[...] al momento i fatti ci portano a ritenere che Fedele - giù a Cosenza tutti ne abbiamo sentito omelie domenicali o cori allo stadio - abbia davvero abusato della suora. Ieri, però, l’informazione ha cambiato la notizia: la condanna è passata in ombra: zoom sulla reazione del giudicato (in primo grado), con addosso un saio bianco benché già espulso dall’ordine religioso. Una reazione furibonda e a tratti schizofrenica, con la manifestazione d’una strana pietas verso le consorelle dell’accusatrice, che per Bisceglia "Dio perdonerà" se glielo domanderanno pentite [...]
L’EDITORIALE
La condanna di padre Fedele, la lettera dello ’ndranghetista buono e l’accusa al Dna Cisterna
di Emiliano Morrone*
La condanna per stupro di padre Fedele Bisceglia a 9 anni e 3 mesi, i pm avevano ne avevano chiesto 8, suggerisce una serie di considerazioni. L’ex frate fu missionario in Africa, dove realizzò opere concrete, due volte superiore dei cappuccini e a lungo animatore carismatico della tifoseria del Cosenza calcio. Nel febbraio 2006, dopo l’accusa della (per ora) vittima, una suora, in rete, con Federico La Sala, inquadrammo così la vicenda: o è colpevole, e con lui la Chiesa, la Diocesi, che non poteva ignorare i costumi del sacerdote, o è innocente.
Nella seconda ipotesi - aggiungemmo - devono esserci interessi economici per cui ex abrupto, con lo scopo di distruggerlo in pubblico, lo si dipinge come il "Siffredi del convento". Poi spuntarono reperti e rivelazioni, testimonianze a raffica: l’immagine del religioso, fondatore e responsabile d’una struttura d’accoglienza e cura molto importante a Cosenza, l’"Oasi francescana", diventò in fretta quella d’un personaggio della fantasia di Salieri, regista del porno italiano.
A noi puzzò, e lo scrivemmo insieme a Saverio Alessio in "La società sparente", leggere sui giornali dell’improvvisa apparizione di filmati sessuali che ne mostravano colpevolezza certa e disinibita virilità. Ma, visti la confusione di notizie e il riserbo della giustizia, è difficile, oggi, discernere tra invenzione dei media e realtà. Tanto più che s’attende di conoscere il corpo della sentenza.
Per certo, al momento i fatti ci portano a ritenere che Fedele - giù a Cosenza tutti ne abbiamo sentito omelie domenicali o cori allo stadio - abbia davvero abusato della suora. Ieri, però, l’informazione ha cambiato la notizia: la condanna è passata in ombra: zoom sulla reazione del giudicato (in primo grado), con addosso un saio bianco benché già espulso dall’ordine religioso. Una reazione furibonda e a tratti schizofrenica, con la manifestazione d’una strana pietas verso le consorelle dell’accusatrice, che per Bisceglia "Dio perdonerà" se glielo domanderanno pentite.
Padre Fedele potrebbe ancora essere vittima d’un complotto, così come per anni ha ripetuto la società cosentina. Adesso, però, la vicenda s’è spostata sul piano mediatico, quello che registra e amplifica il pathos e il teatro degli uomini, modi di comunicare, parole, gesti, emozioni, rispetto a cui è difficile discernere, orientarsi. Se non per simpatie, ideologie; per il vissuto personale, ricomposto dall’inconscio collettivo dei social network.
Ieri Tgcom, Mediaset, ha proposto un’intervista esclusiva con l’ex cappuccino. Si tratta dell’inizio d’una campagna denigratoria verso i magistrati, di là dal caso in questione, lanciato, ricordo, da "Striscia la notizia"?
Bisogna prestare attenzione alle operazioni dei media. E serve prudenza e misura rispetto a ciò che non si conosce sino in fondo. Lo raccomando partendo da me.
Un condannato per mafia mi scrisse una lettera: "Nel processo (...) contro di me, il semplice riconoscimento fotografico di un pentito (...). Non ho mai conosciuto quel signore, a differenza di (...) che sono stati assolti. Eppure, i giudici hanno dato credibilità a quelle (...) dichiarazioni (...)". I dubbi vengono. Anche sentendone ricostruzioni circa il procuratore Alberto Cisterna, della Direzione nazionale antimafia, indagato per corruzione in atti giudiziari.
Ma bando alla dietrologia, siamo garantisti. Come la Costituzione. Per fortuna, in Italia esistono ancora tre gradi di giudizio.
* www.infiltrato.it, 07.07.2011
Sul tema, nel sito, si cfr.:
Padre Fedele, un arresto strano - di don Vitaliano Della Sala
Sindaco Cosenza, padre Fedele assessore
Ex frate cappuccino avrà delega a contrasto povertà e pregiudizi
di Redazione ANSA *
(ANSA) - COSENZA, 25 GIU - Padre Fedele Bisceglia, l’ex frate cappuccino assolto con sentenza definitiva in Cassazione dall’accusa di violenza sessuale nei confronti di una suora, ricoprirà l’incarico di assessore nella nuova giunta comunale di Cosenza. Ad annunciarlo, con un post su Facebook, è il sindaco della città, Mario Occhiuto.
L’ex sacerdote sospeso a divinis, che sul social appare in una foto con il sindaco, avrà assegnata la delega al "contrasto alle povertà, al disagio, alla miseria umana e materiale, al pregiudizio razziale e religioso, alla discriminazione sociale; ambasciatore degli invisibili e degli ultimi".
Padre Fedele, conosciuto anche come capo degli ultrà del Cosenza Calcio, nella sua città ha fondato l’Oasi Francescana, una struttura di accoglienza per i poveri. "Sono felice per questa nomina - ha detto padre Fedele - che mi spinge a fare ancora di più per i poveri. Il mio impegno sarà quello di costruire un dormitorio, perché nessuno debba ritrovarsi a dormire in strada".
le sentenze, si dice sempre, vanno rispettate. Certo, ma vanno pure analizzate, studiate e, se del caso, criticate. Non conosco nello specifico come si è svolto il processo a padre fedele e ho letto poco della vicenda che sta alla base dello stesso procedimento. Con pochi, incerti, approssimativi elementi a disposzione non mi permetto quindi di fare commenti, avanzare riflessioni, alimentare polemiche. Invidio perciò la sicurezza con cui Emiliano, e Federico La Sala, si pronunciano rispetto a questi fatti. Quello che resta è una brutta vicenda che ha macchiato(a torto o a ragione?) un uomo, un sacerdote impegnato nel sociale(in Calabria come in Africa) e che era nonostante le sue "singolarità", le sue particolarità, il suo modo di essere sopra le righe(troppo sopra per i benpensanti) uno dei pochi punti di riferimento umani e morali in Calabria. Era appunto, perchè questo processo ha buttato via l’entusiasmo trascinante di padre Fedele e le speranze di tanti che in lui credevano.
domenico barberio
Caro Domenico
.... dal tuo scrivere sembra che le operazioni dei media abbiano sortito il loro effetto e minato la tua verve e il tuo ottimismo.
Pur apprezzando il tuo amaro intervento, sento di dirti (e di dirmi):
«Ripeto che non bisogna scoraggiarsi: lo scoraggiamento è il pericolo principale delle democrazie. Non occorrono mezzi artificiosi, promesse mirabolanti, per infondere coraggio; questi sono mezzi degli assolutismi. Basta la coscienza profonda e la certezza di attuare il proprio proposito. La pazienza è la virtù dei riformatori, riformare vuol dire superare il passato; la pazienza è la virtù dei forti, di chi ha fede e coscienza dei problemi e li segue con tutta l’attenzione».
Mi auguro che queste parole di Alcide De Gasperi possano di essere di conforto e di sprone a non disperare.
Grazie per il contributo alla riflessione e molti saluti
Federico La Sala
caro federico, a proposito di disperazione e speranza ti rispondo riportando una frase dello scrittore,giornalista, anarchico e rivoluzionario Vicotr Serge, un uomo straordinario che non si è fermato mai: « Sin dall’infanzia, mi sembra d’aver sempre avuto, molto netto, il doppio sentimento che doveva dominarmi durante tutta la prima parte della mia vita: quello cioè di vivere in un mondo senza evasione possibile dove non restava che battersi per una evasione impossibile » , (Victor Serge, incipit dell’autobiografia "Memorie di un rivoluzionario").
saluti domenico barberio
Caro Domenico
.... l’Amore non è lo zimbello del Tempo: Amore è più forte di Morte!
M. cordialmente,
Federico La Sala
Caro Domenico,
la posizione di Federico e mia e’ diversa da quella che ci attribuisci. Ti invito a controllarne meglio i vari passaggi. Seguiamo la vicenda dal 2006. Con attenzione, misura e non pochi dubbi. Un abbraccio,
emiliano