consiglio superiore della magistratura domanda di trasferimento alla Procura della repubblica di Catanzaro, comunicando contemporaneamente ai vertici di quell’ufficio la sua disponibilità ad occuparsi di criminalità organizzata. Anche in questo caso il silenzio ha dato i suoi frutti. Nessun cenno di risposta, ancorché informale, è pervenuto a Bruni dalla Procura di Catanzaro. Anzi, il capo dell’ufficio Vincenzo Antonio Lombardo, interpellato in proposito, ha affermato di non sapere nulla della richiesta di trasferimento di Bruni; e lo stesso ha fatto il coordinatore della Dda Salvatore Murone a margine di una conferenza stampa che si è tenuta martedì mattina in questura a Crotone. Ciononostante Murone, rispondendo alle domande dei cronisti, ha spiegato perché Bruni non metterà piede alla Dda di Catanzaro.
Prima che il Csm esamini la richiesta del pm crotonese e la accolga trascorreranno mesi; Dolce, invece, lascerà la Dda fra poche settimane. Non è possibile che un territorio a rischio criminalità come quello crotonese rimanga per tanto tempo senza un magistrato che se ne occupi. Il ragionamento di Murone sotto il profilo formale non fa una grinza. Se non fosse che Bruni, proprio per smontare l’alibi del posto che resterebbe vacante, ha scritto alla Procura generale chiedendo l’applicazione temporanea alla Dda in attesa della nomina del Csm. Ancora una volta, però, il silenzio ha funzionato. Dalla Procura generale nessuna comunicazione sulla richiesta di Bruni è stata inoltrata alla Procura distrettuale. Che ufficialmente, pertanto, non ne è al corrente.
In questo silenzio di tomba il magistrato crotonese rischia di rimanere con il cerino in mano. Ovvero con un trasferimento ormai definitivo alla Procura di Catanzaro che lui stesso aveva chiesto, ma senza potersi occupare di criminalità organizzata, né crotonese né di altre marche. Un disegno perfetto. L’antimafia può attendere.
(d.p.)
Link su Pierpaolo Bruni
Palermo, 19 luglio 2009: l’intervento di Francesco Saverio Alessio in via d’Amelio
Questa vicenda, mutatis mutandis, mi ha fatto venire in mente il Gian Maria Volontè di Porte Aperte:
http://www.youtube.com/watch?v=MeSUPPs7rzI