Referendum

La legge 40, duemila anni fa. Una nota (del 2005) di don Enzo Mazzi - a cura di Federico La Sala

LA "SACRA FAMIGLIA" DELLA GERARCHIA CATTOLICO-ROMANA E’ ZOPPA E CIECA: IL FIGLIO HA PRESO IL POSTO DEL PADRE DI GESU’ E DEL "PADRE NOSTRO" ... E CONTINUA A "GIRARE" IL SUO FILM PREFERITO, "IL PADRINO".
domenica 23 ottobre 2011.
 

Ogni cultura ha le sue contraddizioni. Il cristianesimo non fa eccezione. Nato come movimento popolare messianico, di alternativa radicale ai poteri costituiti, in una insignificante provincia dell’impero, si è trovato dopo meno di tre secoli proiettato ai vertici del potere imperiale, riconosciuto come religione di stato di tutto l’impero. «È noto che il diritto penale romano ha accompagnato l’evoluzione del cristianesimo antico. Dapprima questo ultimo è stato vittima del diritto della spada (le persecuzioni); poi i cristiani, certo non senza discussioni, si appellarono al “braccio secolare” contro i pagani, contro i barbari, contro gli eretici.

Il decreto dell’imperatore Teodosio del 27 febbraio 380, per citare il documento più emblematico dell’epoca, stabilisce che “solo chi segue papa Damaso (366-384) può attribuirsi il nome di cristiano cattolico”. Gli altri incorrono “già su questa terra nel nostro (dell’imperatore) castigo, secondo la decisione che noi abbiamo tratto dall’ispirazione celeste”. Se dunque nell’antichità vi è stato un legame indissolubile tra “natura, uomo, Dio, ethos, religione”, per essere fedeli alla storia, si sarebbe dovuto collegarvi anche il diritto e il diritto nella sua forma coercitiva e penale». Ha scritto queste cose qualche anno fa, nel 1999, addirittura un cardinale membro della Congregazione per la Dottrina della Fede presieduta dal card. Ratzinger, il card. Pierre Eyt, delfino dello stesso Ratzinger, oltre che arcivescovo di Bordeaux. Le ha scritte sul quotidiano cattolico francese La Croix in aperta polemica con la “parzialità” ideologica di Ratzinger, il quale parlava, e parla, di cristianesimo come verità e amore ma si dimenticava (e si dimentica?) del cristianesimo come potere e potere coercitivo. Il cristianesimo ha in sé i segni di una tale complessità storica, è segnato dalle orme del suo cammino nei secoli impresse nella sua identità profonda.

C’è nel cristianesimo ben visibile il potere, la ricchezza, l’inflessibilità. Ma ha mantenuto anche quell’ansia profetica di un “mondo nuovo”, radicalmente nuovo, che Gesù e i suoi seguaci, uomini e donne del popolo, pescatori poveri ed emarginati, chiamavano “Regno di Dio”.

Quest’anima del non-potere, della esclusione, non è mai stata completamente affogata dall’onda lunga della ricchezza e del potere. M’introduco in un ambito teologico un po’ complesso che però i cattolici dovrebbero sempre tenere presente. La profezia biblica, cioè la Parola di Dio, non solo non è ideologica, ma ha in sé un principio perfettamente opposto all’ideologia: il principio della incessante ricerca umana.

La Bibbia assume la storia nella sua complessità, assume le dinamiche che hanno spinto e spingono l’umanità ad approfondire consapevolezze, a ricercare strategie e soluzioni per affrontare, in contesti differenti, il grande tema della vita.

È proprio l’opposto della legge 40. Basta pensare all’esperienza di Abramo, il padre di tutti i credenti. Apriamo il Libro della Genesi al Cap. 16 e troviamo una profezia per noi sconcertante. È un racconto mitico, come tanti altri della Bibbia, ma proprio per questo è particolarmente significativo perché assume le imperfezioni della condizione umana come strumento di salvezza: «Sara, moglie di Abramo, non gli aveva dato figli. Avendo però una schiava egiziana chiamata Agar, Sara disse ad Abramo: “Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli”. Abramo ascoltò la voce di Sara. Così, al termine di dieci anni da quando Abramo abitava nel paese di Canaan, Sara prese Agar l’egiziana, sua schiava e la diede in moglie ad Abramo, suo marito. Egli si unì ad Agar, che restò incinta. ... L’angelo del Signore andò incontro ad Agar presso una sorgente d’acqua nel dserto, la sorgente sulla strada di Sur, e le disse: “Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà,contarla per la sua moltitudine”. Soggiunse poi l’angelo del Signore: “Ecco, sei incinta: partorirai un figlio e lo chiamerai Ismaele, perché il Signore ha ascoltato la tua afflizione”. Agar chiamò il Signore, che le aveva parlato: “Tu sei il Dio della visione”.

Questa profezia sulla procreazione non è la sola. Un altro racconto biblico mitico è la discendenza di Gesù da un figlio d’incesto: Fares. «Giuda (uno dei dodici figli di Giacobbe, antenato fondamentale della genealogia di Gesù) prese una moglie per il suo primogenito Er, la quale si chiamava Tamar. Ma Er, primogenito di Giuda, si rese odioso al Signore e il Signore lo fece morire. Allora Giuda disse a Onan (il suo secondo figlio): “Unisciti alla moglie del fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità per il fratello”. Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra, per non dare una posterità al fratello. Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui. Allora Giuda disse alla nuora Tamar: “Ritorna a casa da tuo padre come vedova fin quando il mio figlio Sela (il figlio più piccolo) sarà cresciuto”. Perché pensava: “Che non muoia anche questo come i suoi fratelli!”. Cos ì Tamar se ne andò e ritornò alla casa del padre». Passano anni ma Giuda non rispetta il diritto di Tamar di avere figli. Allora Tamar escogita un piano ingegnoso: si traveste da prostituta, adesca Giuda e resta incinta. Quando Giuda scopre che Tamar è incinta intima di farla bruciare. Ma Tamar gli dimostra con segni precisi che il bimbo che porta in seno è figlio di lui. Allora Giuda esce con questa affermazione “Ella è più giusta di me”. Il figlio di Tamar e di Giuda sarà chiamato Fares e da lui è fatto discendere David e quindi Gesù.

Le storie di Agar e di Tamar sono presentate dalla Bibbia come esemplari, profetiche, ma non come dogmi. Non è teorizzato l’uso delle schiave in sostituzione di mogli sterili né l’incesto per dar prole ai mariti che muoiono senza figli. Il principio che viene esaltato è l’evoluzione continua e senza fine del cammino umano. È il cammino umano in quanto evoluzione che viene assunto da Dio e animato dal didentro.

E così dovrebbe essere oggi nei confronti della ricerca attuale sulla procreazione la vita. Ma la profezia più significativa e ardita è il concepimento di Gesù da parte di Maria sua madre. Non entro nella problematica riguardante il significato storico del concepimento verginale di Gesù. Se il racconto sia metaforico o reale. Voglio solo rilevare che gli autori dei Vangeli esaltano il diritto di Maria di avere un figlio al di fuori delle norme che a quel tempo regolavano la procreazione.

Maria concepisce Gesù con una fecondazione fuori dalle norme. Si potrebbe dire che se ci fosse stata la legge 40 Gesù non sarebbe mai nato. Con parole forse più convincenti dice queste stesse cose quel cardinale Eyt che ho già citato sopra, nella conclusione del suo intervento su La Croix, in contraddittorio appunto col card. Ratzinger: «Il tempo che viviamo è segnato da un’evoluzione profonda della coscienza morale e giuridica. Questa evoluzione non potrebbe apportarci qualcosa di nuovo e di più chiaro, qualcosa che si configuri come una “razionalità” diversa da quella dell’antichità e del Medioevo?

Su questi temi, che pongono degli interrogativi profondi, la riflessione della chiesa non può rinchiudersi nell’evocazione di un’età dell’oro, sempre discutibile. Non possiamo, al contrario, mettere un po’ più alla prova alcune nostre concezioni e pratiche di fronte alla provocazione della razionalità e della sensibilità di oggi e verosimilmente di domani?».

Cari pastori e laici cattolici, la nostra Chiesa può affrontare la prova del cammino umano nella fase attuale con un po’ più di fiducia nelle donne e negli uomini, come invita a fare il card. Eyt, piuttosto che con divieti, leggi, inviti a disertare il confronto delle urne?

di Enzo Mazzi* (L’Unità, 04.06.2005, pp. 1/24)

*(sacerdote)


Sul tema, nel sito, si cfr.:

IN NOME DELL’EMBRIONE, UNA VECCHIA E DIABOLICA ALLEANZA

-  LUCETTA SCARAFFIA E MARY ANN GLENDON: CONTRO IL FEMMINISMO, RILANCIANO LA VECCHIA "DIABOLICA ALLEANZA" CON LA CHIESA CATTOLICO-ROMANA.
-  "NUOVA ALLEANZA"?!: A CONDIZIONE CHE ACCANTO A "MARIA" CI SIA "GIUSEPPE"!!!
-  Uscire dallo "stato di minorità" non significa mangiare un "piatto di lenticchie" ... né "sposare" il figlio!!!

-  GESU’ "CRISTO", GESU’ DI NAZARET. MA CHI ERA COSTUI?!
-  CERTAMENTE IL FIGLIO DELL’AMORE ("CHARITAS") DI GIUSEPPE E DI MARIA!!!
-  NON IL FIGLIO DEL "DIO" ("CARITAS") DELLA CHIESA AF-FARAONICA E COSTANTINIANA !!!

-   VIVA L’ITALIA. LA QUESTIONE "CATTOLICA" E LO SPIRITO DEI NOSTRI PADRI E E DELLE NOSTRE MADRI COSTITUENTI.
-  Per un ri-orientamento antropologico e teologico-politico.


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