Dopo i terribili e devastanti attentati di Londra, cerchiamo di non ricadere nella trappola né delle emozioni, e né della rassegnazione e né della retorica: “È giusto essere arrabbiati in questo momento. Ma il nostro dovere - come ha subito dichiarato il ministro degli interni, Clarke - è di restare lucidi (“clearminded”) e di comportarci secondo logica e ragione”.
Al di là delle reazioni e degli attestati di solidarietà, questo è il problema all’ordine del giorno, che si pone in tutta la sua improcrastinabile urgenza: che fare?
Non basta più affatto e solo dirsi per un giorno - siamo tutti americani, tutti spagnoli, o tutti britannici... e domani, tutti italiani, tutti francesi, tutti russi, tutti polacchi, tutti ceceni, tutti israeliani, tutti palestinesi.... Tutti africani, Tutti asiatici. Tutti!!! Che cosa?!!! Il sindaco di Londra (benissimo ha fatto l’Unità a riprenderne le parole nella testata di oggi), Ken Livingstone, ha dichiarato: «Non è stato un attacco contro i potenti ma contro tutti i londinesi, bianchi e neri, musulmani e cristiani, hindu ed ebrei, giovani e vecchi, un tentativo indiscriminato di uccidere». Questo bisogna capire oggi, non domani!: tutti siamo dappertutto tutti. Tutti, esseri umani del pianeta Terra, un solo genere umano!
Ma dove è il dialogo e dove la volontà di dialogare? E dove la cultura all’altezza del nostro presente? I potenti continuano a fare i pre-potenti, e gli im-potenti a pagare in tutti i luoghi e in tutte le forme. Finito l’equilibrio del terrore, è iniziato ... l’equilibrio del terrorismo! Dove la volontà di pace e di giustizia? Dove è più l’O.N.U.? La lotta per il dominio è ripresa alla grande: Occidente contro Oriente, Oriente contro Occidente - questa è “la guerra dei mondi”!!! E anche le religioni, con la Chiesa Cattolico-Romana in prima linea, si stanno schierando e attrezzando!!! In Italia, la discussione sul tema, se “dio” esiste o non esiste e se dobbiamo agire “come se non ci fosse” o “come se ci fosse”, pende sempre più a ‘favore’ del “dio” c’è e, quindi, che cattolici o non cattolici, tutti e tutte devono prepararsi ad agire “come se ci fosse”. L’esercito dell’Occidente, compatto, si prepara alla mobilitazione: “Dio lo vuole”!!!
Nel suo editoriale (intitolato, appunto, “La guerra dei mondi”, L’Unità, 08.07.2005), Furio Colombo ha ben commentato: “Nella vita reale fa testo ciò che ha detto in queste ore il Primo ministro iracheno: «Quel che è accaduto a Londra dimostra che tutto il mondo può diventare come l’Iraq». Poiché la fonte è insospettabile la frase è terribile, perché descrive l’esito di una guerra, qualunque sia stata la sua ragione. Si direbbe che avevano visto giusto sia i giovani di tutto il mondo che avevano invaso le piazze con le loro bandiere di pace, sia i militari (certo quelli americani) che quella guerra non la volevano fare e non vorrebbero continuarla. Si direbbe che hanno avuto torto i politici che hanno usato tutta la loro forza di propaganda e di organizzazione per realizzare una impresa che adesso appare senza fine”.
Questo il problema! Spezzare la logica e la volontà di guerra .... E portare “il discorso al livello di una politica nuova, chiara, inequivocabile, al punto - come scrive ancora Colombo - da far alzare la testa al mondo” !!! Cari “potenti”, se non ora, quando?! (08.07.2005).
Federico La Sala
Ciao Federico,
È sempre un piacere leggerti. Volevo rispondere al tuo articolo con un’altro di Magdi Allam (Corriere della Sera):
L’Islam dei moderati va alla prima crociata
È esplosa la reazione degli intellettuali musulmani laici alla strage di Londra, per invocare le autorità britanniche a porre fine alla politica dell’accoglienza nei confronti degli estremisti islamici, denunciando un atteggiamento che ha di fatto trasformato la Gran Bretagna in un covo del terrorismo. «Cacciateli»! L’esortazione, anzi la supplica, è di Abdel Rahman al-Rashed, direttore della televisione Al Arabiya. Rivolta alle autorità britanniche che «inspiegabilmente hanno concesso il diritto d’asilo a gente sospetta, coinvolta nei crimini dell’estremismo, condannata nei Paesi arabi d’origine, alcuni con la sentenza capitale ». Al-Rashed, intellettuale saudita, in un editoriale pubblicato dal quotidiano Asharq al-Awsat, lancia un pesantissimo atto d’accusa: «La tolleranza delle autorità britanniche nei confronti del fascismo fondamentalista ha incoraggiato molti, tra cui degli intellettuali e dei giornalisti arabi e musulmani, a partecipare alla campagna demagogica a favore degli estremisti, difendendo dei criminali come Bin Laden e al-Zarkawi, al punto che molti arabi e musulmani in Gran Bretagna non osavano più per paura manifestare la loro condanna degli estremisti».
«L’estremismo è una malattia che si trasmette come un’infezione, è sufficiente iniettarne una dose affinché il morbo contagi la società, culminando nella distruzione così come è successo a Londra», prosegue al-Rashed, «tutti noi ci attendevamo questo crimine, la tolleranza, cari signori, non è possibile con chi è affetto dalla malattia dell’odio». Il j’accuse diventa ancor più specifico: «Si è diffusa l’illusione che gli estremisti di Londra non avrebbero colpito la Gran Bretagna, dal momento che la sfruttano come base operativa, che i loro nemici erano i governi arabi e musulmani. Il risultato è che la Gran Bretagna si è riempita dei più noti ricercati dell’estremismo che hanno realizzato il risultato più importante accrescendo le fila dei propri adepti ». Infine la conclusione: «È ora che le autorità britanniche affrontino realisticamente l’estremismo con fermezza, diversamente sprofonderemo in un vero inferno. In passato vi abbiamo detto fermateli! Oggi vi diciamo: cacciateli!».
Al-Rashed si era già distinto per il suo coraggio firmando un editoriale in cui si leggeva: «Anche se non tutti i musulmani sono terroristi, la gran parte dei terroristi sono musulmani ». Non meno ardita l’invettiva di Shaker al-Nabulsi, accademico giordano, che sul sito www.elaph.com ha duramente redarguito le autorità britanniche: «Non c’è capitale al mondo che ospiti un così gran numero di capi terroristici come Londra. La legge britannica non ha fatto distinzione tra il terrorista criminale e sanguinario e l’esule politico. Il risultato è che Londra si è riempita di gruppi terroristici, di conti correnti bancari dei terroristi, di moschee terroriste che addestrano e indottrinano i terroristi da inviare in Iraq e in Arabia Saudita, di giornali terroristici che pubblicano e preannunciano i discorsi dei terroristi ». Al-Nabulsi è spietato nella sua denuncia: «I terroristi farneticanti vorrebbero dar vita a un califfato islamico in Gran Bretagna. Come ha detto Omar Bakri, vogliono far sventolare la bandiera islamica su Buckingham Palace. Ma al suo posto hanno innalzato la bandiera rossa del sangue degli innocenti sui vagoni della metropolitana. Gli stessi innocenti che ogni giorno muoiono in Iraq, Arabia Saudita, Kuwait, Egitto, Marocco.
Così i terroristi vorrebbero riesumare il califfato. Ma da 14 secoli da questo califfato gli arabi hanno ottenuto solo corruzione, repressione, malcostume, sottrazione delle libertà, ingiustizie, uccisioni arbitrarie». Infine un vibrante appello collegiale: «Il terrorismo non è diretto contro una singola etnia o religione. Ecco perché il mondo intero deve reagire come un unico proiettile, un’unica spada, un’unica campagna contro il terrorismo, gli ideologi del terrore, l’informazione del terrore, gli intellettuali del terrore che riecheggiano gli slogan sanguinari, che continuano a considerare illegale il governo iracheno eletto dal voto di otto milioni di iracheni, che affermano che il terrorismo in Iraq sarebbe resistenza». A tutti coloro che continuano, con comprensibile preoccupazione, a domandarsi dove siano i musulmani moderati che condannano apertamente e incondizionatamente il terrorismo, sappiano che ci sono. Al-Rashed è contattabile all’indirizzo alrashed@asharqalawsat.com e Al-Nabulsi all’indirizzo Shakerfa@worldnet.att.net . E con loro ci sono tanti altri. Da scoprire, valorizzare, affermare sul piano mediatico, sociale e politico. Si può e si deve fare. Prima è meglio è.
Un saluto cordiale !
Caro Federico,
il problema è che il tuo dito non indica la luna, il sole, un’altro pianeta, un’latra galassia, ma il vuoto, lo spazio infinito senza punti di riferimento ! Continui a nasconderti dietro alle tue affermazioni "sibilline" che non dicono nulla, lasciando ampio spazio all’interpretazione di chi legge. Sii più concreto, più chiaro, più vero, e finiamola di fare la solita retorica inconcludente !
Con stima. Biasi
Caro Biasi ....approfitta dell’estate, documentati, e abbi più rispetto di te stesso e della tua intelligenza (non della mia !!!)!!! Ti ringrazio, ad ogni modo. M. cordiali saluti e buone vacanze. Federico La Sala P.S. - Se vuoi, ecco un pò di indicazioni per aggiornarti e riflettere meglio sui problemi (vedi allegati):
"La strage e’ un mezzo che il potere utilizza per creare uno stato di allarme tra la popolazione ed eventualmente poter intervenire per poter rassicurare questa stessa popolazione. Perche’ e’ un evento traumatico che ha interesse a determinare solo chi detiene il potere, perche’ solo chi detiene il potere può padroneggiare gli eventi successivi. Quindi la strage è un mezzo di prevaricazione del potere sulla popolazione" Vincenzo Vinciguerra, agente Gladio, Carcere di Opera, 8 luglio 2000 (http://www.cedost.it/testi/vincenzo.htm)
FALSE FLAG OVER LONDON Yesterday we saw a classic false flag attack in London, organized by western secret services to distract attention from the deepening political troubles of Bush and Blair, and perhaps even to create the pretext for war on Iran. Of course, Bush and his poll ratings have been sinking under scandals and rumblings of impeachment. Blair too has been badly hurt by the Downing Street memo http://www.propagandamatrix.com/articles/july2005/100705falseflag.htm
QUANDO LE GUARDIE SONO I LADRI. LA MESSA IN SCENA DEGLI ATTENTATI DIFFONDE IL TERRORE, MENTRE I VERI COLPEVOLI CONTINUANO AD ARRICCHIRSI Per quanto ancora permetteremo a questa perversa assurdità di continuare? Incidenti imbarazzanti in continuazione, la denuncia di abusi di potere, o la rivelazione di qualche inquietante copertura, e i poteri che inscenano un attacco terroristico (colpendo nel mucchio e sacrificando un numero casuale di vite innocenti) per poter dare la colpa a un nemico di fantasia, e avere il pretesto di appesantire l’immorale oppressione sulla gente comune http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=1179
A WARNING TO THE WORLD The London bombings are a clear indication that the Globalists have not changed tactics and are getting ever more desperate to advance an agenda based on a simple time tested manipulation of fear. Throughout history governments have used terrorism against their own people and created paper tiger enemies as a means of obtaining and retaining the trust of the masses in the process of gradually enslaving them. The Anglo-American establishment that controls the military-industrial complex of the West has been caught over a hundred times carrying out bombings and other terrorist attacks around the world to further their corporate aims and to blame their enemies http://www.propagandamatrix.com/articles/july2005/110705warningtotheworld.htm
FONDAMENTALISMO CONTRO FONDAMENTALISMO di Gennaro Carotenuto Ci sono due mostri. Il terrorismo di Al Qaeda, chiunque ci sia e qualunque cosa voglia, si configura oggi come il piu’ potente alleato del sistema anglosassone di terrore che regge il pianeta, da Abu Grajib a Guantanamo, da Falluja alle fosse comuni delle vittime delle dittature filostatunitensi che affiorano quotidianamente in America Latina, ai morti per fame indotti dal Fondo Monetario Internazionale. Al Qaeda e’ quindi oggi la spalla e la copertura ideale di questo sistema di terrore. Entrambi sono indesiderabili, ma il mondo viene obbligato ancora una volta con un’appello perverso a scegliere da che parte stare. Se si critica uno si e’ necessariamente amici dell’altro. Cui prodest? A chi conviene? http://www.gennarocarotenuto.it/dblog/articolo.asp?id=214
LE BOMBE DI BLAIR di John Pilger Nel classico di Lewis Carroll, Alice chiede al Gatto del Cheshire e al Cappellaio Matto di mostrarle la strada per uscire dal Paese delle Meraviglie. Loro lo fanno più volte, da questa parte, da quella parte, finché lei non perde la pazienza e il suo mondo dei sogni va in pezzi, svegliandola. Le persone uccise e mutilate in Iraq e la popolazione africana volutamente impoverita dai nostri governi e dalle nostre istituzioni, nel nostro nome, ci chiedono da tempo di svegliarci. Le bombe di Londra potrebbero averlo fatto http://www.zmag.org/Italy/pilger-lebombediblair.htm
LA REALTA’ DI QUESTI BARBARI ATTENTATI di Robert Fisk E’ facile per Tony Blair qualificare gli attentati come "barbari" - certo che lo sono - ma cos’erano allora le vittime civili dell’invasione anglo-americana dell’Iraq nel 2003, i bambini dilaniati dalle mine antiuomo, gli innumerevoli innocenti iracheni abbattuti ai posti di blocco militari americani? Quando essi muoiono, e’ un "danno collaterale"; quando "noi" moriamo, e’ "barbaro terrorismo" http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=543
LONDRA. IN SIMULTANEA: VERI ATTENTATI ED ESERCITAZIONE ANTITERRORISMO Un’agenzia di consulenza con contatti con il governo e la polizia stava effettuando un’esercitazione per una compagnia, il cui nome non e’ ancora stato reso noto, che prevedeva la simulazione di un attentato nella metropolitana di Londra, esattamente nello stesso tempo e nello stesso luogo in cui si sono verificate le reali esplosioni la mattina del 7 luglio http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=1174
:::::::::::::::::: TERRORISMO ::::::::::::::::::
LA GUERRA USA CONTRO L’IRAN E’ GIA’ COMINCIATA di Scott Ritter L’ex capo della squadra d’ispettori ONU incaricata di indagare sulle armi di distruzione di massa in Iraq, sostiene che Bush sta utilizzando dei gruppi terroristici persiani per portare attentati in Iran, oltre ad allestire basi militari per attaccare quel paese dall’Azerbaiján http://www.resistenze.org/sito/te/po/in/poin5g05.htm
IRAQ: GIUSTIZIATO AD UN CHECK-POINT USA IL REPORTER IRACHENO CHE AVEVA DENUNCIATO GLI SQUADRONI DELLA MORTE Martedi’ scrive sui "missing": venerdi’ ucciso. Yasser Salihee medico e giornalista per il gruppo Knight Ridder, indagava sugli scomparsi sunniti uccisi dai commandos guidati dai consiglieri Usa http://italy.peacelink.org/mediawatch/articles/art_11825.html
NUOVE PROVE SUI CRIMINI DI GUERRA DEGLI STATI UNITI E SULLE VIOLAZIONE DEL DIRITTO INTERNAZIONALE PRESENTATE ALLA SESSIONE FINALE DEL TRIBUNALE MONDIALE SULL’IRAQ Il Tribunale richiede il ritiro immediato ed incondizionato di tutte le forze di occupazione e che i governi della coalizione paghino un compenso pieno agli Iracheni per tutti i danni, e che le leggi, i contratti, i trattati e le istituzioni creati sotto l’occupazione e considerati dannosi o inutili dagli Iracheni siano aboliti". Richiede inoltre indagini immediate per crimini contro l’umanita’ con imputati George Bush, Tony Blair, ed ogni altro presidente dei paesi che appartengono alla coalizione. Infine, richiede un processo per mancanza di responsabilita’ nei confronti dei giornalisti e dei media che hanno mentito e promosso la violenza nei confronti dell’Iraq, comprese le corporation che hanno guadagnato dalla guerra http://www.zmag.org/Italy/jamail-nuoveprovecontrousa.htm
TRIBUNALE MONDIALE SULL’IRAQ: TESTIMONIANZA PER LA SESSIONE FINALE di Dahr Jamail Questa testimonianza non e’ sullo spirito indomabile degli iracheni. Non e’ sulla dignita’ e la forza degli iracheni, che non abbiamo bisogno di provare. Questa testimonianza e’ sulle violazioni del diritto internazionale commesse quotidianamente dagli occupanti dell’Iraq con torture imperversanti, negligenza o ostruzione nella fornitura delle cure mediche e il fallimento, che continua, nel permettere agli Iracheni di ricostruire le loro infrastrutture http://www.zmag.org/Italy/jamail-tribunalemondialeiraq.htm
IRAQ, LA RESISTENZA VIOLENTA NASCE DA UN’OCCUPAZIONE MILITARE VIOLENTA. LA DISINFORMAZIONE NEI MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA E LA NATURA DELLA RESISTENZA IRACHENA Il “governo”, installato dagli USA, non ha alcuna forza ed e’ retto dagli stessi gruppi di esiliati che fecero pressione per l’invasione ed occupazione dell’Iraq. Gli USA stanno aizzando gli iracheni tra di loro, creando un clima di paura. A questo proposito, la creazione, il finanziamento e l’armamento di “milizie etniche” e squadroni della morte da parte degli USA, sono pensati per creare divisioni etniche e provocare attivita’ terroristiche contro civili iracheni http://www.resistenze.org/sito/te/po/ir/poir5f16.htm
DALL’AFGHANISTAN AL’IRAQ: TRAPIANTARE IL TERRORISMO ORDITO DALLA CIA http://members.fortunecity.co.uk/freebie/faiit.htm
CHI SONO I TERRORISTI INTERNAZIONALI Hadiza: i cecchini statunitensi assassinano indiscriminatamente gli abitanti http://www.resistenze.org/sito/te/po/ir/poir5g07.htm
AL-QAIM: UNA TRAGEDIA QUASI IMPOSSIBILE DA DESCRIVERE Siamo civili innocenti che vanno a lavorare. I cecchini statunitensi sono nascosti dappertutto e prendono di mira qualsiasi persona. Non possiamo far niente e questa situazione perdura cosi’ da mesi: cecchini, aerei, mortai, bombe... http://www.resistenze.org/sito/te/po/ir/poir5g05.htm
L’ OCCIDENTE CHIUDE UN OCCHIO MENTRE LA POLIZIA RIMETTE AL LAVORO I TORTURATORI DI SADDAM Le forze di sicurezza irachene, messe su dai soldati americani e britannici, torturano i detenuti strappando loro le unghie, bruciandoli con ferri roventi, o dando loro scosse elettriche, dicono funzionari iracheni. Sono stati registrati anche casi di prigionieri legati picchiati a morte dalla polizia http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1198
LA CIA DIETRO GLI "INSORTI" IRACHENI ED IL TERRORISMO GLOBALE? http://members.fortunecity.co.uk/freebie/tpsit.htm
OLTRE L’IPOCRISIA. IL SENSO PROFONDO DEL CASO POSADA CARRILES di James Petras Gli Stati Uniti anno negato l’estradizione del terrorista reo confesso Luis Posada Carriles in Venezuela dove e’ accusato di aver fatto esplodere un aereo di linea cubano causando 73 vittime http://www.contropiano.org/Documenti/2005/Giugno2005/13-06-05Petrs_Oltre_ipocrisia.htm
11/9, IL WTC CROLLO’ TRAMITE DEMOLIZIONE CONTROLLATA? IL RACCONTO DI UN TESTIMONE OCULARE SMENTISCE LA VERSIONE UFFICIALE Un portiere del World Trade Center ha portato in salvo una vittima ustionata da un’esplosione che ha scosso la Torre Nord alcuni secondi prima che un jet di linea colpisse i piani superiori. Inoltre altri due uomini intrappolati nel vano di un ascensore nello scantinato furono portati in salvo mentre si verificavano esplosioni sotterranee http://www.nexusitalia.com/nexus_new/index.php?option=com_content&task=view&id=395&Itemid=100
"THE POWER OF NIGHTMARES: THE MAKING OF THE TERROR MYTH" Il video e la trascrizione del documentario della BBC sul mito di Al Qaeda. Secondo l’autore del programma la minaccia terroristica nutrita dalla politica, sostenuta dai media e successivamente percepita dal pubblico ’’e’ un’oscura illusione che si e’ infiltrata nella politica’’, senza essere sottoposta a vaglio o riserve. ’’In un’eta’ - aggiunge Curtis - in cui i grandi progetti [della politica] hanno perso di credibilita’, il timore di un nemico fantasma e’ quanto rimane ai politici per mantenere il potere http://italy.indymedia.org/uploads/2005/07/the_power_of_nightmares.pdf
Caro Federico,
ho troppo rispetto pe la mia intelligenza per andare appresso alle tue leggende metropolitane !Oramai ti conosco bene (estimatore di Dan Brown, appassionato lettore delle leggende nere della Chiesa, etc..) per non capire che sei un estimatore delle bufale riportate da alcuni giornali di parte e da internet.
Mi stai deludendo, caro Federico, e mi dispiace molto, perchè sei tu che offendi la tua intelligenza con queste "sparate" da persona incolta e superficiale (che NON sei !).
Approfitta dell’estate anche tu, metti da parte il tuo anticlericalismo, il tuo astio nei confronti della Chiesa Cattolica, il tuo antiamericanismo, i tuoi sentimenti pseudo-pacifisti...Rimettiti in discussione, prova a ri-pensare la storia sotto altre prospettive,magari quella cattolica, (leggiti per esempio : Pensare la storia. Una lettura cattolica dell’umana avventura - di Vittorio Messori) e noterai che l’inganno sta altrove. Eviterai così, in futuro, di PRENDERE LUCCIOLE PER LANTERNE !!
Un caro saluto e un augurio di serene e proficue vacanze anche a te !! Biasi
Caro Biasi .... se proprio ci tieni a "pensare la storia" come la pensa Messori, (oltre da quello da te citato)aggiungi anche questo articolo di Gad Lerner.... forse ti può aiutare a pensarla di più secondo te stesso. Sapere aude! Abbi il coraggio della tua propria intelligenza - come diceva già Orazio e ricordava il ’vecchio’ Kant. Ripensa a Gioacchino, a tutti i tuoi antenati, a tuo padre e a tua madre, e cerca di respirare un pò di aria pura della tua terra!!! M. cari saluti e ancora buone vacanze. Federico La Sala
GAD LERNER
Se ritorna la battaglia per le anime
(La Repubblica, 06-07-2005)
«TRA TUTTE le leggi non ve n’è più favorevole a Principi, che la Cristiana; perché questa sottomette loro, non solamente i corpi, e le facoltà de’ sudditi, dove conviene, ma gli animi ancora, e le conscienze; e lega non solamente le mani, ma gli affetti ancora, e i pensieri». Così Giovanni Botero, protetto e incoraggiato da quel gigante della Controriforma italiana che risponde al nome di San Carlo Borromeo, contrapponeva nel 1589 al Principe di Machiavelli le convenienze del potere clericale. L’arcivescovo di Milano, che aveva ospitato Botero nella diocesi ambrosiana, era morto quarantenne solo cinque anni prima, stremato dal possente tentativo di restaurazione della società cristiana che lo aveva portato a scontrarsi con l’autorità temporale spagnola. Certo il cardinale Borromeo, capace di andare in processione scalzo e con una grossa corda al collo per guidare le pubbliche espiazioni durante la pestilenza del 1576, di suo avrebbe adoperato un’espressione più ambiziosa e meno strumentale, rispetto a Botero: non tanto «sottomettere gli animi al potere dei Principi»; ma piuttosto «conquistare le anime» a un progetto di santificazione della vita quotidiana. Come? Innanzitutto disponendo per tutti i fedeli l’obbligo del sacramento della confessione annuale dei peccati, fino a ridurre i pochissimi inconfessi a minoranza reietta. Istituendo quindi le parrocchie come sedi ramificate non solo di presenza religiosa ma anche di controllo sociale, tanto più che il battesimo era l’unico atto di nascita in grado di conferire cittadinanza: il registro parrocchiale dei battezzati per secoli avrebbe coinciso con l’anagrafe; e i non battezzati, ovviamente, restavano privi di diritti civili.Se proviamo a rileggere quattro secoli dopo, nell’Italia contemporanea, quell’affermazione di Botero - circa la convenienza per lo Stato di una legge cristiana capac.e di legare le anime, lo coscienze, gli affetti - non c’è da stupirsi che il pensiero corra a certi teorici nostrani del cristianesimo come religione civile, risorsa identitaria da contrapporre alla disgregazione relativistica. Quelli, per intenderci, del «dobbiamo dirci cristiani» (citazione testuale di Marcello Pera). Mi spiego solo così, cioè in una prospettiva altisonante che infine si rivelerà mero disegno di potere mondano, l’inaspettato rilancio di quello stesso impianto controriformistico nella pubblicistica cattolica oggi prevalente. L’anima oggetto di conquista (come nel titolo del libro di Wietse de Boer dedicato alla Milano di Carlo Borromeo, La conquista dell’anima, Einaudi); l’anima trasfusa per il tramite del battesimo a chi altrimenti resterebbe una non persona (come nel recente volume di Adriano Prosperi, Dare l’anima, Einaudi) dedicato alla sorte di un neonato soppresso dalla madre prima che gli fosse stata impartita l’acqua benedetta, nella Bologna pontificia del 1709. Né il piccolo rimasto senza nome, né la madre Lucia Cremonini impiccata dopo pubblico pentimento saranno considerati degni di cristiana sepoltura, e dunque i loro corpi saranno dati in uso agli studenti di anatomia. L’anima, dunque, al centro di due libri preziosi per la loro capacità di corrispondere attraverso la storia, e le dinamiche della microfisica del potere apprese da Michel Foucault, ai nostri interrogativi più attuali. L’anima medievale e post-tridentina che smettendo di presentarsi come il misterioso soffio vitale della Genesi, abbisogna di meticolosa ma sdrucciolevole codificazione. Non a caso si chiamava liber animarum, libro delle anime, il registro anagrafico dei battezzati. Ma chi era doveroso includervi, e chi escluderne? Avranno forse l’anima i neonati vittima di infanticidio? E gli schiavi africani non ancora battezzati? E gli ebrei che alla conversione si sottraggono? E che fine farà mai l’anima dei suicidi? Se l’anima dunque contraddistingue il passaggio, nei bambini come negli adulti, da mero essere umano a vera e propria persona, ciò basta a spiegare l’importanza crescente assegnata alla regolazione dei battesimi. Quasi che fosse proprio il battesimo, da un punto di vista cattolico, il tramite dell’immissione dell’anima. Fu proprio l’ansia di conversione, cioè di salvezza delle anime, che nel Seicento portò molti medici a introdurre la pratica del parto cesareo per giungere in tempo a bagnare d’acqua santa il feto morente; accettando come male minore il sacrificio della vita della madre. Il binomio anima-persona sarebbe divenuto così il fulcro di una riflessione medico-teologica che ancora oggi motiva la scelta di far sopravvivere il Comitato Scienza e Vita, strumento efficace di battaglia civile, anche dopo il referendum sulla procreazione assistita. Oggi come allora la ricerca teologicamente orientata si richiama al diritto naturale. Ciò vale per la fecondazione assistita, l’aborto, il matrimonio. Ma è significativo che l’eredità culturale controriformistica, in cerca dell’anima, giunga a riproporre la stessa visione di centralità del battesimo. Quel battesimo che, negato al figlio di Lucia Cremonini, assegnava quel piccolo indesiderato al Limbo, cioè al primo dei non-luoghi simbolici con cui il consorzio umano si è abituato a fare i conti (nel frattempo il nostro pianeta si è riempito di non-luoghi: dai lager ai campi profughi, fino alle baraccopoli di periferia). Di tale eredità culturale è un esempio lampante l’ultimo libro di Vittorio Messori, non un autore tra i tanti, si badi bene, ma forse il più popolare e venduto scrittore cattolico italiano, colui che sulla prima pagine del Corriere della Sera si è compiaciuto di autorappresentarsi come l’intervistatore di fiducia di due papi. E che ha sentito il bisogno nel 2005 di rilanciare la polemica sul bambino ebreo Edgardo Mortara sottratto ai genitori nel 1858 per decisione di Pio IX, in quanto cinque anni prima una domestica cristiana l’aveva segretamente battezzato. Un secolo e mezzo dopo, ci ritroviamo di nuovo nella Bologna pontificia sede dell’infanticidio narrato da Adriano Prosperi. E, nel salto temporale, ci impressiona una continuità di approccio al binomio anima-persona che, come vedremo, con identico balzo di un altro secolo e mezzo, Messori mostra di convalidare fin dentro alla nostra contemporaneità. Né faremo all’intervistatore di due papi e a una firma cattolica così bene insediata nel nostro sistema editoriale il torto di relegarlo a portavoce di una corrente tradizionalista marginale: quando invece egli oggi rappresenta - certo a modo suo - il punto di vista dei Ratzinger e dei Ruini, dei Bertone e dei Fisichella, cioè delle personalità egemoni in Vaticano e nella Conferenza episcopale italiana. Dunque Messori ritrova e pubblica il memoriale apologetico scritto dallo stesso Mortara, divenuto nel frattempo sacerdote (Io, il bambino ebreo rapito da Pio IX, Mondadori). Ma più che la scelta di riproporre l’antica controversia, nelle settanta pagine della sua introduzione impressiona il sistematico sforzo di attualizzare gli argomenti controriformistici; l’idea fissa della conquista dell’anima, dominante anche sul precetto morale della difesa della vita. Valga anzitutto la difesa della legislazione pontificia che vietava alle famiglie ebree di assumere personale cattolico. Messori si guarda bene dal considerarla una misura razzista o discriminatoria. Al contrario, ne esalta la saggezza, e cita a riprova la disobbedienza dei Mortara: avessero ottemperato alla lungimirante precauzione, non si sarebbero ritrovati con un figlio battezzato e quindi doverosamente sottratto ai genitori e ai fratelli. Talmente convinta appare la perorazione di Messori, che viene da chiedersi se con le stesse motivazioni non estenderebbe ai tempi nostri analoghe misure discriminatorie: sarà proprio il caso che nelle aziende e nelle abitazioni degli ebrei (o dei musulmani) operino collaboratori battezzati? Di qui all’esaltazione delle virtù del ghetto, il passo è breve: Messori ricorda che «l’abolizione del ghetto era stata accolta con sollievo ma pure con qualche preoccupazione negli ambienti israelitici più tradizionali. In effetti, proprio quell’obbligo di convivere tutti insieme. aveva salvaguardato l’identità e promosso la solidarietà». Simpatizzando con le sparute componenti integraliste dell’ebraismo, timorose che emancipazione significhi assimilazione, Messori ci conferma come i reazionari difensori delle identità su fronti opposti, finiscano poi quasi sempre per incontrarsi. Anche l’indignazione e l’inutile mobilitazione del mondo ebraico del Diciannovesimo secolo per ottenere la restituzione del piccolo Edgardo alla sua famiglia, sollecita Messori a considerazioni molto attuali. Non solo afferma che la campagna anticattolica sul caso Mortara avrebbe generato la potente lobby ebraica europea e americana. Ma citando i ventimila franchi promessi dall’Alliance Israélite Universelle a chi avesse organizzato un’incursione a Roma per liberare il bambino, sostiene che si sarebbe trattato di «una prefigurazione degli "omicidi mirati" dell’attuale esercito israeliano per eliminare chi sia sgradito». Nonché di un’operazione illecita paragonabile alla cattura del criminale nazista Adolf Eichmann nell’Argentina del 1961. Insomma, ci troviamo al cospetto di una neanche troppo raffinata modernizzazione dell’eterno riferimento alla «perfidia» ebraica. Il rovesciamento delle parti fra vittime e persecutori prevede dunque la difesa di papa Pio IX, impegnato nella difesa di un’anima battezzata dall’aggressione dei nemici della fede, estranei al contesto naturale di una società cristiana. Ma c’è di più. L’espulsione dalla scuola pubblica italiana di ogni riferimento religioso, per sostituirlo con l’educazione civica, a detta di Messori corrisponderebbe niente meno che a un’educazione «strappata ai genitori». Altro che gli ebrei vittime di discriminazioni, lamenta Messori: «Quanti "casi Mortara", dunque, in migliaia di famiglie di credenti» (sic). Mutilata nella sua doverosa missione civile di conquista delle anime, è la Chiesa a dichiararsi perseguitata. Qui la logica fa difetto all’esaltazione sdegnata di Messori, dato che in Italia nessuno si è mai sognato di sottrarre i bambini alle loro famiglie cattoliche. Ma, tant’è, non risuona forse familiare l’eco della recentissima polemica sul caso Buttiglione, quando più fonti cattoliche autorevoli sono giunte a parlare di vera e propria persecuzione anticristiana in Europa? Sono passati solo pochi mesi dal caso Buttiglione, e nell’Italia del dopo referendum il clima è talmente cambiato da rovesciare il vittimismo in trionfalismo. Ma si tratta pur sempre di due facce della stessa medaglia. Se dunque è colpa grave perdere un’anima, resta doveroso conquistarne. E se nell’Italia del tardo Cinquecento era il sacramento della confessione a dispiegare le sue finalità di ordine pubblico, oggi che tale sacramento precipita in disuso si correrà ai ripari con la scorciatoia della religione civile, cioè di una ri-cristianizzazione ideologica. La stessa per cui monsignor Rino Fisichella può compiacersi della consonanza di vedute fra papa Ratzinger e Oriana Fallaci, bellicosa teorica di un’Europa ormai destinata alla sconfitta. Esanime.
GAD LERNER
Caro Federico,
ti mancava solo Gad Lerner da citare !!!
Gad Lerner dimentica (volutamente) che Mortara è scomparso che aveva quasi novant’anni, nel 1940 e che per ottantatre anni non ha fatto che benedire Pio IX e ringraziare il Cielo per essere stato battezzato, dicendo che era stata la mano di Dio a guidare la sua vecchia domestica. Si è fatto religioso, è diventato un missionario instancabile, un predicatore famoso ed è morto addirittura in odore di santità. Questo, Gad non lo scrive ??
Pio IX, papa Giovanni Mastai Ferretti, a causa di questa vicenda, fu il bersaglio di attacchi feroci. La leggenda nera (prendi appunti!) su di lui nacque perchè la posta in palio era molto alta: il possesso dello Stato Pontificio, appetito dai piemontesi. Lo stesso Cavour (se leggi la storia d’Italia) strumentalizzò il caso per attaccare il potere temporale del papa: il suo obbiettivo era fare di Roma la capitale del regno.
La reazione varcò anche i confini nazionali. Sulla vicenda si mobilitò tutto il movimento ebraico internazionale. Furono gli ebrei piemontesi, incoraggiati da Cavour, a creare il "caso Mortara" con un appello a tutti gli ebrei del mondo e a tutte le logge massoniche internazionali.
C’è un problema di giustizia e verità nei riguardi di Pio IX, diffamato come se fosse un cinico rapitore di bambini e verso lo stesso padre Mortara, il quale, rivolgendosi al mondo laico e massonico, diceva: volete o no rispettare la mia scelta, anche se questa è avvenuta in circostanze complicate? Un ebreo vero, dice Mortara, non può non diventare cristiano, perchè nell’ebreo Gesù questo è già avvenuto !
Nella sua ricostruzione della vicenda viene sottolineata da Messori la connessione tra mondo ebraico e la massoneria.. e la massoneria in quel tempo era molto anticlericale. Il grande maestro della massoneria era Garibaldi il quale, con una espressione molto gentile, definiva Pio IX "un metro cubo di letame"».
In definitiva, il vero protagonista del libro citato da te è Pio IX.
Di quella vicenda papa Mastai fu, in un certo senso, prigioniero. Egli avrebbe fatto volentieri a meno di separare il piccolo Edgardo dalla famiglia, ma non potè agire diversamente, perchè sia il diritto canonico che il diritto civile prevedevano che il battezzato, anche in caso di battesimo furtivo, purchè valido, doveva essere educato come cristiano fino all’età adulta.
Il papa sapeva che il caso avrebbe avuto come conseguenza la caduta dello Stato Pontificio, ma a chi gli proponeva una mediazione rispondeva: "Non possumus".
Come vedi, il mio invito di "ri-pensare la storia" è sempre valido ! Ri-guarda il tutto e noterai che questa vicenda era stata "montata" per un unico scopo : impedire la beatificazione di Pio IX, il "rapitore di bambini"..
Saluti e.. buona abbronzatura. Biasi
Nobile Biasi apprezzo molto la tua devotissima obbedienza: non avendo letto né Il codice da Vinci, e nemmeno Angeli e demoni.... cerca di non farti prendere dalla tentazione (e se l’hai già fatto, pentiti!!!) di leggere i libri di tutte le avventure di HARRY POTTER (vedi allegato). Mi raccomando messe, messe, e solo Mess...ori!!! Molti cari saluti e un sorriso amichevole da lontano. Buona estate !!! Federico La Sala
ALLEGATO:
Trovate delle lettere di due anni fa in cui l’allora cardinale scrisse che i libri di J. K. Rowling rappresentano "subdole seduzioni" Ratzinger contro Harry Potter "Una saga che corrompe i giovani" di MARCO POLITI (La Repubblica, 14 luglio 2005)
ROMA - "È un bene che lei illumini la gente su Harry Potter, perché si tratta di subdole seduzioni, che agiscono inconsciamente distorcendo profondamente la cristianità nell’anima, prima che possa crescere propriamente". La "scomunica" è firmata da Josef Ratzinger. È il 7 marzo 2003 e l’allora cardinale, prefetto dell’ex Sant’Uffizio, scrive ad una studiosa tedesca autrice di un volumetto contrario alla saga di Harry Potter. La corrispondenza viene resa nota a 24 ore dall’uscita del sesto libro della storia del celebre maghetto.
Uno spettro si aggira per la Chiesa cattolica. Non ha il barbone di Marx, ma la faccia innocente del maghetto Harry Potter. Ratzinger non lo può vedere e lo considera un corruttore d’anime. Non è finito ancora sull’indice come il Codice da Vinci, ma non è detto che primo o poi non si accenda per lui un rogo simbolico.
Che Harry non è neanche uno stregone di quelli cattivi, un adepto della magia nera che butti topi, ranocchie, ossa di morto e urina d’impiccato in pentoloni maleodoranti per farne filtri malvagi. No, è un ragazzino inglese dalla faccia pulita con gli occhiali, con l’aria così tranquilla da essere servito persino da nomignolo al nostro politico Marco Follini. Però c’è la magia...
O, forse, più che la magia inquieta Santa Romana Chiesa la rappresentazione di un mondo fantastico dove realtà e iper-realtà si mescolano secondo una visione che non ubbidisce alle regole precise e ai canoni benedetti che stanno a cuore alla gerarchia ecclesiastica. Fatto sta che contro Harry Potter ha scagliato i suoi fulmini lo stesso Joseph Ratzinger. Quando non era ancora Papa. Ma non c’è dubbio che - come su tante altre cose che riguardano l’etica e la concezione del mondo - da pontefice non ha certamente cambiato idea.
Subdolo, tentatore e corrosivo della purezza dell’anima è il maghetto Harry Potter secondo il "guardiano della fede" divenuto Bendetto XVI. Il giudizio è saltato fuori dall’archivio personale di Ratzinger - grazie a una soffiata di Dagospia - ed è durissimo. I libri di J. K. Rowling, scrive l’allora cardinale ad una critica tedesca, rappresentano "subdole seduzioni" in grado di "distorcere" l’indole dei giovani lettori.
Le lettere risalgono a due anni fa. Gabriele Kuby, una critica letteraria tedesca, ha appena mandato al prefetto della Congregazione per la dottrina della fede un suo libro che s’intitola eloquentemente Harry Potter - Gut oder Boese?. Il maghetto, insomma, è "buono o cattivo?". Non è solo un attacco al bestseller inglese, l’opera della Kuby è tesa a sfatare il gossip britannico secondo cui le voci britanniche a papa Wojtyla Harry piace. No, spiega la Kuby, i libri di Rowling non sono un passatempo innocente, bensì corrompono l’anima dei teenager, offuscando in loro il chiaro confine tra il bene ed il male. Quindi? Quindi mettono in pericolo la loro relazione addirittura con Dio, e questo in una fase di delicato sviluppo del senso religioso.
Ben detto, replica Ratzinger, ringraziando il 7 marzo 2003 la Kuby per il pacchetto arrivato qualche settimana prima. "Informatissimo libro" è il suo giudizio. "E’ un bene che lei, stimata e cara signora Kuby - scrive il porporato - illumini la gente su Harry Potter, perché si tratta di subdole seduzioni, che agiscono inconsciamente distorcendo profondamente la cristianità nell’anima, prima che possa crescere propriamente".
Posso far sapere in giro questo altissimo giudizio, chiede probabilmente Gabriele Kuby lusingata dopo aver ricevuto la missiva cardinalizia? Il 27 maggio il braccio destro di Giovanni Paolo II dà il suo placet. "Io posso darle con piacere il mio permesso di riferire il mio giudizio su Harry Potter". Firmato: "Cordiali saluti e benedizioni, Cardinale Joseph Ratzinger". Alla saggista sua compatriota viene anche dato il suggerimento di inviare una copia del libro anti-Potter ad uno degli esperti del Consiglio pontificio per la Cultura in modo da fugare ogni impressione che al Papa e al Vaticano garbi il mondo del maghetto.
Non farà piacere alla casa editrice, impegnata in questi giorni nel lancio del sesto capitolo della saga - Harry Potter e il Principe Mezzosangue - scoprire che l’attuale capo della Chiesa cattolica è un implacabile avversario di Harry, molto più del perfido Voldemort che insidia abitualmente il maghetto. Ma è così. Il nuovo pontefice non ne vuole sapere di calici di fuoco, scuole dove si insegnano stregonerie, olimpiadi di magia, scolari che vanno in giro su scope e gufi che recapitano la posta.
Il trend esoterico è il nuovo, grande nemico di Santa Romana Chiesa. Perché è con i maghi, i sortilegi reali o immaginari, il gusto del mistero, il profumo sottile e insidioso della Gnosi che la gerarchia si sente chiamata a battersi per la conquista delle anime. Non è più all’ombra del Capitale che si cela Satana né sono ritenuti temibili gli ultimi atei ancora in circolazione e nemmeno incutono spavento alle sacre gerarchie le roccaforti dei razionalisti, emuli di Voltaire.
No, il nemico del XXI secolo è il simpatico libraio che vende "libri avvelenati" come la saga del maghetto o il Codice da Vinci. Per un Coelho che si converte, abbandonando l’eresia New Age, altri scrittori sono in agguato. Il Mistero attira e il Demonio esoterico-libresco fa breccia continuamente. Si tratti di scope volanti, coppe del Graal o guerrieri della luce.
D’altronde, se il trenta per cento degli italiani si rivolge in un momento o l’altro della propria vita ad astrologhi e maghi, se solo il quindici per cento dei giovani va a messa la domenica, significa che Harry Potter è più attraente del parroco nell’oratorio accanto. Perciò l’allarme. Nessun "dibbattito" di venerata memoria, nessuna conferenza stampa, nessun referendum mette maggiormente in allarme il Pulpito di un volumetto o volumone esoterico che scala inesorabilmente la vetta della hit parade delle vendite.
Il cardinale Tarcisio Bertone di Genova, che ieri è venuto tra i monti della Val d’Aosta per discutere con papa Ratzinger sullo schema della sua prima enciclica, si è scagliato a marzo violentemente contro il Codice da Vinci di Dan Brown. "Non si fa un romanzo - ha tuonato - mistificando i dati storici, maldicendo, diffamando". Il libro - così ha denunciato il porporato - va a ruba nelle scuole, leggerlo è diventato un must e persino le librerie cattoliche (scandalo supremo) offrono copie su copie del libro "per motivi di lucro".
Dove c’è il demonio della mistificazione, non può mancare il complotto. "Credo che ci sia una strategia nella diffusione di questo castello di menzogne", ha commentato a suo tempo Bertone, aggiungendo: "Una strategia della persuasione, che uno non è cristiano adulto se non legge questo libro". L’appello cardinalizio a non leggere e men che mai a non comprare il volume non sembra aver sortito effetti a giudicare dalle vendite.
Dietro il gusto di massa per il mistero, le autorità ecclesiastiche intravedono (e temono) il grande pericolo di una religiosità fai da te e di uno spiritualismo necessariamente disincarnato dalla dottrina cristiana. "Quando la fede è scarsa - avverte il cardinale opusdeino Julian Herranz - la gente cerca appagamento nell’esoterismo". E si rivolge alla New Age, come sottolinea il cardinale Paul Poupard presidente del Consiglio pontificio per la Cultura (l’organismo a cui Ratzinger ha indirizzato il saggio anti-Potter), vista come "una falsa risposta ad una vera domanda di felicità". Tra i rimedi suggeriti, la diffusione del catechismo.
I librai sono avvisati. La gara è aperta. Il Piccolo Catechismo contro il Piccolo Mago Harry. E che vinca il migliore. (14 luglio 2005)
Paziente Federico,
non sono un cliente di quel vasto "supermarket spirituale" che ha creato quel fenomeno che si è impadronito di tantissima gente della nostra società, e che viene chiamato "New Age" o "esoterismo", insinuandosi così di soppiatto nella nostra quotidianità !
Stampa, emittenti radiofoniche e stazioni televisive si sono impossessate delle onde efficaci sul pubblico e riempiono le loro colonne e i loro programmi con racconti del regno del soprannaturale e delle sfere delle forze presuntamente magiche.
Sciamani e streghe vengono intervistati, indovini e chiarovvegenti cercano in studio bambini scomparsi, guaritori operano davanti alla telecamera con le sole mani, medium con possibilità di channeling davanti a un pubblico di milioni di persone prendono contatto con i morti...chiaroveggenti interpretano il corpo astrale del conduttore, astrologi gettano uno sguardo nel futuro...etc..etc..I giornali sono pieni di annunci nei quali guaritori in cambio di un sacco di soldi promettono la guarigione da tutte le malattie !!Guru rapiscono i loro clienti in viaggi nel passato, vengono anche offerte le "macchine della mente" che promettono viaggi nelle sfere spirituali !!
Se compri una rivista esoterica, caro Federico, sarai inesorabilmente colpito dalle varie offerte di terapie esoteriche, corsi, workshop, mini-panacee, letteratura, etc..
Il fenomeno Harry Potter fa parte di questo contesto, ne è parte integrante. I nostri "guru" occidentali sfruttano e mercanteggiano la "scienza dell’occulto" per mero profitto, come se si trattasse di un’invenzione tecnica o un farmaco.
I pericoli per il giovane pubblico sono molteplici. Uno potrebbe essere, in futuro, quello di proiettare i propri desideri in qualche maestro cosidetto "spirituale", che si presenterà come un "eroe mistico" da adorare, perdendo la realtà delle cose e credendo con il tempo a forze soprannaturali inesistenti.
Il piccolo catechismo o il piccolo mago ?? Lasciamo perdere il Papa e affidiamoci pure fiduciosi ai preziosi consigli del famoso mago "do Nascimento", del "divino Otelma" oppure, finchè saranno libere, della stessa Vanna Marchi e figlia !!!!
Ricambio il sorriso e... buone letture. Biasi
Ultima fermata a Stockwell di Furio Colombo (L’Unità, 24.07.2005)
Giorni di terrorismo. Il 7, il 21 e il 22 luglio a Londra, il 23 a Sharm El-Sheikh, più di 80 morti e un’infinità di feriti. Ma il 23 è sabato. Le tv italiane trasmettono solo cartoni animati, vecchie «comedies» americane e programmi «educational» registrati nei secoli. Chi controlla le televisioni non ha, a quanto pare, alcuna intenzione o possibilità (dato il clima estivo) di interrompere con programmi speciali. Soltanto qualche «finestra» nei telegiornali. Eppure c’è un morto e 20 feriti italiani. Ma i pochi TG e GR che sopravvivono a un giorno di sole di luglio sono impegnati soprattutto a vantare «il prelievo forzoso della saliva dei sospetti», vigorosamente imposto dal ministro Castelli. E i pochi bollettini Rai sul drammatico evento egiziano aggiungono, fino a metà mattina: «Dalla Farnesina non ci sono notizie». Ma anche da Londra non abbiamo saputo molto, salvo le poco umane, poco credibili frasi fatte sulla esemplare calma degli inglesi. Come se il 7 luglio tutti si fossero allontanati dal luogo delle esplosioni passeggiando con flemma, come se avessero assistito tranquilli mentre la loro polizia ha prima bloccato e poi ucciso con cinque colpi alla testa ”un sospetto” nella ferrovia metropolitana, stazione di Stockwell. Non una parola, da nessuna parte del mondo sotto attacco terroristico, sul senso, sul progetto politico del “che fare”. È come se - in mancanza di una visione e di una strategia sull’orrore del terrorismo - ci stessero dicendo che è più virile, più militare, più combattivo, che i cittadini vedano poco, sappiano poco, e lascino fare a chi se ne intende. Per questo il centro della scena viene continuamente tolto agli eventi, per quanto gravi e ripetuti essi siano, e spostato sui leader, che ci parlano di nuove leggi e di nuovi espedienti, tipo la saliva, come del vero e tanto atteso rimedio. Purtroppo per i cittadini, per tutti noi esposti a questo grave pericolo planetario, quei leader del mondo sembrano protagonisti piccoli piccoli, come nella triste e non dimenticata fotografia dei G8 riuniti in Scozia, senza niente da dire e niente da dirci dopo la strage di Londra. “Tutti qui hanno paura. Che devo dire? Bisogna avere fortuna”. È l’unica frase sensata ascoltata in televisione (Tg3, 22 luglio, ore 12) dopo il secondo attacco di Londra. L’ha detta il corridore Valentino Rossi appena arrivato in quella città. Che cosa c’è di speciale nella sua frase? Primo, un po’ di sincerità. Abbiamo paura? Sì che abbiamo paura. È umano, è sensato, è inevitabile. Secondo, Valentino Rossi, con un cortocircuito di buon senso, vede che in tutto ciò che c’è intorno a lui (intorno a noi, cittadini di ogni Paese in pericolo) non c’è nulla a cui aggrapparsi. E conclude come lo “smadruppato” e profetico bambino napoletano delnon dimenticato libro del maestro Orta: “Io speriamo che me la cavo”. In questo modo il giovane campione ha cercato di non vedere il cumulo di detriti che dobbiamo attraversare ogni volta, quel tremendo territorio del dopo-prima attacco terroristico, non i detriti delle bombe ma quelli delle parole a vuoto, delle promesse a vuoto, delle minacce a vuoto, il tipo di retorica a cui ci hanno abituato in caso di guerra (e che qualche volta funziona perché le guerre avvengono il più delle volte altrove e puoi celebrare la morte perché non sai come arriva la morte). Ma non funzionano nel terrorismo di massa. Per esempio che senso ha affermare, come è stato detto a Londra dopo il primo attacco, “noi non abbiamo paura”? Non ricordate l’onesta lezione dei buoni film realistici americani subito dopo la seconda guerra mondiale? C’era sempre il soldato travolto dalla paura, e qualcuno accanto che gli spiegava: “Hai ragione, anch’io ho paura. sarebbe assurdo non avere paura in questo inferno”. Valentino Rossi arriva a Londra per una gara, si guarda intorno e dice “Qui tutti hanno paura”. Forse hanno fatto bene gli accademici di Urbino a dargli la laurea ad honorem in comunicazioni. Ci ha detto ciò che Scotland Yard nega (ma poi ammette, sparando e uccidendo un sospetto nella ferrovia sotterranea), ciò che Blair aveva appena dichiarato: “Noi continueremo la nostra vita di tutti i giorni”. È evidente che è impossibile. Perché fingere flemma alla James Bond mentre uccidono, sotto i tuoi occhi, il passeggero che sta per salire prima di te? È disumano e anche stupido. Tanto più che la sentenza è stata eseguita da poliziotti in borghese, dunque - per quanto puoi capire al momento - da gente come noi. E poiché a lungo non abbiamo saputo nulla dell’uomo abbattuto pubblicamente con cinque colpi di pistola alla testa, siamo indotti a pensare che anche l’uomo centrato e freddato per il fatto di indossare un cappotto, fosse uno di noi. * * * Non credo che possa servire agli inglesi l’incitamento a comportarsi come sotto gli spietati bombardamenti tedeschi,quando si invitava a continuare la vita, come se tutto fosse normale. Allora c’era caos e grave pericolo nel mondo ma non nelle teste. Per quanto spaventosa e infuocata, la linea del fronte era netta sia dal punto di vista degli Stati che si combattevano che delle ideologie contrapposte. Non credo che possa servire a noi italiani il ricordo dell’unità nazionale contro le Brigate Rosse. Anche allora le identificazioni della parti erano precise, ineludibili, e c’era un rapporto senza equivoci fra i cittadini e chi conduceva la lotta al terrorismo. Sapevano tutti dove, come, quando, perché. A differenza del periodo delle stragi, in quella stagione lo Stato non ha quasi mai mentito o frapposto segreti ai cittadini. E ha vinto. Anche adesso la maggior parte di noi - cittadini del mondo esposto al terrorismo - ha idee chiare su ciò che sta accadendo. Il terrorismo di massa è un espediente ripugnante che non appartiene ad alcuna ideologia, religione o schieramento. Sono frammenti di orrore, rivendicazione, vendetta, ricatto schizzati sul mondo nel vuoto pauroso e pericoloso del dopo guerra fredda. Qualunque cosa mandi a dire, non c’è niente a cui rispondere, e niente che si possa fare per rendere miti gli assassini. Ma, come in certe malattie, solo le cure occasionali e palliative si compiono nel punto in cui si manifesta il sintomo. E ciò che chiamiamo azioni intelligenti, tempestive e ben coordinate di polizia. Ma poiché sappiamo - persino noi cittadini - che un male come il terrorismo non si può bombardare perché non è uno Stato, non si può attaccare perché non ha un esercito, tutti noi in ogni Paese esposto al terrorismo, vorremmo delegare chi ci governa ad agire con intelligenza e prudenza sulla base di ciò che vedono, di ciò che sanno,di ciò che apprendono dalle loro fonti specialistiche e dai rapporti internazionali. Vorremmo condividere le loro decisioni. Vorremmo ascoltare cose di buon senso e cose che si capiscono. Siamo cittadini di uno Stato democratico, dunque abbiamo il diritto di sapere, senza montature e senza segreti. Questo è il modo in cui si difendono le democrazie. Infatti i due pilastri su cui si fondano, e la ragione per cui alla fine vincono sempre, sono la chiarezza condivisibile delle informazioni e la chiarezza condivisibile delle decisioni politiche, specialmente quelle drammatiche come la guerra. In questi anni tormentati un gruppo di Paesi democratici del mondo è stato all’improvviso colpito in modo spietato dal barbaro evento dell’11 settembre americano. Quei Paesi erano uniti e pronti ad agire come un unico blocco. Ma, quasi all’improvviso, come se il terrorismo, oltre a colpire, fosse stato anche capace di inquinare (ricordate l’incubo mai chiarito della polvere di antrace, che è diventata una sinistra metafora dello sconvolgimento di quei giorni?) si è oscurata la chiarezza. I leader delle due più antiche democrazie del mondo (Stati Uniti e Inghilterra) hanno cominciato a mentire ai propri popoli e a tutti coloro che si erano stretti intorno. Lo hanno fatto per ragioni che sono tuttora un mistero. Ormai il problema non è continuare a indicare l’evidente disastro della guerra in Iraq. Il problema è quello strappo misterioso tra democrazia e politica. La politica, improvvisamente, è diventata autoritaria e sottratta ad ogni dibattito. Da quel momento il flusso delle informazioni, che è il nutrimento della democrazia, si è bloccato. Hanno cominciato ad astenersi giornalisti e giudici, esperti, commentatori e cittadini comuni. Ognuno ha accettato leggi speciali e in gran parte sconosciute. È rimasto esemplare, nella sua solitudine, il suicidio dello scienziato inglese David Kelly, esperto di armi e vigoroso antagonista di ciò che aveva ripetuto con enfasi al suo Paese e al mondo il Primo ministro inglese, come ragione per fare la guerra. Sono rimaste esemplari, nella storia dell’Inghilterra contemporanea, le dimissioni, volute e ottenute da Blair, del capo della BBC, la leggendaria bocca della verità del mondo. Si era ostinato a dimostrare che ciò che diceva il suo Primo ministro non era provato, che forse era fondato su carte false. Sono comparsi i giornalisti “embedded”, nessuno dei quali, durante e dopo la guerra irachena, ha lasciato una traccia o depositato una sola corrispondenza da ricordare. Pensate al Vietnam,l’altra grande tragedia americana. Di essa, momento per momento, il mondo ha saputo tutto. Lo ha saputo in tempo reale da giornalisti e da soldati degli Stati Uniti. *** Ed eccoci al silenzio senza precedenti, in Inghilterra e in tutto il mondo democratico. Del 7 luglio non abbiamo saputo quasi nulla, visto quasi solo immense lenzuola disposte prontamente dalla polizia londinese intorno ai luoghi dell’attacco. Il 21 luglio, come risposta a un altro attacco, forse diverso, forse fallito,(ma nessuno ci ha dato notizie), ti dicono che è in corso una grande operazione intorno a una moschea. Ma pochi secondi televisivi mostrano un poliziotto di fronte a un telo bianco. Il 22 luglio un tale, forse perché indossava un cappotto pesante in un giorno d’estate, viene ucciso fra la folla della ferrovia sotterranea, ma il nuovo clima di segreto fa pensare che non sapremo mai se c’era una ragione (che deve essere estrema) per eseguire (in pubblico, non in combattimento) una sentenza di morte. Soltanto il giorno dopo abbiamo saputo che quella sentenza di morte è stata eseguita in pubblico per sbaglio. Con ansia e tristezza notiamo che la guerra asimmetrica al terrorismo di cui parlano gli esperti, si sta facendo simmetrica: noi, come loro, furtivi, segreti, pronti a nostra volta a colpire. Solo che loro - su questo siamo tutti d’accordo - perseguono con intenzioni folli un disegno folle, e per questo loro disegno tutto va bene, segreto, ricatto, minaccia, rapimento, tortura e morte. Si vince alla pari, mossa per mossa, crudeltà per crudeltà, segreto per segreto? Si può vincere, certo. Ma chi salverà la democrazia in un mondo di prigioni come Abu Grahib e di azioni inspiegate, segrete e terribili come l’omicidio di una persona già catturata, disarmata e trovata senza esplosivo, alla stazione della metropolitana di Stockwell? Come vedete abbiamo trascurato di proposito il contributo di miseria morale che l’Italia, con la Lega Nord, tenta di aggiungere a questo clima di un mondo democratico sotto attacco. È un mondo, che a quanto pare, non riesce a trovare e non riesce a comunicare una visione politica del che fare e si abbandona al panico reso più pericoloso dal segreto e dalla finta indifferenza professionale. Il brutto momento si descrive così: i cittadini sono esclusi e devono credere sulla parola. I leader del mondo, o hanno mentito, o non sanno che dire, stupiti e succubi. La segretezza e il continuo depistaggio dell’opinione pubblica sono diventati il metodo. Come se l’opinione pubblica democratica fosse infantile o fosse infida. La democrazia nega se stessa come arma di difesa e questa è certo una prima grande vittoria del terrorismo. A noi cittadini, qui e in tutto il mondo libero, non resta che contestare con tutte le forze questa vittoria del terrorismo,non resta che batterci in tutti i modi per i diritti umani e civili di tutti. Fascismo e nazismo, che erano più potenti dei fanatici islamici, sono stati battuti senza negare mai un solo principio democratico né oscurare mai una sola notizia.
Spielberg farà un film su Edgardo Mortara, il bambino ebreo bolognese strappato alla famiglia
Ora è ufficiale. Il presidente della comunità ebraica De Paz: "Do per scontato che in parte sarà girata in città"
di EMANUELA GIAMPAOLI (la Repubblica/Bologna, 13 aprile 2016)
BOLOGNA - È ufficiale. Steven Spielberg girerà un film sulla vicenda di Edgardo Mortara, l’ebreo bolognese che all’età di 8 anni, il 23 giugno 1858, venne prelevato dalla sua casa, strappato alla sua famiglia, per essere educato alle fede cattolica. Le riprese inizieranno nei primi mesi del 2017 e con tutta probabilità le scene ambientate sotto le Torri saranno girate qua, visto che la stessa Dreamworks, la casa di produzione del regista statunitense, la scorsa primavera si era fatta viva con la comunità ebraica petroniana, cercando pure un possibile protagonista. "Abbiamo avuto la notizia domenica - conferma Daniele De Paz, presidente della comunità ebraica - e do per scontato che in parte sarà girata anche qui. In ogni caso mi aspetto che saremo comunque coinvolti nel film. Sono stati loro a prendere l’iniziativa".
Punto di partenza per la trasposizione cinematografica è il romanzo inchiesta “Prigioniero del Papa re”, scritto da David Kertzer nel 1997, in Italia edito da Rizzoli, mentre ad adattarlo per il grande schermo è stato Tony Kushner, che per Spielberg ha già firmato gli script di “Munich” e “Lincoln”. "Kertzer - continua de Paz - tra l’altro era a Bologna lo scorso weekend e ci ha raccontato di aver parlato con Spielberg del film".
La storia comincia in via Lame, il 23 giugno del 1858, quando la polizia bussa alla porta della casa del mercante ebreo Momolo Mortara per farsi consegnare il figlio Edgardo di sei anni. All’Inquisitore di Bologna risulta infatti che il bambino sia stato segretamente battezzato dalla fantesca perché in pericolo di vita e dunque per la legge dello Stato pontificio non può crescere all’interno di una famiglia ebrea. Edgardo viene portato a Roma per diventare un buon cattolico, al punto che da grande sceglie di essere un sacerdote. Sul fatto, che all’epoca scosse l’opinione pubblica, intervenne il pontefice, papa Pio IX.
A dare il volto al papa re, sarà poi Mark Rylance, diretto da Spielberg già ne “Il ponte delle spie” per cui l ha vinto il Premio Oscar come Miglior Attore non protagonista e ne “Il Gigante Gentile”, la pellicola ispirata da un racconto di Roald Dahl in uscita nei prossimi mesi.
Sono convinto che l’attenatato di Londra aprirà nuovi scenari nella geo-politica internazionale. Creare isolamaento intorno alla sciagurata politica della guerra preventiva americana, deve essere il primo passo verso una rivalutazione e riabilitazione della diplomazia nella risoluzione delle cotroversie internazionali. Il terrorismo ha cause profonde, di povertà e arretratezza sociale, alimentate da un forte egoismo del mondo occidentale, geloso di custodire il suo "superfluo". Inaridire il suo terreno di coltura è la condicio sine qua non per recuperare credibilità nei confronti dei fratelli poveri del sud del mondo e far ripartire un vero processo di dialogo. Blair ha capito già la lezione dopo la magra vittoria di maggio; oggi è l’unico leader mondiale che potrà frasi promotore di un una nuova politica tesa al dialogo e alla solidarietà.
Saluti, Marco Militerno.